[Cerchio] da Hannah Arendt - scritto tra il 1955 e il 1959 a…

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Autor: Boccadorata
Datum:  
Betreff: [Cerchio] da Hannah Arendt - scritto tra il 1955 e il 1959 anche se non sembra.....


inoltro questo brano che avevo copiato dalla Arendt e postato qualche mese
fa su libertari:



"Oggi, e cioè dopo l'invenzione della bomba atomica, dietro i pregiudizi
della politica si celano la paura che l'umanità possa autoeliminarsi
mediante la politica e gli strumenti di violenza di cui dispone, e, in
stretta connessione con tale paura, la speranza che l'umanità si ravveda e
anziché se stessa, tolga di mezzo la politica, ricorrendo a un governo
universale che dissolva lo stato in una macchina amministrativa, risolva i
conflitti politici per via burobratica e sostituisca gli eserciti con
schiere di poliziotti. Certo tale speranza è del tutto utopica se per
politica si intende, come normalmente avviene, una relazione tra governanti
e governati. In questa ottica, invece di un'abolizione del politico
otterremmo una forma dispotica di governo di dimensioni mostruose, in cui lo
iato tra governanti e governati assumerebbe proporzioni così gigantesche da
impedire qualunque ribellione, e tanto più qualunque forma di controllo dei
governanti da parte dei governati. Tale carattere dispotico non cambierebbe
neppure qualora in quel regime mondiale non si potesse più individuare una
persona, un despota; infatti il dominio burocratico, il dominio mediante
l'anonimità degli uffici, non è meno dispotico perchè "nessuno" lo esercita;
al contrario: forse è ancora più terribile, poiché nessuno può parlare o
presentare reclamo a quel Nessuno. Se però per politico si intende una sfera
del mondo dove gli uomini si presentano primariamente come soggetti attivi,
e dove conferiscono alla umane faccende una stabilità che altrimenti non le
riguarderebbe, la speranza appare tutt'altro che utopica. L'eliminazione
degli uomini in quanto soggetti attivi è riuscita spesso nella storia,
sebbene non a livello mondiale: sia sotto forma di quella tirannide che oggi
ci sembra antiquata, dove la volontà di un uomo pretendeva totale libertà di
azione, sia sotto forma del moderno totalitarismo, dove si vorrebbe liberare
la presunta superiorità dei processi e delle " energie storiche" impersonali
e sottomettervi gli uomini. ...omissis............
Ma quello che oggi è il momento cruciale del corente pregiudizio nei
confronti della politica, e cioè la fuga nell'impotenza, il disperato
desiderio di essere esentati dalla facoltà di agire, all'epoca era ancora
pregiudizio e privilegio di un ceto ristretto, convinto, come Lord Acton,
che il potere corrompa e il possesso del potere assoluto corrompa in modo
assoluto. Nessuno meglio di Nietzsche, nel suo tentativo di riabilitare il
potere, si è reso chiaramente conto che tale condanna del potere doveva
corrispondere in pieno ai desideri ancora inarticolati delle masse; per
quanto anche lui, fedele allo spirito del tempo, confondesse o meglio
identificasse il potere, che un singolo non può mai avere poiché nasce solo
dal comune agire di molti, con la violenza, di cui il singolo può senz'altro
impossessarsi."


[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]


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