[Forumlucca] la solita storia

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Autor: Marcantonio
Data:  
Asunto: [Forumlucca] la solita storia
Anche davanti all'evidenza è fondamentale negare ... la stessa cosa avveniva
nei tristi periodi di dittatura latino-americana ... da repubblica

ROMA - Lo sciopero generale? "Di dimensioni contenute". Il sindacato? "Ha
dimostrato di avere un seguito importante; la vita si è però svolta
regolarmente". I manifestanti? Protestavano senza sapere perché. Questo è
ciò che pensa Silvio Berlusconi dello sciopero di ieri. Il presidente del
Consiglio minimizza la portata della mobilitazione e si dice comunque pronto
a riprendere il dialogo con le parti sociali. Ma senza che venga stralciato
l'articolo 18.

Durante la conferenza stampa tenuta a Bucarest dopo l'incontro avuto con il
premier rumeno Adrian Nastase, il presidente del Consiglio ha ribadito che
il governo è "a disposizione per dialogare con le parti sociali" e le ha già
invitate a tornare al tavolo del negoziato "per risolvere i problemi che si
frappongono ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro".

Ma il macigno dell'articolo 18 resta. Già questa mattina il ministro del
Welfare Roberto Maroni, fuori da Montecitorio si soffermava a spiegare ai
giornalisti che la maggioranza è disposta a tornare a sedersi al tavolo con
le parti sociali ma non stralcerà mai l'articolo 18 dalla legge. "Siamo
pronti a fare tutte le modifiche che servono, se qualcuno ce le propone - ha
detto il ministro del Welfare - ma lo stralcio dell'articolo 18 sarebbe una
resa, come buttare nel cestino tutto quello che abbiamo fatto".

Linea dura, dunque. E condita dalle affermazioni di Berlusconi sullo
sciopero che non mancheranno di suscitare polemiche. "Otto manifestanti su
dieci - afferma il premier - non conoscevano le vere ragioni della protesta.
Ho sentito ieri delle domande rivolte a chi ha partecipato allo sciopero e
la percentuale di coloro che hanno saputo rispondere era inferiore al 20%.
Cioè due su dieci sapevano, otto su dieci partecipavano".

"Quando abbiamo deciso per queste parziali e provvisorie modifiche
(all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ndr) - ha aggiunto
Berlusconi - non avremmo mai potuto immaginare che si sarebbe scatenata una
guerra di religione come quella che invece è stata combattuta anche nelle
piazze dal sindacato. Le modifiche non toccano i diritti di nessun
lavoratore, né a tempo determinato né a tempo indeterminato; aprono solo
spazi di speranza in più a chi un lavoro non ce l'ha".

Non è questa però l'opinione del centrosinistra che oggi, in sede di
votazione dei decreti sullo scudo fiscale e per il rientro dei capitali,
rivolge un vero e proprio appello all'esecutivo. "Signori del governo - dice
Francesco Rutelli - ascoltate la voce che viene dall'opposizione: togliete
dal tavolo l'abolizione dell'articolo 18, la strada per rendere più facile i
licenziamenti, e noi saremo pronti a fare in Parlamento le cose che davvero
contano, pronti a discutere il libro bianco sul lavoro"

Rispsota del premier: "Non credo che l'opposizione voglia continuare a fare
quello che ha fatto fin qui per altri quattro anni. Se rientreranno in se
stessi, se ritroveranno il bandolo della matassa che hanno perso - ha
proseguito - noi saremo i primi ad essere contenti di questo e i primi a
sedersi a un tavolo per dialogare e fare insieme il bene del Paese".

Sulla necessità di stralciare l'articolo 18 torna a insistere anche il
segretario della Uil Savino Pezzotta, il quale chiede anche maggiore
rispetto per i lavoratori che ieri hanno partecipato allo sciopero generale.
"Ma che scampagnata - dice il leader Cisl - Dobbiamo renderci conto che il
lavoratore con lo sciopero ci rimette di tasca sua, e quindi lo fa perché è
convinto, ci vorrebbe rispetto per chi rimette una giornata di lavoro".

(17 aprile 2002)

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E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva
loro come possibile, non hanno mai avanzato di un solo passo