R: [Cerchio] da peacelink.it sui poliziotti di genova e napo…

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Auteur: marina
Date:  
Sujet: R: [Cerchio] da peacelink.it sui poliziotti di genova e napoli
Vorrei sapere dove cazzo erano i poliziotti responsabili quando si
trattava di isolare i loro colleghi bestie dopo Napoli e dopo Genova.
Vorrei sapere come si comporterebbe quel poliziotto angelo se si fosse
trovato in piazza di fianco all'altro. vorrei sapere perch=E9 dovrei
ancora fidarmi di questa gente. Vorrei sapere perch=E9 i poliziotti si
incatenano se davvero pensano che spaccare la testa agli inermi in un
cesso schifoso sia cosa da non fare.
Vorrei sapere come chiunque di noi potr=E0 avere il coraggio di =
denunciare
un furto. Io non ci metter=F2 pi=F9 piede di sicuro in una questura.=20
Quanto all'addestramento hai ragione i manifestanti non sono barbari.
Loro si. Basterebbe che avessero un bel numerone sul casco e se la
menerebbero un po' di pi=F9 prima di sfondare crani.
Facciamo cos=EC: facciamo che tutti quei santi poliziotti altamente
democratici adesso tirano fuori i nomi di tutti gli aguzzini (sempre che
qualcuno che non lo =E8 ci sia) facciamo che i sindacati di polizia
condannano i colleghi torturatori. Facciamo che la polizia si scusa
pubblicamente per aver ampiamente tradito il mandato affidatogli dallo
stato. Facciamo che lo fanno anche i carabinieri e gi=E0 che ci siamo
anche la guardia di finanza. Facciamo che tutti quei merdoni
parlamentari di dx tacciono che tanto sappiamo come la pensano mai avuto
dubbi. E poi se mai ne riparliamo.=20
Scusa per lo sfogo non ce l'ho con te ce l'ho con loro

-----Messaggio originale-----
Da: cerchio-admin@??? [mailto:cerchio-admin@inventati.org] Per
conto di clochard
Inviato: gioved=EC 2 maggio 2002 0.00
A: cerchio@???
Oggetto: R: [Cerchio] da peacelink.it sui poliziotti di genova e napoli

Ma come fai a pensare, scusa, cose cos=EC improbabili e- non x tua
responsabilit=E0- abbastanza false, nel senso della "falsa coscienza"???



----- Original Message -----
From: Khorakhan=E9- Trezzi <ugomoi@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Wednesday, May 01, 2002 12:12 PM
Subject: [Cerchio] da peacelink.it sui poliziotti di genova e napoli


Poliziotti che picchiano, poliziotti che difendono
Ho due amici: Gianni che e' difeso dai poliziotti, Salvatore che e'
stato
picchiato. Il primo fa parte di Libera e ha promosso coraggiose
iniziative
per la confisca dei beni ai mafiosi: ora passa la volante sotto casa sua
per proteggerlo. Il secondo - uno psicologo gentile che organizza corsi
per
educare alla democrazia e al dialogo - fa parte di Attac. Lui un anno fa
era a Napoli, alla manifestazione antiglobalizzazione del marzo 2001.
Li'
venne ripetutamente colpito al capo mentre cercava di spiegare (invano)
ai
poliziotti che accanto a se' aveva un disabile. Ma perche' stavano li',
se
le
stavano cercando le mazzate? La verita' e' che non potevano fuggire,
erano
state bloccate dalla polizia tutte le vie di fuga e i manifestanti si
aspettavano solo di ricevere delle botte che sono puntualmente arrivate
con
un'insolita violenza. Questo mio amico - colpito a sangue mentre copriva
con il suo corpo il disabile - ha rischiato di finire sulla sedia a
rotelle. Non tutti i manifestanti erano pacifici, ma Salvatore lo era di
sicuro. Allora non c'era la "polizia cilena" di cui ha parlato D'Alema
dopo
il G8: c'era il centrosinistra al governo. La notizia del poliziotti
arrestati a Napoli per le violenze compiute in quella giornata
napoletana
ci obbliga pertanto ad un riesame piu' generale dei sistemi di
addestramento
dei poliziotti che non sembrano essere variati con il variare dei
governi e
del loro orientamento politico.

L'arresto dei poliziotti puo' scandalizzare chi non sa o fa finta di non
sapere cosa e' avvenuto un anno fa a Napoli. La solidarieta' manifestata
dai
quei poliziotti che si sono platealmente ammanettati e hanno inveito
contro
la magistratura non fa che avvelenare gli animi.
Noi nonviolenti che ruolo possiamo svolgere in questa circostanza?
Dobbiamo
saper compiere la paziente opera di chi vuole e sa distinguere, in una
impopolare ma benefica azione di dialogo.
Non possiamo "mettere insieme" chi ha picchiato Salvatore chi ora
protegge
Gianni. Dobbiamo distinguere il poliziotto che picchia e il poliziotto
che
difende, il poliziotto che scredita lo Stato democratico e il poliziotto
che lo incarna.

Noi sappiamo quanto e' importante l'azione delle forze dell'ordine in
citta'
a forte penetrazione mafiosa. La presenza e l'efficace azione di
contrasto
degli uomini in divisa e' premessa di legalita', e' la base stessa per
parlare
di partecipazione democratica e di rottura delle logiche dell'omerta'.
Ecco
perche' smarrire il dialogo significa smarrire la prospettiva stessa di
vittoria comune contro i poteri mafiosi. Ma proprio perche' abbiamo a
cuore
la legalita' non possiamo non tacere sull'addestramento dei poliziotti,
un
addestramento che sembra sottrarsi - almeno per alcuni aspetti
essenziali
concernenti l'uso della forza - al controllo democratico.
Faccio un esempio.

Un breve ma interessante filmato di Alberto Angela del 13 aprile scorso
ci
ha fatto scoprire le analogie di addestramento fra le legioni romane e
le
squadre di polizia nella gestione degli "scontri di piazza". Come
spiegava
il barbuto figlio di Piero Angela, i legionari romani dovevano avanzare
contro i barbari battendo sullo scudo ritmicamente la spada e cercando
di
incutere paura al nemico; il filmato riprendeva gli istruttori di
polizia
nel fare lo stesso. "Dobbiamo incutere paura", diceva l'istruttore in
tuta
nera nel cortile di addestramento, mentre in aula, li' dove si fa la
"teoria", un altro poliziotto istruttore sorridente spiegava con
chiarezza:
"Chi ci sta di fronte deve pensare che siamo bestie. Ma noi dobbiamo
sapere
che siamo bestie addestrate". Il filmato era relativo all'addestramento
della polizia francese e sarebbe interessante sapere se in Italia
vengono
applicati gli stessi principi con cui i legionari romani si addestravano
per ricacciare indietro i barbari.

Cosi' come per i programmi scolastici anche per i programmi di
addestramento
dei poliziotti occorre un controllo popolare, una supervisione e
un'approvazione che in ultima istanza deve toccare chi ha ricevuto un
mandato democratico. A noi personalmente non e' dato conoscere questi
programmi di addestramento, ed e' grave. I manifestanti non sono barbari
da
ricacciare indietro e la funzione dei poliziotti deve essere quella di
proteggere le persone e non di "punirle". Qualunque sia la
manifestazione a
cui partecipano, giuste o sbagliate che siano le loro idee (ma chi puo'
giudicare le idee?), le persone che i poliziotti hanno di fronte sono
cittadini da proteggere e da rispettare. E' qui la differenza fra
un'azione
di guerra (come quella che conducevano i legionari romani) e un'azione
di
polizia. L'azione di guerra ha come fine la sconfitta del nemico e la
sua
capitolazione. L'azione di polizia ha l'obiettivo di difendere i
cittadini,
la loro sicurezza e i loro beni. L'azione di guerra aumenta la violenza
fino a piegare l'avversario, l'azione di polizia riduce la violenza
usando
la forza come mezzo di protezione della societa'; l'esercito obbedisce
ad
una logica violenta, la polizia deve obbedire ad una logica nonviolenta.
Ecco perche' Gandhi nella nuova India indipendente non voleva l'esercito
ma
voleva la polizia.

Oggi, di fronte al clamore degli arresti, dobbiamo saper uscire dalla
logica della contrapposizione per chiedere - assieme ai poliziotti piu'
sensibili e democratici - che l'addestramento venga riformato e
comprenda
anche quei principi di formazione nonviolenta che mirano a proteggere i
cittadini e non a "ricacciare indietro i barbari".

Alessandro Marescotti

Associazione PeaceLink
Telematica per la Pace - Volontariato dell'informazione
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