Autore: Pkrainer Data: Oggetto: R: [Cerchio] Re: [movimento] Una chiaccherata informale sul Karl Marx
di MaximilienRubel ...
----- Original Message -----
From: karlse <karlse@???>
qualche rapida considerazione "dialettica" sul perché > non mi convince il richiamo all'etica a scapito della scienza. > So che non ami per nulla Althusser, ma, oltre le rigide separazioni, io > credo che abbia avuto molte ragioni e pochi torti. L'opzione > materialistica consiste nel "non raccontare né raccontarsi storie", e io > ho pochi dubbi che quella che racconta del Soggetto che supera > l'alienazione di sé in un più o meno mitico Comunismo sia una bella > storia che non ha retto alla prova dei fatti, che sono quelli che > contano.
messa così la frase chiaro che lascia parecchie perplessità,
confermando la sensazione ormai abbastanza corrente che il
materialismo marxiano fosse idealista alquanto...
ma se tu vedi una persona, nel senso di una donna o un uomo
(meglio se vedi una donna, ovvio), perché questo é poil
soggetto, che liberamente agisce, avendo sbrigato le quattro
sciocchezze relative alla necessità della riproduzione di sè
(fare la doccia, andare al cesso, pettinarsi, procurarsi e
prepararsi da mangiare, provvedere alla manutenzione
dell'ambiente circostante, occuparsi delle necessità di
persone care che magari non sono in grado di provvedervi da
sé) non si potrebbe dire, ad aver vogli a di parlare in una
maniera così in ghingheri, che ha superato l'alienzaione di
sè. Ogni volta che ti godi la tua presenza del mondo e la
metti in giopco con altri, di quale alienazione sei
prigioniero? non occorre neppure il Comunismo maiuscolo, che
anche lui sembra un poco un gadget per filosofi, basta una
prassi appassionata e sovversiva
Il Marx del Soggetto, giovane o meno giovane, è
assolutamente > inutilizzabile.
> Etica? MA quale? Esiste un'etica di classe? I valori fondanti quali > sono? Giustizia sociale, Liberazione?
> Soprattutto, chi decide quali devono essere questi valori?
> All'opposto di te, credo sia stato proprio l'insistere sulla dimensione > etica, di sforzo verso una meta, ciò che ha portato all'astrattizzazione > del ppolitico, alla delega ecc.: non è un caso che l'influsso > positivista nella seconda internazionale si manifesti proprio in ciò, e > che il miglior libro di Kautsky sia Etica e concezione materialistica. > Chi, se non il partito, ossia i suoi funzionari, è depositario dei > Valori, da trasmettere a una massa più o meno abbrutita che pensa solo > al suo particulare?
fin qui, troppo d'accordo
> Al contrario, il discorso scientifico ha una sua intrinseca > "democraticità" perché pubblico e verificabile da chiunque, a > prescindere dai convincimenti morali e soprattutto dalla propria > biografia.
> Non sto dicendo che non ci debba essere anche passione etica, ma che se > non è fondata su un discorso materialistico, oggettivo, scientifico, > semplicemente non è fonfdata, è del tutto arbitraria.
qui mi trovo meno: ci vorrebbe qualche esempio di "discorso
scientifico"
> Altro Problema. Tu dirai: è l'individuo che nel fuoco della lotta > sviluppa un'etica di liberazione, che si fonde con quella di altri > individui fino a formare un Soggetto collettivo che libera la Storia. > Ma, se viviamo nell'epoca della sussunzione reale di tutte le forme al > capitale, se viviamo nell'epoca dell'astratto, da dove mai trova > origine, come si costituisce questo individuo liberato e liberante?
dalle passioni del corpo vivo, dicono alcuni (Cesarano,
Vaneigem, Camatte...) e io qualcosa di vero ce lo vedo, sai?
> O è frutto di contraddizione oggettiva, che allora è il caso di > analizzare "scientificamente", per capire se su da esse si crea qualche > frattura - e non è detto poi che su di essa si possa operare!
La contraddizione oggettiva é ancora quella di cui sopra: il
processo di valorizzazione si nutre di individui viventi,
giacché i morti nè lavorano né consumano. Quindi quella
immobilità mortifera che gli ci vorrebbe non se la può
permettere. E' la solita contraddizione, se ci pensi.
> Insomma, l'individuo è prodotto dei rapporti di produzione? > Io caro Marco ho poca fiducia negli individui liberati; preferisco una > analisi "scientifica" su come, a partire dai rapporti sociali, si > costituisce quel feticcio che viene chiamato "individuo"
anche qui, se il discorso lo spingi verso il filosofico,
l'individuo é feticcio, ma da un'altra parte converrai che
l'individuo, ciò che sta dentro il punto di vista, mentre
tutti gli altri gli sono esterni, é esperienza corrente
piuttosto che > quel super feticcio un po' abusato, da maneggiare con cautela, che si > chiama "soggetto" - concetto che se indagato storicamente e > materialisticamente, si rivela sempre più legato alla borghesia e da > essa e su di essa modellato.
> Per ora termino qua, un abbraccio
> Sergio
nel senso che l'impianto idealistico é essenzialmente
borghese, portato del principio di proprietà in ambito
filosofico? o intendi qualcosa di più?
Abbraccioni alla tua crescente tribù
Paolo