[Forumlucca] film a cannes su g8

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Ecco il documentario girato da Giusti, Freccero e Torelli sul G8 gli
autori: "Non siamo rivoluzionari", Sgarbi, fischiato, se ne va

BELLA CIAO ARRIVA A CANNES E ARRIVANO ANCHE LE POLEMICHE

Il film parte dalla morte di Carlo Giuliani e ripercorre gli scontri di
Genova

dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE

CANNES - "Questo non e' un film militante. Questo non e' un film
indipendente. Questo e' un documentario che avevamo preparato per la
televisione, costruito all'80 per cento con materiale girato da bravissimi
operatori della Rai. Non siamo ne' vogliamo essere dei piccoli
rivoluzionari". Cosi' Marco Giusti replica alle polemiche su Bella Ciao,
pellicola che ricostruisce i giorni del G8 realizzata insieme a Roberto
Torelli e Carlo Freccero.

Un'opera dallo strano destino: creata per la messa in onda su RaiTre,
censurata dall'azienda ("ci dissero che mancava il punto di vista della
polizia", ricorda Freccero), poi selezionata qui al Festival nella
Settimana della critica. Con tutta la ribalta, nazionale e internazionale,
che la presenza sulla Croisette comporta.

Cosi' Bella ciao, in un'edizione con un unico film italiano in concorso
(L'ora di religione di Marco Bellocchio), finisce per diventare lo specchio
di un Paese spaccato in due. A dimostrarlo, la situazione paradossale della
proiezione di oggi: in una sala gremita, alla presenza degli autori e di
decine di giovani, fa il suo ingresso Vittorio Sgarbi, nella veste di
sottosegretario alla Cultura. Accolto da fischi e insulti, il critico
abbandona la platea subito dopo i titoli di coda, senza partecipare al
successivo dibattito.

"Parlate voi che avete Chirac e Le Pen", ribatte poi a chi lo critica,
"voglio vedere cosa avrebbero fatto se il G8 si fosse venuto qui. Certo, a
Genova la polizia ha sbagliato, ma le parole dette da Luca Casarini in un
momento del documentario rivelano che i dimostranti volevano sfondare. E
comunque si tratta di un'opera retorica, antigovernativa e militante, che
non doveva essere realizzata dalla tv di Stato con i soldi pubblici".

E allora vediamo come si articola, questo documentario che tanto scalpore
ha suscitato e ancora suscita. Fatto tutto di immagini e parole del momento
(non ci sono interviste ai protagonisti successive agli eventi), Bella ciao
deve il titolo alla canzone partigiana che i dimostranti cantano allo
stadio Carlini, dove si rifugiano dopo una giornata di scontri. Ma le prime
sequenze sono quelle della morte di Carlo Giuliani, seguite dal racconto in
presa diretta, anche se dall'esterno, del famigerato blitz nella scuola
Diaz.

E poi si torna indietro, alla cronaca di quei giorni di scontri, di
manifestanti picchiati spesso senza motivo. Giorni di guerriglia urbana e
di devastazioni compiute da un manipolo di Black bloc, che agiscono
praticamente indisturbati.

A sottolineare quest'ultimo aspetto e' soprattutto Giuliano Giuliani, padre
di Carlo, giunto qui a Cannes con gli autori del film: "Guardandolo",
spiega, "si trae la sensazione dell'impunita' di queste frange. Della
terrificante regia che era dietro a cio' che e' successo a Genova, con
l'oscura ambiguita' del Blocco nero. Quest'opera e' molto importante, e' la
piu' grande e precisa documentazione sui fatti di allora".

E restando in tema va ricordato che dopodomani Francesca Comencini
presentera' un altro lavoro legato al G8: Carlo Giuliani, ragazzo, che
raccoglie invece la testimonianza di Haidi, la madre del giovane ucciso.

Ma oggi e' il giorno di Bella ciao. E di un quesito fondamentale: potra'
mai essere visto dal pubblico? Freccero e' ottimista: "Qui ha ricevuto
un'ottima accoglienza, spero che Raitrade riesca a venderlo all'estero".
Quanto all'Italia, Giusti rivela l'interesse manifestato da Domenico
Procacci, titolare della societa' di produzione e distribuzione Fandango:
"Si e' detto disponibile a farlo vedere nel suo cinema romano, bisogna solo
risolvere dei problemi di diritti sulle canzoni della colonna sonora. E a
questo punto penso che sia meglio portarlo nelle sale, piuttosto che in tv:
cosi' la gente lo seguira' con maggiore attenzione".

(18 maggio 2002)


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E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva
loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo