[Cerchio] I: [movimento] E ora?

Delete this message

Reply to this message
Autore: Pkrainer
Data:  
Oggetto: [Cerchio] I: [movimento] E ora?
----- Original Message -----
From: <vadilonga.marco@???>
Sent: Wednesday, April 17, 2002 9:24 AM
Subject: [movimento] E ora?


> Uno sciopero totale. Blocchi stradali, manifestazioni in

tutta Italia con
> milioni di lavoratori salariati di ogni condizione in

piazza. Manifestazioni
> dei movimenti sociali, non global ecc. Manifestazioni di

sostegno in altri
> paesi europei.
>
> Poche ore dopo questa grande mobilitazione popolare,

operaia, di classe il
> governo si appresta a votare con la fiducia due questioni

che sono tra
> quelle al centro dello sciopero del 16, benchè questo sia

stato sempre
> indicato, per opportunismo, come contro l'abrogazione

dell'art.18. SI tratta
> della proroga al 15 maggio per la presentazione della

domanda per il
> rimpatrio dei capitali dall'estero e della proroga al 30

novembre per la
> presentazione della domanda di "emersione" da parte delle

aziende al nero,
> con relativa sospensione per tre anni dei diritti

sindacali per i lavoratori
> che verranno regolarizzati (a tutt'oggi solo 400 sono

stati
> "regolarizzati"!).
>
> C'è da chiedersi: se nonostante lo sciopero generale e

generalizzato questi
> signori possono comunque far passare quel che gli pare,

cosa è che non
> funziona?
> Qualcuno dirà che ora ci penserà l'opposizione

parlamentare: ma è evidente
> che l'opposizione è tale perchè è minoranza in

parlamento - al di là del
> fatto che nella società c'è un altro clima - e con la

fiducia non può certo
> sperare nei "franchi tiratori". In più, è un'opposizione

di sua maestà, più
> "realista del re" e che ha preparato la strada, quando era

governo, al
> governo attuale.
> Allora cosa fare?
>
> E' evidente che una mobilitazione enorme delle masse senza

un'organizzazione
> delle stesse capace di infrangere tutti i legacci che la

"democrazia
> borghese" dopo anni di lotta di classe (dal suo punto di

vista) ha
> costruito, non produce alcun risultato pratico.
>
> Un primo passo deve essere infrangere ogni limitazione del

diritto di
> sciopero, proclamando "immediatamente" un'altro sciopero

generale da tenersi
> tra 24 ore, con blocchi delle strade, delle fabbriche,

delle stazioni,
> piuttosto che cortei troppo formali.
> Si dovrebbero organizzare comitati di sciopero, che vedano

i lavoratori più
> avanzati al di là delle sigle sindacali promuovere le

mobilitazioni locali.
>
> Questo è il primo passo che si dovrebbe compiere.
> E' triste pensare che la volontà di lotta di milioni di

persone sia
> frustrata dal gioco parlamentare, che tra l'altro, a voler

essere
> democraticisti, non è neppure "puro", perchè fondato sul

maggioritario che è
> antitetico ad una democrazia in senso proprio.
>
> Ora, chi si deve assumere una eventuale decisione del

genere? Interessante
> quesito: le organizzazioni sindacali di base hanno inteso

manifestare la
> propria giustificata differenza dai confederali, con

manifestazioni
> fisicamente separate. E' una posizione dubbia, perchè non

mette in
> comunicazione i lavoratori stessi, non permette di

consocere le ragioni di
> tale separatezza. Ma certo non si può pretendere di essere

sempre legati al
> carro altrui o di dover mendicare un intervento da un

palco "istituzionale".
> A questo punto, però, a marcare la differenza dovrebbe

intervenire proprio
> la capacità di continuare immediatamente la lotta

superando quei lacci di
> cui prima si parlava. Ciò non supererebbe il conosciuto

limite quantitativo
> e qualitativo dei sindacati di base, ma darebbe coerenza

alla mobilitazione
> antagonista.
> D'altronde, occorre essere capaci con giuste forme,

linguaggi ecc., di
> convincere anche le masse che hanno seguito pur tra

mugugni i confederali (e
> persino l'UGL) che non si può stare ad aspettare ciò che

accadrà. Anche
> perchè, ci si deve chiedere, ci si starà chiedendo in

giro, che faremo
> quando il governo avrà approvato con la fiducia, due

"cosette" come quelle
> suddette? Meglio pensarci fin da subito.
> Anche il "movimeno dei movimenti", i giovani che non

vogliono vedersi come
> lavoratori in senso stretto ma come "soggetti sociali"

(mettiamo da parte
> ogni discussione su queste tesi) ha sicuramente nel suo

dna la volontà di
> continuare a lottare fin da subito, magari con le forme

che conosciamo, che
> stanno bene, soprattutto se inserite in un contesto di

scioperi.
> Saranno i Social forum a compendiare queste posizioni?

Impossibile, se
> restano articolati dall'ulivo ai disobbedienti, ai cobas,

ai collettivi
> territoriali antagonisti ecc.
>
> E' una situazione grave: deve emergere una direzione

politica, una
> responsabilità collettiva basata su una forza di massa, su

forme
> organizzative territoriali, su metodi di lotta che siano

"disobbedienti" sul
> serio, rispetto ai vincoli posti alla lotta di classe.
>
> Ma quanto tempo abbiamo per decidere e non fare la figura

dei cantastorie?
> Per non fare soprattutto la figura di chi ha un potere ma

non sa che
> farsene?
>
> Eh sì, è sempre la vecchia e irrisolata questione del

potere! Loro hanno il
> potere, e decidono indipendentemente dalle nostre ragioni.

E noi non
> riusciamo a trarre potere dalla forza accumulata e che

spesso si scarica in
> iniziative di massa, cortei e manifestazioni che, a meno

di non concepire
> questo potere borghese come qualcosa di assolutamente e

puramente
> democratico, non sortiscono nessun risultato.
>
> Come risolvere la questione del potere?
>
> 17/04/02
>