[Cerchio] mercoledì 17 Conchetta Cox18 serata per Mumia e pr…

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Autore: Pkrainer
Data:  
Oggetto: [Cerchio] mercoledì 17 Conchetta Cox18 serata per Mumia e presentazione sito Filiarmonici
Si prega di leggere fino in fondo.

Mercoledi 17 aprile '02 @ C.S.O.A. COX 18, Milano, ore 21.30
Proiezione del film documentario:"Il caso di Mumia
Abu-Jamal" (96)

MUMIA LIBERO ORA.

E chiaro e quanto mai palese il tentativo da parte del
governo USA di ammazzare Mumia Abu-Jamal.
Ventanni di segregazione nel Braccio della Morte non
sono bastati a piegarlo.
Dal Braccio della morte di SCI-Green continua la
battaglia di libertà,una battaglia mai individuale, ma
sempre e costantemente collettiva.
Mumia è una figura simbolo della lotta per la
liberazione dei prigionieri politici,
per un'analisi della ristrutturazione del sistema
carcerario e dell'evoluzione delle metodologie di
controllo e repressione
nel processo di lotta generale del presente.
Il suo caso rappresenta da sempre un alto momento di
conflittualità sociale e politica.
La stessa conflittualità che scuote il clima politico
intorno a noi .
Nell'ambito dei dispositivi antiproletari,la
ristrutturazione del carcere lo porterà ad essere un
elemento sempre più
centrale nelle politiche repressive e di controllo.
La riforma carceraria , le leggi anti-terrorismo e lo
smantellamento dello stato sociale rappresentano
infatti un salto di qualità nella gestione del
controllo.
INGIUSTIZIA INFINITA...
MUMIA DEVE ESSERE LIBERATO ORA.

seguirà:

Presentazione del sito web e del progetto :
Filarmonici. Per un mondo senza galere!

Chiamavamo fili armonici quei rari e preziosi seghetti
d'acciaio flessibile, che migliaia di detenuti sognavano e
ricercavano.
Sguinzagliavamo mamme e fidanzate nei più remoti
negozietti per gli idraulici, eccitavamo fratelli e compagni
a
scassinare le cassette dei treni e dei camion dei pompieri,
luoghi dove - si sapeva, o si favoleggiava - i fili
armonici fatali dormivano in attesa darci il passaporto per
la "via dell'aria".
L'evadere, in gergo il "bell'andare" ("fàa la belanda"),
era, in tempi in cui ci si figurava ancora che, oltre le
mura,
esistesse una "libertà" ad aspettarci, il senso ultimo e
segreto della
condizione del carcerato,disponibile a tutto pur di
giungere davanti
all'ultimo muro, l'ultima porta, le ultime sbarre.

Oggi, ci dicono, é cambiato il carcere.
Di sicuro appare divenuta del tutto inconsistente la
"libertà".
Venticinque anni fa ci si opponeva all'introduzione delle
telecamere nelle carceri, percepite come
un'invasione incompatibile con una vita minimamente degna,
oggi intere città vengono telesorvegliate.
Come nelle carceri sono sempre esistite zone non
accessibili, sempre più spesso - a
Genova, ma anche pochi giorni orsono a Palermo- intere aree
urbane vengono precluse alla popolazione. L'anno scorso gli
abitanti di una città media come Vicenza sono stati
deportati per un giorno, nell'assoluta indifferenza, "per
ragioni di sicurezza". Per ragioni di sicurezza, per la
pubblica salute, per imprecisati interessi generali, che non
sono non é dato discutere, ma neppure conoscere, il traffico
viene bloccato, deviato, incanalato; le giornate oltre che
di proibizioni, si riempiono di obblighi, di adempimenti, di
fioretti alla divinità sociale di cui lo stato é
l'officiante, il carabiniere il sagrestano burbero, ma a fin
di bene. Nel futuro - e già ne vediamo esempi in
paesi più disgraziati del nostro - si potrà godere di
carceri private; di carcerati in
libera circolazione, ma avvinghiati ai tentacoli del potere
mediante aggeggi elettronici (discreti e fors'anche griffati
braccialetti, da portare alla caviglia,
per tutelare la privacy...).
Dove passano i muri del carcere nella società
moderna?
La brama di controllo e di autocontrollo, l'ossessione di
regolare per legge ogni fenomeno,la delega al giudice come
certificatore del senso della vita collettiva, come
vendicatore della comunità fittizia e rancorosa,
pare non avere più freni: la figura meschina del
proprietario disposto a mille sacrifici pur di conservare il
proprio patrimonio si degrada ulteriormente in quella, che
davvero ben poco conserva di umano, del neo-proletario, che
non
dorme al pensiero di poter essere derubato dalle proprie
catene, e reclama ad alta voce di essere guardato di più, e
più da vicino, per paura di scomparire del tutto.
Il codice fiscale non é per tanti aspetti la codifica
nell'elenco dei funzionari della merce e del lavoro,
esattamente come il numero che identificava gli ergastolani,
ne marcava l'estinzione come individui, e la riduzione a
semplici accessori dell'istituzione? Per tanti aspetti, non
possiamo forse percepirci come dei condannati all'ergastolo
sociale, con i suoi corollari di perdita della personalità,
alienazione, lavoro forzato, coabitazione obbligata e
promiscua, supersfruttamento?
E' nell'ambito di questa realtà, carcerata e carceraria,
dove ciascuno fa la guardia a sé stesso per allontanare
l'incubo degli altri, e pretende di controllare tutti per
esorcizzare l'oscurità di cui si sente portatore, a fronte
della lucentezza dell'obitorio sociale, che nasce il
progetto Filiarmonici, un sito di raccolta e di propulsione
di materiale contro il carcere, la legge, lo stato, la
società. Ogni carcere, ogni legge, ogni stato, ogni società.
Per indagare su ciò che persuade gli individui a incarcerare
e a incarcerarsi nella società, a farsi guardiani di sé
stessi, per incrociare le voci dal carcere e quelle sul
carcere, per dar vita a un discorso contro il carcere, nasce
nel 2001, www.ecn.org/filiarmonici.
Un progetto, cosa meritevole di qualche attenzione,
nato integralmente fra persone di diverse città italiane,
che si sono conosciute e riconosciute fra loro nell'ambito
delle mailing list di movimento, indicando con ciò che tali
strumenti, quando si abbia chiara consapevolezza dei loro
limiti,
unita alla precisa volontà di oltrepassarli, contengono
tuttavia anche delle potenzialità
L'obiettivo é quello di dare forma e sostanza a un progetto
abolizionista radicale, ben oltre i sentieri virtuali di
internet, ridando respiro a una sensibilità antilegale, che
difenda e diffonda l'autonomia individuale nella sovversione
collettiva. Autonomia come ricerca di criteri propri di
scelta e di giudizio, e sovversione come confederazione di
autonomie in processo.
L'illustrazione di questi obiettivi, come sempre, sarà tanto
più ricca ed appassionante, quanto più gli intervenuti
avranno la volontà e la pazienza
di riconoscere nella vita quotidiana di ciascuno i terminali
di un processo attraverso il quale la società imprigiona sé
stessa e ciascuno di noi.









GRAZIE PER LA VS CORDIALE ATTENZIONE.