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VITTORIA!
Il 26 maggio 2002 milioni di italiani sono andati alle urne per rinnovare
piccoli (tanti) e grandi (pochi) comuni e alcune province (in alcuni luoghi
si ri-voterà tra quindici giorni essendosi realizzato un quasi pareggio).
Come è andata? HANNO VINTO TUTTI. Ha vinto il centrodestra (anche se non
ottiene il plebiscito per il quale ha lavorato utilizzando soldi pubblici e
privati, si frantuma e si divide in alcune realtà, perde voti in comuni per
lui "storici" come ad esempio Verona e si ribalta il risultato rispetto le
recenti regionali in Liguria), vince il centrosinistra (anche se perde con
la complicità dei suoi alleati Reggio Calabria (il ponte di Messina-Reggio
Calabria con tanto di futuri appalti tra capitalismo legale e illegale non
deve essere sottovalutato), riconsegna una città medaglia d'oro della
Resistenza alle destre in quell'ex Emilia rossa e altri disastri sparsi qui
e là), vince Rifondazione Comunista (ma del resto il PRC vince sempre anche
se perde voti rispetto le precedenti elezioni amministrative e soprattutto
dove va da solo ottiene percentuali da comitato di quartiere e anche se il
suo vincere è strettamente collegato alle sorti di quel centrosinistra che
continua ad inseguire il centro e a rappresentare poteri forti, quello di
Napoli con Bianco, della guerra nei Balcani e fedeli alla NATO, quello che
di sinistra ha solo il nome e che insiste a dire che uniti si vince senza
mai dirci per quale programma e quale progetto e il PRC lo sa e lo dice ma
non rinuncia ad alleanze mirate alla conquista di qualche poltroncina
decentrata e trascina non pochi "disobbedienti" in questa "ambiguità": poi
faremo tanti referendum perché di cacciare via questo governo antipopolare
non se ne parla), vincono i no-global anche se solo a Genova perché vince il
sindaco Pericu e loro sono alleati con il centrosinistra e non vincono
quando fanno le liste alternative (unica cosa sensata se non fosse per quell
'incapacità di rendere protagonisti tutti e tutte coloro che oggettivamente
dovrebbero esserlo. ma i leader, si sa, sono a priori alla testa delle
masse, capi per destino o per volontà divina o a furor di popolo,anche se
eredi di passate tradizioni che ricordano "aghi della bilancia" elettorali
sostenuti dall'informazione dei padroni e tutto sommato incapaci di dirci
con quali mezzi dobbiamo conquistare un mondo nuovo che ci appare
sconosciuto quanto pianeti lontani visto che non si precisa mai che cos'è) e
vincono gli astenuti: anche se questi vincono quasi sempre e aumentano
continuamente. Insomma: sembra che i rapporti di forza tra le classi in
lotta o tra antagonisti ed avversari si stabiliscano nelle campagne
elettorali e non nella società e che alla fin fine il capitalismo sia
riformabile, il bipolarismo (e questo sistema elettorale) intoccabile e la
capacità di unire una sinistra rivoluzionaria, critica e alternativa per
mutare lo stato di cose presente una chimera. Noi siamo, insieme al popolo
(ma questo è un dato consolidato), forse, gli unici sconfitti. Sconfitti
dalle miserie e dall'opportunismo di alcuni, dall'autoreferenzialità di
altri, dalla barbarie che avanza, dai revisionisti che ci propongono l'
alternanza per opprimerci con il sorriso sulle labbra, dalle contraddizioni
di chi dice una cosa e ne fa un'altra, dalla frantumazione di un potenziale
fronte per trasformazioni radicali che anziché sanarsi si moltiplica. In un
paese (quello di Pulcinella nonostante Pulcinella) in cui vincono tutti ci
piace essere "fuori dal coro" e ci piace ancora di più insistere, da
incoscienti ed ingenui, in una proposta, valorizzando programmi chiari e
aperti al confronto e allo scontro delle idee, ripartendo sul serio dal
basso (oltre l'idea di masse solo da manovrare e da risvegliare all'
occasione), che parli di unità per un socialismo inedito, che ci inviti a
stare tra la gente per creare coscienza, che unisca le lotte ad un fine e le
battaglie nel nostro cortile di casa a quelle per contrastare l'
organizzazione mondiale delle disuguaglianze.: l'imperialismo, il
neo-liberismo. Potremmo arrivare alle elezioni Europee, Politiche,
Regionali . per valorizzare lotte, far esplodere contraddizioni, realizzare
partecipazione. iniziare e marciare verso un programma di liberazione al
plurale. Potremmo arrivarci insieme e nel farlo cercare di utilizzare ogni
energia, capacità, intelligenza, disponibilità inserendo da subito elementi
di un "nuovo senso comune, di un nuovo conformismo" nella società. Ed è qui
che la nostra ingenuità si confonde anche con i sogni (per quanto
necessari), il silenzio stampa non desiderato, leader che condividono le tue
idee solo se a proporle sono loro. e, allora? Noi continuiamo ad insistere e
a rilanciare un manifesto per costruire un "nuovo collettivo" che dimostri
che non siamo stati sconfitti e che soltanto alcuni tra di noi hanno
accettato di esserlo (ammettendolo o meno).
menene
MANIFESTO
PER UNA SINISTRA UNITA ALTERNATIVA
Appello alla sinistra critica, antagonista e rivoluzionaria
Avanziamo una proposta unitaria non solo per le elezioni:
REALIZZIAMO UN PROGETTO" per mutare lo stato di cose presente:
1) le organizzazioni che sottoscrivono questo "manifesto" intendono
avviare un processo di ricostruzione di una sinistra alternativa e unita
rispettando le loro diversità e la loro autonomia e si alleano in un nuovo
collettivo che dia impulso ad un'alternativa di governo, verso l'Europa, per
l'emancipazione popolare;
2) ci sostiene la memoria di importanti conquiste del mondo del Lavoro,
della lotta di Liberazione, della gioventù delle magliette a strisce, i
valori del 1968 e le speranze della generazione degli anni settanta che si
rinnovano nei grandi appuntamenti resistenti di questo nuovo millennio in
Italia e nel pianeta. Noi intendiamo continuare a camminare su questa strada
così come intendiamo valorizzare il pensiero e l'esempio dei nostri
partigiani, di ieri e di oggi, di chi moriva in un carcere fascista per la
libertà o in una piazza, in epoca più recente, di chi ha subito la violenza
dell'organizzazione mondiale delle disuguaglianze e di chi ha subito l'
incapacità di rinnovamento delle stesse idee socialiste. Al tempo stesso
intendiamo dare impulso a profonde trasformazioni economiche, sociali,
culturali ed etiche necessarie a partire dalla nostra penisola.
3) una Sinistra Unita Alternativa è pensata come un fronte politico
per contribuire a dare una direzione consapevole alle lotte intorno ad un
programma democratico, decentrato e antiliberista, contro ogni sopraffazione
imperialistica e orientato verso un socialismo inedito come nuova creazione.
Una Sinistra Unita Alternativa aperta, plurale, non escludente, non
autoreferenziale, non soggiogata dalle miserie di nocivi leaderismi,
impegnata a fare incontrare diverse aggregazioni della sinistra di classe, i
movimenti, realtà associative e democratiche, l'Italia viva che c'è e che
resiste, ogni donna e ogni uomo che intende essere protagonista di un'Italia
nuova in un mondo nuovo, del riscatto del "POPOLO DEL SUD".
4) La crisi generale che investe l'Italia e il pianeta (e la sua stessa
gestione) ha radici profonde ed evidenzia l'impossibilità per le classi
dominanti di essere artefici di un qualsiasi rinnovamento mentre è fallita
ogni ipotesi riformista e di adeguamento al sistema capitalistico e mentre
sono in crisi le stesse forze di opposizione, sprovviste di un rapporto
storico ed organico con le lotte delle classi "proletarie", alle quali
mancano programmi semplici e credibili e un obiettivo alternativo, tra
struttura e sovrastruttura, tra lotte nazionali ed internazionalismo. La
formale e bloccata democrazia capitalista è diseguale e discriminatoria ed
ogni problema nel mondo sta diventando un dramma dalle proporzioni
incontrollabili (fame, miseria, carestie, sfruttamento intensivo di risorse,
guerre, flussi migratori). Sono umiliati i diritti e calpestate istituzioni
solidali mentre "beni universali" (salute, istruzione, trasporti, servizi
ecc.) sono trasformati in elemosina da privatizzare con ulteriore potere
dello stesso capitalismo illegale (mafie, lobbies, poteri occulti);
5) Il disastroso modello neoliberista è nemico dei popoli. Questo
modello sta distruggendo il pianeta e i suoi abitanti fino ai rapporti più
intimi.
6) Le crescenti iniziative di sindacati, movimenti, partiti di
sinistra, reti e forum, disoccupati e licenziati, donne e pensionati, realtà
studentesche e giovanili, emarginati ed immigrati, ambientalisti e
pacifisti, contadini e ceto medio ed intellettuali non appaiono sufficienti
a realizzare una mutazione necessaria nel governo e nella società. Al
contrario, veicolate da paure ed incertezze, tra l'ipocrisia dell'
informazione "deviata" e la crescente militarizzazione emisferica, avanzano
destre eversive e "democratiche". Guadagnano terreno i settori conservatori
applicando piani repressivi uniti a disinformazione e manipolazioni.
7) In questo contesto, imposto dal neoliberismo, una risposta efficace è
possibile solo attraverso lotte popolari che si proiettino ad un livello
adeguato, capaci d'intromettersi nella società contrastando il dilagare di
contestazioni fuorvianti, occasionali, pressappochiste, l'apatia e l'
indifferenza di intere generazioni.
8) Sul piano internazionale ci dichiariamo per lo scioglimento della NATO,
per la totale "rivoluzione" delle strutture internazionali a partire dall'
ONU e contro i piani imperialistici ed egemonici del governo USA.
9) Ora è tempo di lavorare, superando steccati storici che portano
sempre a sconfitte politiche per ottenere una democrazia i cui principi base
siano la partecipazione cosciente e la possibilità reale di un confronto di
idee per percorsi sociali collettivi e per l'emancipazione culturale del
popolo. Invitiamo perciò ogni organizzazione, gruppo politico, centro
culturale, singoli individui, ad organizzare momenti di riflessione sulle
tematiche di questo primo ed approssimativo manifesto di lavoro. Invitamo ad
inviare suggerimenti per poter mettere in moto un percorso che in tempi medi
deve sostanziarsi: momenti elettorali e scontri politici. Entro l'autunno
diverrà essenziale organizzare un primo momento di discussione collettiva
che deve porre le basi poltiche di un primo tassello di lavoro comune per
fondare una sinistra unita alternativa.
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sconfitte politiche per ottenere una democrazia i cui principi base =
siano=20
la partecipazione cosciente e la possibilit=E0 reale di un=20
confronto di idee per percorsi sociali collettivi e per=20
l’emancipazione culturale del popolo. Invitiamo</B><STRONG><SPAN=20
style=3D"mso-bidi-font-size: 7.0pt"> </SPAN>perci=F2 ogni =
organizzazione,=20
gruppo politico, centro culturale, singoli individui, ad organizzare =
momenti di=20
riflessione sulle tematiche di questo primo ed approssimativo manifesto =
di=20
lavoro. Invitamo ad inviare suggerimenti per poter mettere in =
moto un=20
percorso che in tempi medi deve sostanziarsi: momenti elettorali e =
scontri=20
politici. Entro l’autunno diverr=E0 essenziale =
organizzare un primo=20
momento di discussione collettiva che deve porre le basi poltiche di un =
primo=20
tassello di lavoro comune per fondare una sinistra unita=20
alternativa.</STRONG><o:p></o:p></P></DIV> =
</FONT></DIV></BODY></HTML>
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