[Cerchio] [originale] GUERRA BIOLOGICA NEI MERCATI - "L'uso …

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Aihe: [Cerchio] [originale] GUERRA BIOLOGICA NEI MERCATI - "L'uso delle piante officinali nel mercato sommerso"
Salve a tutt*,

marina, Domenica, 28 aprile 2002 ore 12:37:27 +0200
ha scritto a tutt* in "[noocse-bo] I: [macondo_tigullio] I:
AUTOBREVETTIAMOCI!!"
>Ragazzi questa è bellissima. Come si diceva una v olta : intervenite
>numerosi!!!
>Marina
>
>Data: sabato 27 aprile 2002 19.03
>Oggetto: AUTOBREVETTIAMOCI!!
>
>
>>SIAMO TUTTI DELLE INVENZIONI
>>
>>BREVETTATI PRIMA CHE SIA QUALCUNO A BREVETTARE TE!



Passo questo contributo di Cristaldi nel merito.
MT.

--Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
From: Mauro Cristaldi <Mauro.Cristaldi@???>
To: mrta@???
Subject: [originale] GUERRA BIOLOGICA NEI MERCATI - "L'uso delle piante
officinali nel mercato sommerso"
Date: Wed, 1 May 2002 11:53:13 +0200

"L'uso delle piante officinali nel mercato sommerso"
    di Mauro Cristaldi


    Per quanto dirò in questo intervento, voglio subito chiarire che
considero
secondario il problema della repressione dell'uso ricreazionale delle
droghe contenenti Tetraidrocannabinolo (THC), intendendo col termine
"droghe" nella sua corretta definizione erboristica e farmacologica quelle
"parti di organismi, generalmente vegetali, utili agli usi officinali". Nei
fatti esso appare il futile pretesto ed il paravento per la mancata
repressione di reati ben più gravi relativi al commercio internazionale di
droghe pesanti (Eroina, Ecstasy, LSD, Cocaina), le quali vengono presentate
sul mercato nero come occasionali alternative al THC, ovvero, nel
commercio legale, vengono artatamente sostituite nei loro effetti
terapeutici antidepressivi con altre sosanze psicotrope, che sono in
vendita in qualità di psicofarmaci protette dal marchio di rinomate case
farmaceutiche.
    Il problema della cosiddetta "liberalizzazione", a mio parere, va
invece
inserito in un contesto globale, in cui sta avvenendo - per le
caratteristiche di spoliazione a tutto campo, dell'uomo e della natura,
tipiche del sistema capitalistico e monopolistico dominante, appunto
"liberale" - la crescente speculazione a tappeto sulle risorse del pianeta
ai fini del massimo profitto (ne costituiscono casi limite: le risorse
energetiche non rinnovabili, l'elettronica spaziale bellica e "civile", gli
organismi geneticamente modificati), ovvero in conseguenza di inquinamento
(casi limite: effetto serra, contaminazione diffusa di origine bellica e
industriale). Tali risorse invece, di comune pertinenza dell'umanità,
costituiscono di per sé i beni inalienabili da rendere rinnovabili per le
future generazioni e non le proprietà esclusive di pochi esemplari della
nostra specie.
    Non è opportuno in questa sede che io faccia menzione delle
numerosissime
prove scientifiche che comprovano l'opportunità dell'uso preventivo e
clinico dei composti al THC derivanti da varietà di _Cannabis sativa_
particolarmente ricche di tale principio attivo naturale. In tali droghe
spicca la quasi totale assenza di effetti collaterali nel corretto uso
medico; se si eccettua l'effetto psichedelico, peraltro facilmente
dosabile, il quale può portare ad alterazioni della percezione durante la
guida, il rischio che ne deriva, soprattutto in combinazione con
l'assunzione di sostanze alcooliche, è ampiamente superato dagli enormi
vantaggi offerti da una elevatissima soglia di tossicità del principio
attivo stesso.
    In definitiva le attuali "ragioni" di mercato, che nell'economia
sommersa,
in "tacito" accordo di non belligeranza con i monopoli farmaceutici,
richiedono lo spaccio illegale di droghe contenenti THC e sono altresì le
stesse che impediscono la coltivazione legale della canapa (già coltura
tessile tradizionale nel nostro paese prima del prepondrante avvento del
cotone). Tali "ragioni" incoraggiano i tagli con sostanze estranee ed i
traffici illegali di stupefacenti, a motivo dei quali le droghe leggere,
contenenti THC, sono equiparate giuridicamente alle droghe pesanti, le
quali invece producono persistenti alterazioni della psiche con
assuefazioni difficilmente reversibili. L'economia sommersa che risulta da
tali commerci, nel cosiddetto sistema di riciclaggio di denaro sporco, fa
da supporto ai finanziamenti illeciti per il commercio di armi e la
corruzione di governi (vedi i casi esemplari di Afghanistan e Columbia).
Ma, mentre nella storia fino ad oggi si è giocato sulla conquista di nuove
risorse (scoperte geografiche, colonizzazione), oggi si gioca sempre di più
sull'espropriazione violenta di risorse residue (fonti energetiche,
foreste, risorse idriche, culture umane). In tale contesto la
liberalizzazione delle droghe, in generale richiesta da gruppi "radicals",
è del tutto funzionale alle riappropriazioni monopolistiche del mercato
delle piante officinali, in una prospettiva ventura di applicazione su di
esse delle tecnologie transgeniche. Già il THC ("Dronabinol") ed un'altro
cannabinoide ("Nabilone") sono stati chimicamente sintetizzati e lanciati
sul mercato farmaceutico.
    In una siffatta prospettiva di mercato aperta al massimo sfruttamento
delle risorse residue, dunque, la liberalizzazione del mercato delle
"droghe" verrebbe a favore solo dei colossi monopolistici della chimica,
della farmacologia e degli OGM, contribuendo all'espropriazione del
patrimonio botanico dalle colture autoctone. Se si volesse invece tendere
ad un più giusto recupero di mercato di queste droghe leggere (canapa e,
perché no, tabacco), si dovrebbe, come già per il caffè ed il cacao,
tendere a creare circuiti alternativi che ne garantiscano l'innocuità a
dosi adeguate, l'assenza di pesticidi ed altri xenobiotici mediante colture
biologiche, un mercato legale riservato soprattutto per tutti coloro (e
sembrano tanti in rapporto all'aumento in atto delle sindromi depressive,
delle malattie immunologiche e delle tossicodipendenze) che ne avrebbero
estremo bisogno ai fini di una terapia quotidiana ed innocua del dolore; il
commercio equo e solidale dovrebbe avere tutto l'interesse nel garantirne
la distribuzione corretta, anche a favore dei produttori.
    Per le ragioni suddette parteciperò alla giornata del 4 maggio,
opponendomi quindi al pericoloso acronimo "Liberation day", ma in stretta
solidarietà con coloro che chiedono la disponibilità legale di queste
sostanze ai fini preventivi e terapeutici, chiedendo una corretta
riformulazione delle leggi sulla detenzione ed il commercio di tali
sostanze, la cui filiera produttiva e la cui somministrazione deve essere
garantita da serie professionalità. E chissà se nel frattempo il movimento
per la riappropriazione del germoplasma volesse operare in Olanda - non più
soggetta a proibizionismo, ma pur sempre in ambito di Comunità Europea -
per brevettare, invece che se stessi (il che servirebbe soltanto
all'eventuale autoclonazione), qualche varietà di canapa, magari quella
ottenuta attraverso l'innesto del luppolo, più facilmente coltivabile in
un'Europa purtroppo assuefatta dalla storia a farsi del male da sola a
discapito di molti ed a favore di pochi.


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Prof. Mauro Cristaldi
naturalista ed erborista
associato di Anatomia Comparata
per Scienze Naturali
Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo
Università "La Sapienza"
Via A. Borelli 50
00161 ROMA
Tel.: ++39.(0)6.49918015
Fax: ++39.(0)6.4457516
Mauro Cristaldi <Mauro.Cristaldi@???>


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ALLEGATO:

SIAMO TUTTI DELLE INVENZIONI

BREVETTATI PRIMA CHE SIA QUALCUNO A BREVETTARE TE!

Questa è una rapina!
Un racket genetico-industriale costituito da una banda di
multinazionali (Novartis, Monsanto, DuPont, Aventis, ecc.) sta
procedendo alla confisca della materia vivente.
Il brevetto, ovvero quell'istituzione legale volta a difendere gli
interessi economici sulle invenzioni, è la loro arma.
Nel 1994 le forme di vita entrano nell'ambito delle cose brevettabili
grazie ad un protocollo (TRIPS) che è parte dell'Accordo Generale sul
Commercio (GATT) firmato da 150 paesi.
Da allora le imprese possono richiedere i brevetti sugli organismi
viventi, geneticamente modificati o meno, e inoltre sui geni,
compresi quelli umani, anche senza averne identificato la funzione,
basta rivendicarne lo stato di "invenzione biologica". La semplice
descrizione di un gene è sufficiente per appropriarsene.
Con la brevettabilità degli esseri viventi la vita stessa diventa una
merce, frazionabile, manipolabile e oggetto di possesso privato.
Questa è una rapina!
Compiuta non solo ai danni dei paesi poveri e del Sud del mondo dove
la ricchezza delle varietà naturali e la biodiversità diventano
oggetto di sfruttamento.
Biopirati in camice bianco vengono sguinzagliati nelle foreste e nei
luoghi naturali ancora intatti del pianeta all'arrembaggio dei tesori
biologici finora custoditi dalle popolazioni indigene locali come
bene comune.
Una rapina compiuta ai danni dei coltivatori di tutto il mondo, dai
quali le industrie detentrici dei brevetti esigono il pagamento dei
diritti sui semi di varietà vegetali brevettate anche nel caso in cui
questi semi provengano dal raccolto dell'anno precedente. Addirittura
per impedire il loro riutilizzo, vista la difficoltà di attuare un
controllo su tutte le coltivazioni, la Monsanto, un colosso
dell'agri-business, attraverso tecniche di manipolazione genetica ha
fatto in modo che le sue sementi risultino sterili: questo è il
famoso seme "Terminator", un seme che si suicida dopo la prima
generazione e che risulta impossibile da ripiantare.
Se la vita diventa una merce soggetta ai meccanismi del mercato e ad
una logica economica selvaggia, se il patrimonio genetico diventa una
proprietà privata i derubati siamo tutti noi !
La biodiversità è una ricchezza collettiva che non può essere
depredata da un pugno di banditi organizzati.
Contro il rischio di un controllo monopolistico della materia vivente
bisogna opporsi alla ricezione delle direttive internazionali ed
europee sulla brevettabilità del patrimonio biologico.
PRIMA DI DIVENTARE NOI STESSI BOTTINO IL 26 GIUGNO CI ANDREMO A
BREVETTARE ! INVITIAMO TUTTI A FARE LO STESSO!
LUNEDÌ 26 GIUGNO ORE 10
UFFICIO BREVETTI, PIAZZA DELLA COSTITUZIONE 8

KONTROVERSO

F.I.P VIA ZAMBONI 36 BOLOGNA


AL MINISTERO DELL'INDUSTRIA DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO    MODULO A
UFFICIO ITALIANO BREVETTI E MARCHI - BOLOGNA
DOMANDA DI BREVETTO PER INVENZIONE INDUSTRIALE, DEPOSITO RISERVE,
ANTICIPATA ACCESSIBILITA' AL PUBBLICO


IO SONO UN'INVENZIONE!

Io sottoscritto/a noto/a comeŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ., rivendico me stesso/a come
invenzione biologica unica ed irripetibile.
L'originalità del meccanismo che rappresento è data dalle seguenti
caratteristiche assolutamente peculiari:

- Data di fabbricazione        ____________________________________________
- Luogo di fabbricazione     ____________________________________________
- Forma
____________________________________________
- Peso
____________________________________________
- Dimensioni
____________________________________________
- Possibile utilizzo
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DISEGNO DELL'OGGETTO DA BREVETTARE:


ANNOTAZIONI SPECIALI    ___________________________________________
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FIRMA

N° MATRICOLA

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