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Sent: Tuesday, May 07, 2002 12:42 PM
Subject: [movimento] Comunicato coll. femm. Baba Jaga
MILANO 2002
Dopo più di vent'anni, l'esperienza di occupazione del CSOA
Garibaldi sta per essere cancellata in nome della Kultura
Alta - l'Accademia di Brera - e degli interessi speculativi
di Immobiliari e Comune.
Ma chi c'è dentro quello stabile?
Femministe - Comuniste/i - Anarchiche/ci - Autonome/i,
Artigiane/i - Lesbiche - Gay - No-global - OCCUPANTI.
Ci siamo noi. I cattivi soggetti in cui sopravvive il senso
della rivolta contro i potenti e contro le oppressioni.
Gli conviene cancellarci. Vogliono farlo non solo attraverso
la distruzione di un luogo fisico, ma togliendoci la parola,
sminuendo i nostri contenuti, le nostre istanze, le nostre
identità e storie, ingabbiandoci in etichette prefabbricate,
annientando unicità e differenze, che sono la nostra
ricchezza e il loro più grande pericolo.
Ci hanno insegnato lingua e parola nelle loro scuole. Ci
hanno classificati. Ci hanno diviso in buoni e cattivi per
ordinarci meglio. Ci hanno dato lavoro per consumare di più
e televisione per omologarci. Come per gioco ci hanno
consegnato le loro Arti e i loro Mestieri di guerra, di
politica, di omicidi sociali silenziosi, di solitudini
chiuse nel cemento di case tutte uguali.
Ora ci accusano di propaganda e incitamento all'illegalità
di massa, di occupazione abusiva, di atti violenti contro la
proprietà "privata", di creare disordine/kaos.
Si, gli conviene cancellarci, cancellare le nostre storie
diverse, vite diverse, esperienze diverse. Siamo attori e
attrici del disordine, incompatibili con una città
"ordinata, pulita e normale" che vuole nascondere la polvere
delle proprie contraddizioni sotto il tappeto
dell'appiattimento.
Rivendichiamo la nostra identità "altra di femministe e
donne che hanno scelto il disordine delle esperienze, del
pensiero non omologato, di una sessualità libera e
consapevole e delle lotte sociali.
Per quest'appartenenza, e non solo, difenderemo quello
spazio, perché li abbiamo messo in gioco i nostri corpi e le
nostre menti, nella costruzione di un mondo in cui sia
garantita a tutti/e quella libertà di scelta che sempre più
spesso ci negano. Perché da li siamo partite, in quanto
donne che difendono i loro diritti e rivendicano la
realizzazione dei loro desideri. Perché li, affrontando le
contraddizioni di genere e classe, abbiamo sperimentato
percorsi di liberazione collettiva e individuale da una
cultura e da un sistema unico che ci vuole ricondurre a
ruoli che non solo non ci appartengono, ma ci annientano
rendendoci invisibili.
Noi non permetteremo che il silenzio generale venga usato
dagli organi di sorveglianza dalla legge per reprimere e
punire il dissenso politico che si è sempre praticato in
quel luogo di "disordine".
Per questo noi non temiamo sgomberi né repressione, siamo
una realtà che non dalla disperazione, ma dal desiderio, dai
bisogni trae ragione di odio verso i padroni e di
inflessibilità nella lotta.
NIENTE E' SCRITTO, MA QUELLO CHE LO E', E' SCRITTO DA NOI
Collettivo Femminista Baba Jaga
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