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Auteur: oliver@inventati.org
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Sujet: [Ca_favale_mlist] Il significato globale del movimento degli ecovillaggi*
Vi invio, in scarna forma, un testo molto interessante, lo trovate sul sito
AAMTerranuova.it

Il significato globale del movimento degli ecovillaggi*

di Ted Trainer, Facoltà di Arte dell’Università del New South Wales
(Australia)

In molti miei scritti, ho sostenuto con forza che le sorti del nostro pianeta
dipendono in qualche modo dal successo del movimento degli ecovillaggi.
Questo perché la società industriale del benessere e del consumismo è
grossolanamente insostenibile ed ingiusta, poiché prevede un utilizzo delle
risorse pro capite assolutamente impossibile da raggiungere per la totalità
della popolazione mondiale.

I paesi ricchi possiedono queste risorse solo perché si sono appropriate di
una quota delle risorse globali molto superiore a quella che spetta loro, e
condannano milioni di persone a condizioni di gravi privazioni materiali.
Eppure, la meta suprema di questa società è la crescita economica! Siamo
tutti impegnati ad aumentare la produzione ed il consumo, il livello di vita
e il prodotto interno lordo senza limite alcuno.

L’impossibilità dello sviluppo

Alcuni semplici proiezioni dimostrano l’impossibilità e l’assurdità di questa
tendenza. Se per esempio tutte le persone che probabilmente abiteranno il
nostro pianeta nel 2070 dovessero avere uno standard di vita analogo a quello
degli attuali paesi ricchi, ci sarà bisogno di una superficie di terreni
produttivi pari ad otto volte quella attuale, mentre il volume globale di
produzione di minerali combustibili dovrebbe aumentare da otto a dieci volte
rispetto a quello attuale.

Per assicurare lo standard di vita previsto in Australia, con un aumento di
crescita economica pari al 3% annuo fino al 2070, il prodotto totale
dell'economia mondiale dovrebbe essere cento volte maggiore di quello
attuale. Quando si diventa consapevoli di questi ordini di grandezza, appare
evidente che un ordine mondiale equo e sostenibile non si può ottenere senza
un cambiamento radicale verso "La Vita Semplice", cioè, uno stile di vita
materialmente semplice e basato sullo stretto necessario e sulla
cooperazione, con numerose comunità relativamente autosufficienti all’interno
di un sistema economico totalmente nuovo.

Come fare

Come possiamo contribuire al meglio al passaggio verso un ordine mondiale
sostenibile? Secondo me, la risposta chiara è che dobbiamo investire le
nostre energie nella creazione di esempi stimolanti di ecovillaggi, in modo
tale che quando la società dei consumi si troverà in guai seri, la gente
potrà vedere che c’è un’altra possibilità più sana, attraente, praticabile,
equa ed ecologicamente sostenibile.

La responsabilità del movimento degli ecovillaggi è quindi immensa. La vita
semplice non sarà sviluppata dai governi, dalle grandi aziende, dagli
economisti o dai funzionari. Si diffonderà soltanto se piccoli gruppi
s’impegneranno a costruire nuovi insediamenti. E’ probabile che abbiamo circa
vent’anni di tempo per costruire un’alternativa efficace, perché entro il
2020 potremmo affrontare gli effetti di una seria crisi petrolifera.

Il principio di semplicità

In questo contesto, ci sono alcuni punti fondamentali su cui incentrare lo
sviluppo degli ecovillaggi. Prima di tutto, dobbiamo chiaramente concentrarci
sul principio della semplicità dell’autosufficienza e della cooperazione,
all’interno di sistemi economici che non siano dominati dalle forze di
mercato, dal profitto e dalla crescita economica.

L’esperienza mi dice perché molte comunità che si
autodefiniscono "ecovillaggi", non sono sufficientemente interessate a questi
concetti. In realtà, alcune di esse prevedono stili di vita e condizioni
abitative basate su un livello economico elevato, con molti atteggiamenti
individualisti, scarsa cooperazione (come gruppi di lavoro volontario) un
basso livello d’autosufficienza e pochi sistemi per la produzione comunitaria.

Compito educativo

In secondo luogo, il fatto di sviluppare solo degli esempi sarà di poco
valore. Il compito fondamentale è quello di aiutare la società convenzionale
a capire che esistono già degli insediamenti e degli stili di vita che
consentono un ordine mondiale sostenibile ed un’elevata qualità della vita.
Dobbiamo, quindi, intraprendere un grande compito educativo e fino ad oggi il
movimento degli ecovillaggi non è riuscito a farlo in un modo soddisfacente.

Molti di noi sembrano accontentarsi di avere creato uno stile di vita
alternativo, senza fare grandi sforzi per aiutare la società dei consumi a
capire il significato globale del movimento.

Infine, dobbiamo collegarci più efficacemente con le numerose organizzazioni
che si oppongono al consumismo, tra cui associazioni verdi, gruppi
terzomondisti ed altre organismi socialmente ed ecologicamente impegnati.

L’importante è spiegare a questi gruppi come i loro obiettivi, ad esempio
l’eliminazione della povertà, la liberazione del terzo mondo, una pace
globale e la salvezza del ambiente, non possono essere raggiunti se non c’è
uno spostamento complessivo verso lo stile di vita degli ecovillaggi.

Note

* tratto dalla newsletter del Global Ecovillage Network-Europe di prossima
pubblicazione su queste pagine.

Campbell, J. 1997. The Coming Oil Crisis. Brentwood, England. "Multiscience
and Petroconsultants".

Trainer, T. 1995. The Conserver Society: Alternatives for Sustainability.
London. ZED Books.

Trainer, T. (In stampa) What is to be Done-Now?