R: R: R: R: R: [Cerchio] quale differenza?

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Autore: Pkrainer
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Oggetto: R: R: R: R: R: [Cerchio] quale differenza?
----- Original Message -----
From: Leonid Ilijc Brezhnev <brezhnev@???>
LIB
non faccio una classifica di merito tra gelato e tinta, o
tra reggiseno e
sospensorio, non è questo il punto.
il punto è: vogliamo veramente queste cose oppure
sostituiscono altro?
il bisogno di queste cose (decisamente superflue, il gelato
solo un po'
meno della tinta, ammettilo...) è davvero nostro o indotto?

PK
Non sono il gelato o il reggiseno o la pagnotta a essere più
o meno indotti o autentici; é l'esistenza complessiva ad
essere alienata, per cui ogni volta che compriamo qualcosa
siamo comprati dal sistema delle merci, il che procura
quella sensazione di non agire in base alle proprie reali
esigenze. Il che é verissimo, ma non perché é inautentico il
reggiseno, ma perché siamo inautentici noi.
A questo punto distinguere fra bisogni veri e falsi, non fa
che capovolgere l'onere della responsabilità: la falsità non
sta nel singolo bisogno ma nella merce che non solo ha la
pretesa di soddisfarlo ma di dargli nome, forma, visibilità,
dignità sociale.


LiB

mi chiedo soltanto se la mia voglia di gelato e la tua di
capelli rossi sia
"innata"


PK
ma come si può pensare che sia innata la voglia di un
prodotto?

LIB
oppure venga definita dalla pubblicità o da qualche ruolo
che la
società ci "suggerisce" di far nostro tramite l'acquisto che
sempre più
viene spacciato come espressione (unica) di libertà.
credo che il dubbio sia legittimo.
io, infatti, da quando non c'ho una lira mi pongo spesso
questo quesito,
non compro più una mazza e sono felice tanto quanto prima,
se non di più.

PK
questa é una semplificazione: qualcosa di sicuro compri, ed
é ciò di cui ti pare di avere urgenza

LIB
mi pareva solo un po' strana la tua estrema sicurezza di non
essere guidata
da nessuno nelle tue scelte d'acquisto, tutto lì.





LIB
siamo sicuri che tingersi i capelli e leggere shakespeare
sia sullo stesso
piano?
boh.....
mi pare che forzi un po' le cose.

io, peraltro, sono del tutto convinto che, usando le tue
parole, gli oggetti
inutili siano gabbie sociali poichè per comprare gli oggetti
inutili hai
bisogno di soldi che ti costano tempo che non usi per.....
leggere
shakespeare, ad esempio.

PK

francamente la tua mi pare una critica al consumismo, che é
una versione sacrificale e sociocompatibile della critica
della merce: perché alla fine lavori, compri uguale e in più
che ti convinci che di questo stato di cose la prima colpa é
la tua