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Lähettäjä: Davide Maggi
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Per i ciclisti padani, e quanti vogliono andare in bici in metro.

"Ronde padane" in metropolitana


L’associazione leghista pattuglierà tutta la linea della metropolitana
milanese: "Ci limiteremo - assicurano- a segnalare i pericoli". L'Atm
ribatte: "Non c'è bisogno".


MILANO - Dopo l'ultimo attentato di sabato sera, per la sicurezza in
metropolitana scendono in campo le "camicie verdi", le discusse ronde
padane, per pattugliare le stazioni e i mezzanini. La ronda, organizzata
dai Volontari Verdi, l’associazione di cittadini che fa riferimento alla
Lega Nord, viaggerà su tutta la linea sotterranea limitandosi, fanno
sapere gli interessati, a segnalare ai controllori eventuali infrazioni
o situazioni sospette, soprattutto nelle ore serali, quando i rischi
sono più frequenti.

D'altronde l'iniziativa, denominata “sorveglianza popolare” era stata
ampiamente annunciata qualche giorno fa, subito dopo le notizie relative
all'attentato. Oggi però, i Volontari Verdi hanno un programma concreto
d’azione. Il primo "giro di ronda" parte domani, giovedì 16 maggio alle
21 dalla fermata MM2 di Porta Garibaldi – fa sapere Barbara Mazzotti,
responsabile dei Volontari Verdi milanesi - e toccherà le fermate di
Centrale, Loreto, Duomo e molte altre ancora. “In questo modo – spiega
Mazzotti - terremo sotto controllo, almeno per i 75 minuti della
validità del biglietto, i principali punti di passaggio”.

Il progetto sicurezza dei volontari verdi però, piace decisamente poco
ai vertici dell'azienda trasporti milanese. Il direttore generale
dell’Atm, Roberto Massetti, prende le distanze: “Non ho ricevuto nessuna
comunicazione di questa iniziativa. Bisogna attendere e vedere quali
forme assumerà: se pagheranno il biglietto, se si comporteranno come
normali viaggiatori...”

Anche in Comune però, se ne rende conto soprattutto il neo assessore
alla sicurezza, Guido Manca, la vicenda va presa con le pinze. Se la
Lega infatti, a Milano, partecipa alla maggioranza amministrativa, la
ronda in metropolitana rischia di richiamare alla mente scenari da
far-west.

Ecco perché Manca resta combattuto tra l’esigenza di una maggiore
“attenzione” per la sicurezza ("in una città come Milano" dice) e il
sottile confine tra legalità e illegalità che interventi popolari di
questo tipo rischiano pericolosamente di superare: “Milano è una città
molto rischiosa: se i volontari verdi si limiteranno a “segnalare” gli
abusi l'iniziativa potrebbe forse rivelarsi anche utile”. Poi sottolinea
con forza: “In nessun caso comunque è auspicabile e ammissibile che i
cittadini si facciano giustizia da soli. Per combattere il crimine
bisogna utilizzare gli ortodossi strumenti della legalità, così come
previsto dalle norme costituzionali”.

Di fatto, l’iniziativa dei militanti del “Carroccio” e l’attentato
incendiario in metrò, fanno sorgere dubbi e perplessità sul livello di
sicurezza dei mezzi pubblici del capoluogo lombardo. E’ davvero
necessario che i cittadini organizzino ronde per sorvegliare le linee
della metropolitana? E' ancora Massetti a buttare acqua sul fuoco.
“L’Atm - assicura - non ha bisogno di ulteriore sorveglianza. Abbiamo
potenziato i sistemi di sicurezza ben prima dell’attentato di sabato
scorso: fin dall’11 settembre siamo pronti a fronteggiare situazioni di
rischio come questa. Tanto è vero - conclude - che a soli due minuti
dall’incendio della bombola c’erano già venti persone addette alla
sicurezza sul luogo interessato”.

Da domani però, ci saranno anche le camicie verdi. Armate certamente di
buona volontà ma, forse, non della preparazione adeguata alla bisogna.