Auteur: karlse Date: Sujet: R: [Cerchio] Re: [movimento] Una chiaccherata informale sul Karl
Marx di MaximilienRubel ...
Pkrainer wrote: >
> messa così la frase chiaro che lascia parecchie perplessità,
> confermando la sensazione ormai abbastanza corrente che il
> materialismo marxiano fosse idealista alquanto...
> ma se tu vedi una persona, nel senso di una donna o un uomo
> (meglio se vedi una donna, ovvio), perché questo é poil
> soggetto, che liberamente agisce, avendo sbrigato le quattro
> sciocchezze relative alla necessità della riproduzione di sè
> (fare la doccia, andare al cesso, pettinarsi, procurarsi e
> prepararsi da mangiare, provvedere alla manutenzione
> dell'ambiente circostante, occuparsi delle necessità di
> persone care che magari non sono in grado di provvedervi da
> sé) non si potrebbe dire, ad aver vogli a di parlare in una
> maniera così in ghingheri, che ha superato l'alienzaione di
> sè. Ogni volta che ti godi la tua presenza del mondo e la
> metti in giopco con altri, di quale alienazione sei
> prigioniero? non occorre neppure il Comunismo maiuscolo, che
> anche lui sembra un poco un gadget per filosofi, basta una
> prassi appassionata e sovversiva
> Ohilà, si è sbloccata Cerchio e torna fuori un vecchio mio msg...
Vediamo. Premetto che non considero il materialismo marxiano idealista,
ma semplicemente un pensiero in fieri che nel corso del suo svolgersi si
è via via depurato dell'idealismo da cui partiva. E non ritengo molto
sensato andare a recuperare di quel pensiero proprio gli elementi che
dal suo autore sono stati abbandonati.
Proprio perché materialista, però, io non penso che le necessirtà della
riproduzione siano quattro sciocchezze di cui ci si possa liberare con
facilità. Al contrario, è solo in queste materialità dovute alla
soddisfazione dei bisogni, che a loro volta stanno alla base dei
desideri, che si crea quella socialità (rapporti di produzione) che è
del tutto originaria, precedente alla costituzione di qulsivoglia
soggetto e o individuo. in altrle parole, non c'è individuo se non c'è
società, e la società è lavoro e linguaggio. Per un lungo periodo
storico la società è stata dominata dalle necessità materiali, ma il
modo in cui ha cercato di liberarsi da esse è stato determinante. Il
comunismo dovrebbe consistere in questo: una società che riconosce se
stessa come fondamento, e organizza in modo razionale e collettivo il
modo di soddisfare queste necessità materiali. Diciamo che l'orizzonte
della libertà allora si pone oltre, come dici tu, le necessità
materiali, ma fino a che queste dominano, la libertà dove sta?
>
> > Al contrario, il discorso scientifico ha una sua
> intrinseca
> > "democraticità" perché pubblico e verificabile da
> chiunque, a
> > prescindere dai convincimenti morali e soprattutto dalla
> propria
> > biografia.
> > Non sto dicendo che non ci debba essere anche passione
> etica, ma che se
> > non è fondata su un discorso materialistico, oggettivo,
> scientifico,
> > semplicemente non è fonfdata, è del tutto arbitraria.
>
> qui mi trovo meno: ci vorrebbe qualche esempio di "discorso
> scientifico"
>
Ovviamente penso alla marxiana critica dell'economia politica, che
dimostra scientificamente, attraverso la teoria del valore con annessi e
connessi, che lo sfruttamento esiste, è misurabile, e che esiste una
dinamica oggettiva del modo di produzione capitalistico.
>
> dalle passioni del corpo vivo, dicono alcuni (Cesarano,
> Vaneigem, Camatte...) e io qualcosa di vero ce lo vedo, sai?
>
Può essere, però ciò non mi dice molto su come queste passioni possano
divenire collettive e dare forma alla società. Perché altrimenti
diventano un percorso di liberazione meramente individuale. Quello che
voglio dire molto banalmente è questo: ci sono persone come te che sono
esemplari per libertà e capcità di comunicare questa libertà ad altri.
Ma questo dipende dalla tua biografia, e non mi aiuta a far sì che
questa tua pratica di liberazione diventi l'orizzonte di senso che dà
forma alla società tutta. E il dramma è che non si vede, nel
capitalismo, come cacchio si faccia ad uscire dall'orizzonte della
necessità.
>
> > Insomma, l'individuo è prodotto dei rapporti di
> produzione?
> > Io caro Marco ho poca fiducia negli individui liberati;
> preferisco una
> > analisi "scientifica" su come, a partire dai rapporti
> sociali, si
> > costituisce quel feticcio che viene chiamato "individuo"
>
> anche qui, se il discorso lo spingi verso il filosofico,
> l'individuo é feticcio, ma da un'altra parte converrai che
> l'individuo, ciò che sta dentro il punto di vista, mentre
> tutti gli altri gli sono esterni, é esperienza corrente
>
Mah, tengovolutamente un limguaggio filosoficheggiante perché mi
permette di essere generico fino alla banalità. Quello che voglio dire è
questo: ciascuno di noi, fin nel midollo, è prodotto storico di forze
impersonali perché collettive (lavoro e linguaggio); esistiamo anche
materialmente perché c'è una socialità e una società; la società è il
prius e l'individuo è derivato; la negazione di questa elementare verità
è un prodotto storico di una classe sociale,la borghesia, che per
sfondare il mdp feudale ha creato l'ideologia dell'individuo
proprietario e quindi libero eccetera, ideologia che è divenuta del
Soggetto da Cartesio in poi; ideologia non solo filoosofica, ma anche
spicciola. L'idea di questo individuo sta finendo assieme alla classe
chel'ha propugnata, la borghesia. L'idea della società che dovrebbe
sostituirla stenta ad affermarsi, perché nel mdp capitalistico non c'è
lo spazio materiale per pratiche alternative. Banalmente: l'ideologia
dell'individuo prende forza perché negli interstizi del feudalesimo c'è
il mercante che diventa imprenditore ecc.; nel capitalismo non c'è un
settore della società che può decidere di regolare il proprio ricambio
organico con la natura (superare le necessità materiali) in modo
razionale e collettivo. Problema mio e nostro,penso: dove stanno queste
pratiche? ci possono essere? possono non essere percorsi individuali di
liberazione che nulla cambiano in chi non ha la fortuna di imbroccarli?
> nel senso che l'impianto idealistico é essenzialmente
> borghese, portato del principio di proprietà in ambito
> filosofico? o intendi qualcosa di più?
un po' di più, come ho cercato di spiegare male: termini come individuo
e soggetto sono integralmente borghesi e non utilizzabili
> Abbraccioni alla tua crescente tribù
> Paolo merci, anche a te!
S.