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L'ordine della retata part=EC dai vertici della Questura
Marangoni ammette di aver predisposto i blitz negli ospedali
Napoli, ecco le foto
dei pestaggi in caserma
di CARLO BONINI E GIUSEPPE D'AVANZO
NAPOLI - Sono ottanta foto a colori. Ottanta giovani facce con sotto un=20
numero. A fotografare sono gli uomini della polizia scientifica nella=20
caserma "Raniero Virgilio". Queste ottanta fotografie non sono mai state=20
sottoposte alla Digos per le indagini sugli scontri di piazza Municipio,=20
come ha spiegato ai magistrati proprio l'ex dirigente della squadra=20
politica Paolo Tarantino.
Ritraggono sui volti dei giovani i gonfiori, le lesioni, gli ematomi,=20
raccontano forse meglio di qualsiasi testimonianza che cosa =E8 accaduto=20
nella "sala benessere" della caserma delle volanti la mattina e il=20
pomeriggio del 17 marzo 2001. Le fotografie sono state depositate ieri al=20
tribunale del Riesame come nuove fonti di prova dall'ufficio del pubblico=20
ministero. Sgombrano il campo dalla domanda se ci sono state o meno=20
violenze e abusi durante l'identificazione dei ragazzi fermati al pronto=20
soccorso dei quattro ospedali della citt=E0.
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G. N., trentadue anni, =E8 un portiere d'albergo, fotografo per passione. La=
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sua =E8 l'immagine numero 31. Quel giorno sta andando al lavoro. Lungo=
strada=20
decide di fare qualche foto al corteo. Mentre =E8 l=EC con la macchina=20
fotografica riceve la telefonata della sua fidanzata V. N.. Piange, gli=20
dice che =E8 stata ferita. G. fa dietrofront, la raggiunge, l'accompagna in=
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ospedale, dove viene subito bloccato. Chiede di poter andar via. Alle 14=20
deve essere in albergo, racconta nel verbale ora agli atti del Riesame. Non=
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c'=E8 nulla da fare. L'accompagnano alla "Raniero". Nella "sala benessere"=
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guarda sbigottito molti ragazzi seduti a terra con le spalle al muro. Un=20
agente gli chiede: "Sei stato perquisito?". G. risponde di no. In tre lo=20
scortano nel bagno. Il primo fa da "palo". Gli altri due gli svuotano le=20
tasche. Gli danno un primo schiaffo e ancora un secondo. G. chiede ragione=
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di quei colpi. Gli dicono: "Sei un comunista di merda". Gli aprono lo=20
zaino, gli trovano una macchina fotografica nuova che gli =E8 costata pi=F9=
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d'uno stipendio. Gliela fracassano. G. non riesce a trattenere le lacrime.=
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Protesta ancora per quel trattamento. Ne ricava pugni e calci. Niente=20
(forse) a confronto del "trattamento" praticato dalla Celere nella Diaz di=
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Genova. Con una differenza. Alla Diaz la polizia riteneva di essere=20
penetrata nel "covo" dei black block. Chi si parava di fronte poteva essere=
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una minaccia armata. G. non era una minaccia per nessuno. Era un passante,=
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nessuno gli contesta alcunch=E8.
G. riesce a stringersi in un angolo del bagno. Qui riceve ancora un=20
calcio e un pugno ben assestato all'occhio sinistro (la foto mostra=20
l'occhio tumefatto, un taglio, l'alone rosso fino allo zigomo). G. dice a=20
verbale: "Mi sono ritrovato un occhio nero, un labbro gonfio, ma quel che=20
mi importava di pi=F9 era il lavoro. Per poco non lo perdevo: un portiere=20
d'albergo ha un'immagine da salvaguardare e non =E8 stato facile convincere=
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il direttore che anche in quelle condizioni potevo ricevere gli ospiti".
La storia di G., per l'accusa, =E8 esemplare. G.N. non aveva nulla a che=
fare=20
con la manifestazione. Non =E8 un no-global, non viene medicato in ospedale,=
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al pronto soccorso. Quella faccia gonfia se la procura in caserma,=20
chiedendo il rispetto dei suoi diritti.
Non tutti sono stati fotografati. V.O., 31 anni, marchigiano, aveva "un=20
occhio enormemente gonfio". Nella "sala benessere" lo notano tutti. Viene=20
caricato sulla volante in ospedale. Alla "Raniero", il capannello di agenti=
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dinanzi alla "sala benessere" lo accoglie con sputi e minacce. Lo fanno=20
inginocchiare e un pubblico ufficiale gli d=E0 "calci molto forti". V.O.=20
guarda con disprezzo l'agente mentre infierisce su una donna accanto a lui.=
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Il poliziotto non gli perdona quello sguardo, lascia perdere la ragazza e=20
inizia a colpirlo con dei calci e cazzotti al volto. L'occhio si gonfia=20
"fino all'inverosimile". Nonostante le sue condizioni, viene chiamato nel=20
bagno. Qui riceve ancora un po' di calci. Urla. Non ce la fa pi=F9, si legge=
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negli atti. Chiede di essere di nuovo portato all'ospedale. Finalmente lo=20
conducono al Cardarelli. V.O. resta steso sulla lettiga per quattro ore.=20
Rifiuta il ricovero e lo portano di nuovo in caserma. Spiegano i pm ai=20
giudici del Riesame: "Quell'occhio gonfio "fino all'inverosimile" convince=
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la Scientifica a non fotografarlo".
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Nelle foto originali ci sono teste rotte, nasi gonfi, orecchie sanguinanti,=
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sguardi smarriti e impauriti. Ma non tutti sono stati picchiati, in=20
caserma. C'=E8 chi le botte le ha prese in piazza durante gli scontri di=20
piazza Municipio. C'=E8 chi non ha preso botte n=E9 in piazza, n=E9 in=
caserma.=20
C'=E8 anche chi sorride nelle immagini della Scientifica come M.F., la=
numero=20
18. O chi sfoggia un ironico sguardo di disprezzo, come A.F., la numero 22=
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e M.R.M., la numero 24, magari in transito nella caserma quando dopo le=20
16,30 le "acque si calmano". Sono soprattutto le ragazze a lasciare nelle=20
immagini uno lampo degli occhi o un sorriso beffardo. I ragazzi sembra che=
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se la siano passata peggio. Soprattutto coloro che sono stati trovati in=20
possesso di "armi atte ad offendere" o, in un solo caso di un coltello, o=20
di una spranga. S.M., umbro, ventiquattro anni, lo trovano con "una mazza=20
di legno di 80 centimetri, una fionda in plastica con quattro pile stilo,=20
una cintura in cuoio con due moschettoni agli estremi". La sua foto =E8 la=
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numero 23. Sulla sua fronte la foto svela un bozzo grosso come il pugno di=
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un bambino.
Questa storia delle "armi improprie" ha anche degli esiti grotteschi. A.C.=
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=E8 accusato di "porto senza giustificato motivo di un portachiavi". Ma meno=
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grottesco =E8 il caso di F.R.. E' accusato "per il porto senza giustificato=
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motivo di numero 1 occhialini da nuoto di colore giallo e nero" e di una=20
"catena costruita in modo da portare all'estremit=E0 una rondella di ferro".=
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"E' un oggetto allarmante che probabilmente innesca la reazione furiosa=20
degli agenti che lo perquisiscono - scrive l'accusa - La sua =E8 la foto=20
numero 52. F.R. viene condotto in bagno da tre agenti. Gli dicono di=20
gettare tutto quel che ha nello zaino sul pavimento. Poi gli ordinano di=20
riprenderlo. Ogni volta che si abbassa per raccogliere qualcosa di suo,=20
riceve un calcio in bocca. Ora cominciano a perquisirlo. Gli tagliano la=20
cinta con un coltello, con la catena gli stringono la gola. C.P. e D.R.=20
racconteranno ai magistrati di aver appreso dalla viva voce di F.R. del=20
tentativo di sodomizzazione subito. F.R. negher=E0".
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A. S., siciliano, venticinque anni, =E8 ritratto nella foto numero 53. Ha il=
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naso gonfio e tumefatto, gli zigomi blu, il labbro superiore gonfio.=20
Secondo copione, all'arrivo in caserma viene insultato. Gli dicono di=20
entrare nella sala benessere. Lo costringono ad inginocchiarsi faccia al=20
muro, mani dietro la testa. I poliziotti iniziano a colpirlo. Dopo le prime=
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percosse, viene condotto in bagno con tre agenti. A.S. =E8 il primo dei=20
perquisiti. Mentre si spoglia riceve i primi colpi alla schiena e pugni in=
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faccia. Lo zigomo sinistro si gonfia subito. Poi inizia il vero pestaggio.=
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Lo colpiscono in tutto il corpo, riceve una gomitata al fianco che gli=20
toglie il fiato. Lo fotografano, ma A.S. non sar=E0 n=E9 denunciato, n=E9 il=
suo=20
nome risulter=E0 tra gli ospiti della caserma Raniero.
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Tutti questi ragazzi hanno riconosciuto i loro aggressori. Anche se non=20
tutti hanno in animo di confermarlo nell'incidente probatorio. Nell'udienza=
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del riesame, i pubblici ministeri hanno presentato due relazioni di=20
servizio con le quali raccontano le telefonate di due testimoni-parti=20
offese che hanno comunicato l'otto maggio alla Procura "di essere troppo=20
terrorizzati dal clamore della vicenda per avere il coraggio di indicare=20
dinanzi ad un giudice chi li ha aggrediti". Sembrano esserci pochi dubbi=20
sul clima di violenza che si respir=F2 quel giorno nella caserma "Raniero".=
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D'altronde, anche gli agenti indagati hanno ammesso negli interrogatori=20
"spintoni e schiaffi". Ma se questo quadro trova importanti riscontri nelle=
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foto, nelle testimonianze e nelle ammissioni, c'=E8 una novit=E0 anche sul=
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mistero di chi ordin=F2 agli equipaggi delle volanti di trasferire alla=20
Raniero i ragazzi individuati negli ospedali. Alessandro Marangoni, capo di=
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gabinetto della Questura diretta da Nicola Izzo, a sorpresa ha raccontato=20
ai giudici di essere stato lui a dare quell'ordine.
Nessun passa-parola, dunque, nessuna nebbiosa e dimenticata responsabilit=E0=
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di quell'ordine. Marangoni se ne assume la paternit=E0. E' un tassello=20
importante. Come rivelatore sono i fogli delle ore di straordinario=20
rintracciati in Questura dai pubblici ministeri. Svelano qualche rotonda=20
bugia. Interrogato dal gip, Solimene assicura che il 17 marzo si allontana=
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dalla caserma alle 14, a fine turno. "Avevo urgenza di tornare a casa". Il=
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foglio che gli assicura, quel giorno, cinque ore di straordinario lo=20
colloca alla "Raniero" fino alle sette del pomeriggio. Stesso discorso per=
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Francesco Adesso.
Il cerchio delle nuove contestazioni, da ieri nel fascicolo del Tribunale=20
del Riesame, sembra chiudersi con la testimonianza di un giovane avvocato=20
napoletano, S..
Gli agenti agli arresti domiciliari hanno ammesso di non aver autorizzato=20
nessuna comunicazione con l'esterno della caserma, impedendo anche la=20
telefonata agli avvocati (obbligatoria per legge) per evitare che venisse=20
individuato il luogo dove si stavano raccogliendo i ragazzi da=20
identificare. L'avvocato S. ha raccontato ai pubblici ministeri (e il suo=20
verbale =E8 ora agli atti del riesame) che gi=E0 dal primo pomeriggio, tent=
=F2=20
insistentemente di entrare nella caserma per assistere i fermati e fu=20
ripetutamente respinto da agenti della Guardia di Finanza che presidiavano=
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il perimetro esterno della Raniero.