non c'entra nulla ma la descrizione è bellissima ;-)
> E VENNE IL GRANDE GIORNO
>
>
> Da un pò di tempo non mi facevo sentire in lista, forse per non essere
> pedante, forse perché in casa nostra era tornata un minimo di pace.
Durante
> questo periodo il mio Alfredo, dopo una lunga serie di devastanti
avventure
> "disobbedienti" (di cui vi ho già raccontato) pareva aver messo giudizio.
In
> realtà qualcosa d'altro bolliva in pentola. Perciò non mi rimane altro che
> sfogarmi con voi, amiche e amici, visto anche la solidarietà che mi avete
> inviato in privato.
> A casa, già da una quindicina di giorni, si respirava un'atmosfera
> impalpabile, rarefatta, ma nello stesso tempo gravida dell'inquietudine
> delle grandi attese. Alfredo si aggirava con l'aria di chi la sa lunga:
> sguardo affilato, una calma per lui innaturale. Non mosse ciglio nemmeno
il
> giorno in cui un nostro coinquilino occupò per sbaglio il suo posto auto
nel
> parcheggio condominiale. In altri momenti gli avrebbe strappato le braccia
> per poi schiaffeggiarlo con le sue proprie mani o aperto la sua cassa
> toracica con una scure e cagato dentro dopo avergli praticato una
> rettoscopia con un Black & Decker. Anche Birillo, che già sapeva,
> sonnecchiava pacioso nella sua cuccia come sanno fare i trichechi da
> compagnia. Ma non mi convinceva affatto. La rovina era in agguato.
> E venne, non inaspettato, il Grande Annuncio. Alfredo stramazzò malamente
in
> soggiorno dopo essere entrato scordandosi, nella fretta, di aprire la
porta.
> - Arriva! Arriva!-. - Chi?-, gli chiedo già prefigurandomi il
disastro. -Il
> nostro Portavoce, il nostro Amato Fratello! Abiterà nella nostra città per
> alcuni mesi!- urlò a diecimila decibel nel deliquio più totale.
> Insomma per farla breve andò così: già tempo prima al Centro Sociale
> fervevano i preparativi. Grandi somme e risorse umane furono investite per
> una degna accoglienza del Portavoce: perché il Condottiero si ritrovasse
in
> ambiente famigliare, intorno al Centro fu scavato un fitto intrico di
> canali, sfruttando la rete viaria del quartiere, collegati da romantici
> ponticelli sui quali sostavano compagni teatranti che mimavano turisti
> giapponesi che si fotografavano a vicenda. Altri si travestirono da
piccioni
> e scagazzavavo in giro per sembrare più veri. Per l'occasione furono
> deportati dalla sede dei DS e della CGIL locali (esponendoli al pubblico
> ludibrio durante il percorso in ginocchio fino al Centro) tutti i
dirigenti.
> Furono poi costretti a scavare a mò di scarriolanti a suon di scudiscio.
> Così, a causa di vecchie ruggini.
> La cucina fu degnamente ristrutturata e rifornita (dai dirigenti Coop,
anche
> loro a frustate, deportati per la stesse ragioni di cui prima). Del resto
> bisognava pur assicurare al Gran Narratore una certa continuità nella sua
> alimentazione abituale; i cuochi (questi, nostrani) prepararono il menù
> giornaliero che poi tutti i suoi compagni del Centro adottarono per
> deferenza:
> Colazione - sarde in saòr, folpetti de laguna e nervetti. Vino del Bosco
> Eliceo a scrosci.
> Pranzo- polenta e schie, polenta e baccalà, cozze e vongole della Sacca
> degli Scardovari. Merlot a diluvio.
> Cena- pastisada de sfilacci de cavao, fegato alla veneta, brasato di
somaro
> con polenta. Cabernet a fortunale.
> Per la Sua mobilità fu costruita una gondola da parata provvista di motore
e
> ruote ovali per imitare un dolce rollio e beccheggio del mezzo. Ogni volta
> che si fermava ad un semaforo (si sa che questi folli l'unica legge alla
> quale non "disobbediscono" è il codice stradale) il finto natante veniva
> agitato a mano dai compagni della scorta per non interrompere il Suo
> godimento. Fu costruita anche una flotta di gondole proletarie per il
> numeroso seguito però dalle stesse caratteristiche tecniche. Al remo
(finto,
> ma del peso di due quintali), incatenato ad una caviglia e frustato ad
> libitum, fu posto il Sig. Prefetto in persona (forse a causa dell'apertura
> di un CPT).
> Il giorno del Grande Arrivo l'accoglienza fu trionfale: per prima cosa
> furono dati alle fiamme gli alberghi di lusso prospicenti la stazione
perché
> il benvenuto fosse più visibilmente caldo. Per lo stesso motivo si volle
> inscenare una furiosa "zizza" (come chiamano loro il martirizzare le
povere
> forze dell'ordine) nell'atrio della stazione per mostrare la capacità
d'arme
> dei suoi fratelli. Ma gli uomini in divisa, che non sono "mona", si misero
> tutti in malattia il giorno prima. Così furono deportati tutti i dirigenti
> della Confindustria locale (forse a causa dell'art.18), vestiti da
> poliziotti e costretti a subire sevizie inenarrabili.
> Il Gran Compagno fu prelevato al treno da una delegazione di energumeni
che
> per l'occasione e per rinverdire i bei vecchi tempi vestivano la tuta
> bianca. Egli fu accomodato su un enorme gommone da gran parata portato a
> spalla e depositato con gentile cautela sulla Sua gondola. Due ali di
> "fratelli e sorelle" in delirio accoglievano il piccolo corteo. Qualcuno
> fece anche all'amore. Altri, più tradizionalisti, sacrificarono lo sbirro
> grasso amorevolmente allevato per l'occasione.
> Care e cari, ora io mi chiedo: ma si può andare avanti così? Non potevo
> innamorarmi di un mite impiegato di banca invece di 'sto deficiente di
> Alfredo?
> Scusatemi ancora per l'invadenza in lista, vi amo, vostra Susy.
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