[Cerchio] ne' scuola statale,ne' privata

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Autor: Malega
Data:  
Asunto: [Cerchio] ne' scuola statale,ne' privata
N=E9 scuola pubblica n=E9 scuola privata: ma pubblica non statale

di Francesco Codello



Una terza via radicalmente differente dalle altre: un progetto che si =
sta gi=E0 concretizzando.


Seguendo il gran parlare che si fa da qualche tempo a questa parte delle =
sempre tentate riforme scolastiche (prima Berlinguer ora Moratti) ci si =
fa un'idea un po' distorta dei veri problemi che deve affrontare la =
scuola oggi e soprattutto si rischia di finire impantanati in una oziosa =
quanto non utile discussione. Sembra, a sentire i commenti sul tema a =
destra e a manca, che la grande posta in gioco sia da un lato (sinistra) =
la difesa ad oltranza della scuola statale (dimenticando un po' troppo =
in fretta le politiche in materia del ministro Berlinguer), dall'altro =
(destra) la promozione della scuola privata (leggi cattolica). Le =
differenze in realt=E0, se prendiamo come termini di paragone le =
politiche concrete dei due ministri, sono molto pi=F9 attenuate e =
sfumate, e ben lo sanno coloro che in modo disincantato guardano agli =
atti concreti in materia dei due governi. Per quanto mi riguarda poi =
credo veramente che il problema cos=EC posto sia assolutamente =
fuorviante. Innanzitutto ambedue le proposte sono sorrette da una comune =
filosofia che, per dirla con poche parole, si riassume nel considerare =
l'essere umano come "capitale umano" e pertanto la sua valorizzazione =
diventa un concetto economico prima che etico. Ambedue le filosofie si =
preoccupano infatti di progettare una scuola, quindi un'educazione e un =
apprendimento, che serva a formare un futuro lavoratore e pertanto di =
avvalersi di un'organizzazione gerarchica che mutui, seppur con i dovuti =
distinguo, la sua struttura dall'azienda, vista come la base =
imprescindibile di ogni economia. Allora che l'azienda sia di stato o =
privata, per quelli che vi devono convivere, poco cambia in termini di =
espansione libera delle proprie potenzialit=E0. Sta infatti proprio =
nell'idea di fondo circa la funzione della scuola, in questo sono =
accomunate destra e sinistra, il nocciolo della questione, vale a dire =
in questa comune idea della formazione intesa come "formazione ad uno =
specifico" che =E8 tutto proteso ad un comune dover essere. Alla base =
cio=E8 di questa visione troviamo un'idea filosofica e pedagogica ben =
precisa di uomo e di educazione che privilegia il divenire rispetto =
all'essere. In questa prospettiva gioco forza la dimensione privilegiata =
all'interno della scuola =E8 quella del tempo (tutta l'organizzazione =
scolastica si regge sull'organizzazione del tempo per l'insegnamento) =
rispetto a quella dello spazio di espansione e di sviluppo individuale =
(l'apprendimento). Se veramente il nocciolo del problema =E8 che la =
scuola (non importa dopo quale riforma) deve servire a formare il =
cittadino-lavoratore secondo una certa idea di cittadino e di =
lavoratore, e non importa qui quale, significa che ci=F2 che veramente =
ogni individuo =E8, ci=F2 che ogni essere umano sar=E0 autonomamente e =
liberamente, deve essere sacrificato sull'altare del dover essere =
perch=E9 =E8 un capitale che va valorizzato affinch=E9 dia i frutti =
desiderati.


Rivoluzione copernicana
Come si pu=F2 capire a nessuno degli schieramenti in campo interessa =
veramente educare (ex ducere, tirar fuori) quanto piuttosto plasmare, =
formare, inculcare. E purtroppo spesso ci=F2 non interessa neanche a =
certi insegnanti, magari anche sindacalizzati o progressisti in =
politica. La scuola dovrebbe, dal mio punto di vista, preoccuparsi =
invece di creare le condizioni perch=E9 ogni bambino/a, ogni ragazzo/a =
possa esprimere esattamente quello che =E8, possa imparare ad imparare, =
apprendere ci=F2 che desidera, relazionare in modo libero, spontaneo ed =
egualitario, esprimere appieno la sua vera autonomia. In sostanza credo =
in una scuola che si preoccupi dell'espansione libera dell'essere =
piuttosto che formare per il dover essere, che rifiuti pertanto ogni =
imposizione arbitraria di un'idea di uomo da imitare o da costruire. Una =
scuola che si preoccupi pertanto di garantire lo spazio pi=F9 ampio =
possibile ad ogni individuo e al suo apprendimento piuttosto che =
organizzare ossessivamente il tempo dell'insegnamento. Questa vera e =
propria rivoluzione copernicana mette al centro della discussione il =
valore dell'individuo rispetto alle pretese dell'istituzione e =
costituisce la vera garanzia per un contesto di libert=E0 e di ricerca =
autonoma. Di questo si parla poco anche nelle rivendicazioni sindacali, =
anche in quelle pi=F9 radicali e si rischia cos=EC di vanificare una =
giusta causa (una maggiore dignit=E0 e autonomia dell'insegnante, =
comprensiva di uno stipendio che riconosca effettivamente l'importanza =
di questa professione) assoggettandola a lotte e obiettivi che non =
contemplino questa svolta radicale. Si capisce pertanto come la =
discussione su statale o privato sia fuorviante se non vista alla luce =
del problema vero della scuola: partire sempre dal centro della sua =
esistenza, vale a dire dai ragazzi, dalle loro vocazioni, dai loro =
desideri. Perch=E9 aveva ragione Oscar Wilde quando sosteneva che =
"niente di quello che valga veramente la pena di essere appreso pu=F2 =
essere insegnato" poich=E9 l'esperienza non =E8 trasmissibile mentre lo =
=E8 il dogmatismo. Scrive giustamente Raniero Regni che un educatore =
dovrebbe essere un liberatore, "dovrebbe essere colui che aiuta i suoi =
allievi a liberarsi dalle paure e dalle catene interiori. Una persona =
che cresce nel veder crescere. Una persona che nella sua autonomia aiuta =
gli altri a fare da soli, aiutandoli a divenire a loro volta autonomi" =
(R. Regni, Autonomia & Empowerment, Roma, Armando, 1999). Se questo, e =
altro, =E8 ci=F2 che veramente conta, =E8 anche importante che una =
scuola abbia la vera autonomia di modellarsi sulle esigenze dei ragazzi =
e degli adulti che la compongono. La scuola statale ha svolto =
indubbiamente una sua funzione, nonostante la logica dello Stato e dei =
governi, nell'estendere la sua dimensione pubblica, vale a dire che =
pi=F9 accentua il suo essere di tutti pi=F9 entra in collisione con la =
logica del potere statale, ma ormai non basta pi=F9 (per noi anarchici =
da sempre) proprio perch=E9 nessun potere, nessun ministro pu=F2 =
rinunciare ad avere una sua pedagogia e a farla diventare una pedagogia =
di Stato. La scuola pertanto dovrebbe essere organizzata e gestita da =
chi la vive (ragazzi, insegnanti, genitori e tutti coloro che vi =
lavorano) e modellarsi continuamente sulle loro esigenze, garantendo in =
maniera vera e non fittizia il suo carattere pubblico (perch=E9 =
realmente aperta a tutti) ma senza i condizionamenti dello Stato. Una =
scuola che si immerga nella comunit=E0 e che attinga i suoi saperi dalla =
comunit=E0 che la circonda e da tutte quelle occasioni di incontro e di =
scambio che =E8 in grado di crearsi e di promuovere. Una scuola pubblica =
non statale =E8 quel modello di organizzazione dell'apprendimento che =
permette ad una comunit=E0 di crescere veramente autonomamente senza =
imposizioni ma con le regole necessarie che scaturiscono dal libero =
incontro e confronto con le altre comunit=E0 federate. Un'organizzazione =
libera di definire i suoi tempi sui tempi dei ragazzi e non su quelli =
dell'orario delle discipline, che ricomponga anzi l'unitariet=E0 della =
conoscenza attraverso un meta-apprendimento, che rifugga dalla morsa =
schiacciante dell'obbligatoriet=E0 del curricolo nutrendo veramente la =
molteplicit=E0 delle intelligenze, promuovendo e alimentando tutti i =
linguaggi umani. Infine una scuola che sappia vivere fino in fondo =
rapporti egualitari e libertari fondati sull'accettazione di ognuno per =
quello che =E8, che sappia praticare fin dall'inizio la democrazia =
diretta e la determinazione collettiva delle decisioni e delle regole. =
Scuole come questa esistono gi=E0 nel mondo e seppure con fatica stanno =
sviluppandosi in diversi continenti, rappresentando modelli certi di =
un'alternativa pubblica e non statale di educazione e di istruzione.=20
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