non sanno piu' in che lingua dircelo
stanno osservando il Pianeta Giustizia, per trarne segni
non potendo comunicare altrimenti, hanno scelto di entrare nelle menti
delle persone piu' normali, che abitano in luoghi tranquilli, lontano dalle
folle e dallo stress delle citta', in luoghi apparentemente idilliaci, che
sono spesso nei sogni della gente che vive nelle metropoli
l'idea e' di far "entrare nei panni", con esempi che dimostrino come ogni
nostra famiglia possa essere improvvisamente sconvolta, e in che modo la
giustizia risponda
la parola terrorismo, ade sempio
poniamo che un ipotetico avvocato dei 13 presunti terroristi (dicono gli
israeliani di avere prove certe: le mostrino dunque!!) telefoni in diretta
tv ai suoi protetti e dica loro: finalmente siete liberi di uscire - e di
la' venga sollecitato alla vendetta - e dica: poi penseremo a loro, a
quelli che ti hanno fatto stare al chiuso per tanti giorni - ebbene voi che
pensereste? chi e' il regista che ha mandato in onda una dichiarazione che
e' evidente minaccia, come un appello terroristico? Bin Laden insegna?
l'avete notata la sicurezza? il petto gonfio, l'arroganza? i poveri adesso
dovranno sdebitarsi di molto per tanta protezione avuta in questa
circostanza: lui e la sua famiglia saranno schiavi per sempre. QUESTO
DIRESTE.
e nelle carceri di tutto il mondo gente marcisce senza distinzione alcuna
di pena, senza graduazione che tenga, per soddisfare il puro sadismo di chi
la vuole li' per sentirsi potente
ecco, cio' che viene visto se si osserva dall'alto
matilde
> giro da Movimento
>
> On 13 May 2002 at 14:52, blicero wrote:
>
>> da italy.indymedia.org
>>
>> http://italy.indymedia.org/front.php3?article_id=51951
>>
>> «Mi tocca stringere centinaia di mani, sudate, calde, sporche. E al
>> Sud, addirittura il bacio. Il saluto romano è più pulito. Dovrebbero
>> imporlo le Asl, per evitare contagi». Maurizio Gasparri, Ministro
>> delle Comunicazioni, «Sette», 9 maggio pagina 89
>>
>
> On 13 May 2002 at 12:55, Crocenera A wrote:
>
>> EBBENE SI, SONO UNA DURA
>> Armida Miserere
>> Direttrice del carcere di Sulmona, LAquila
>>
>> A San Vittore ci sono entrata con la testa della criminologa. Ho
>> visto una massa indistinta di gente, ma non riuscivo a capire quali
>> fossero i detenuti e quali le guardie. Abbiate pazienza, ma per me il
>> carcere deve essere un carcere e i detenuti devono saper fare il loro
>> mestiere. Io non faccio il direttore del Jolly Hotel, ma dirigo un
>> luogo di condanna per efferati delitti, non so se mi spiego. Mio padre
>> era un militare della Marina e io ho passato la vita a ubbidire e
>> comandare, quindi non venite a parlarmi di trattamenti risocializzanti
>> perché sono boiate. Gli unici detenuti simpatici che ho incontrato
>> sono quelli con le palle, che hanno scelto di fare i criminali e
>> accettano di pagare. Ho fatto questo lavoro un po per curiosità e un
>> po perché volevo servire lo Stato nella lotta al crimine. Ho sempre
>> voluto lavorare in carcere. Sono diventata vicedirettore a Parma nel
>> 1984. Il giorno prima sono andata lungo le mura carcerarie per marcare
>> il mio territorio, come i cani. Dopo tre mesi, sono stata mandata allo
>> speciale di Voghera con centro terroriste irriducibili. Non ho avuto
>> molti problemi anche perché lo Stato che io impersonavo le ignorava;
>> poi, dopo i fatti di Porto Azzurro arrivarono anche i Killer delle
>> carceri. Fino allora la mia vita era ancora normale: il lavoro al
>> centro di tutto, un compagno, Umberto, che faceva leducatore a Opera,
>> poi nel giro di pochi mesi il mondo mi è caduto addosso. Il padre che
>> adoravo è morto, mia madre, fragile e infrangibile, lha seguito a
>> ruota e Umberto è stato ammazzato mentre entrava in carcere. Per anni,
>> ogni giorno mi svegliavo e mi facevo sempre le stesse domande. Da
>> allora la mia vita è sospesa a un filo. A Pianosa sono arrivata nel
>> settembre del 93, dopo le stragi di Falcone e Borsellino. Fu così che
>> incontrai i boss. Fu lì che, per la prima volta, venne applicato il
>> regime 14bis di isolamento per i mafiosi e ci sono stati alcuni
>> pentimenti importanti, ma non fatemi fare i nomi. Poi arrivai
>> allUcciardone dopo lomicidio di un agente; erano tutti spaventati.
>> Qualche minaccia cè stata, ma non ho mai avuto paura. Mi sento più
>> sola oggi, qui a Sulmona, in mezzo a queste montagne dove il vento
>> soffia sempre, laria è gelida e i detenuti sanno solo lamentarsi e
>> scrivere alle procure. La mia unica compagnia sono i miei cani, Leon e
>> Luna. Io mi identifico spesso con gli uomini; quando cammino, dicono,
>> incuto timore, fumo Super senza filtro, metto la mimetica militare. Ho
>> 41 anni, sono sempre stata così, e morirò così, e non chiamatemi
>> direttrice che mi manda su tutte le furie, io sono il direttore e
>> basta.
>>
>> ( Intervista pubblicata su Io Donna del 15 Novembre 1997)
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