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From: <olivavittoria@???>
To: <sudribelle@???>; <movimento@???>
Sent: Tuesday, April 09, 2002 10:43 AM
Subject: Re: [Sud Ribelle] Re: [movimento] Una chiaccherata informale sul
Karl Marx di Maximilien Rubel ...
> E ora mi rimpiccio.
>
> Prima di tutto Karlse, il richiamo all'etica non mi pare che sia il caso
di
> metterla nella categoria "consolotaria" della religione, come dici nella
tua
> premessa. Anzi penso che proprio la tragedia palestinese evidenzia
> l'attualità e la preminenza dell'etica, perciò per non fare "chiacchere"
ma
> per partecipare alla discusione e alla costruzione partiamo da esempi
terra
> terra.
> Mi dici come in questa situazione concreta della mattanza Palestinese io
> posso prescindere dall'etica e fare riferimento alla sola scienza?
> perchè in concreto è questo che dici tu, sfrondandolo da tutti i richiami
e
> i riferimenti filosofici che fate tu e karletto da addetti ai lavori,
> ma io
> come pensionata casalinga questo sono riuscita a capire.
MM: A prescindere che mi sfugge il significato "VERO" che intendi dare alla
definizione di <<addetti ai lavori>>, nè ci tengo granchè ad indagare
(volendoti un gran bene), a me parrebbe che tu, comunque, sia pur come
"addetta ai lavori domestici" ;-))), ci dai dentro di brutto a cimentarti
nelle polemiche, "incrociando" validamente la tastiera a 360 gradi, senza
alcun timore reverenziale nei confronti di chicchessia ... quindi tralascia
'ste botte di "modestia" un po' fintarella e continua tranquilla per la tua
strada di stimolantissima "scassapalle", nel senso più NOBILE!!! ;-))))
> Allora se io faccio riferimento solo alla scienza debbo dire ai Plestinesi
> lasciate perdere, quelli sono armatissimi, hanno sempre l'esercito a
quello
> Iddio, hanno, appunto, la scienza, infatti sulle biotech sono ai primi
> posti, hanno l'appoggio dell'Impero Americano, hanno l'asse
> Turco-Israeliano, voi che avete? quattro sassi , e materiale militare
> superato, non avete un mondo arabo che vi appogiia totalmente. Zitti buoni
a
> cuccia.
> L'etica mi fa capire invece diverse cose.
> La prima che è giusto ribellarsi, proprio per i motivi che la
scientificità
> razionalista consiglierebbe di non fare.
> La seconda mi fa capire, visto che io non vedo i due tempi come Karletto,
> che la debolezza dei Palestinesi è la loro forza.
> Infatti quando uno è estremamente debole è messo alle corde e non ha nulla
> da perdere, quella diventa la forza sua, nel senso che non ha più paura di
> tutto e può osare di giocare il niente per il tutto; infatti noi abbiamo
> detto ai naziistraeliani: potrete pure vincere questa guerra, ma poi?
quando
> avrete vinto e conquistato tutto e annientato tutti e tutto, che farete?
> dove vi nasconderete in sostanza.
> Io cioè non aplicando la tecnica dei due tempi riesco a "vedere" che
quando
> hanno allargato il loro dominio che scudo gli serve? forse gli serve un
muro
> del pianto lungo quanto una muraglia cinese. L'etica che mi da la scossa
> iniziale, sollecita la ragione e stimola la critica.
MM: Ma questo non è già di per sè un "ordine di priorità"?! Non è proprio
quello che intendo io, quando sostengo che l'etica, appunto, "fonda" in
certo senso la critica e la sprona a cimentarsi nell'analisi della realtà in
modo materialisticamente mirato, scientifico, anche a costo di dover
riscontrare e denunciare errori e/o ambiguità, cimentandosi su quel terreno
della prassi che costituisce comunque il supremo fattore di sperimentazione
di qualsiasi elaborazione teorico-analitica? Lo stesso solito vecchio
barbone, che pur ci ha lasciato pagine fra le più belle e densamente
illuminanti sull'epopea della Comune, sino all'ultimo espresse ben più di
qualche perplessità in ordine alle potenzialità di effettiva "riuscita" di
quella prima autonoma insorgenza del proletariato rivoluzionario sul
proscenio della storia: non tacque le sue critiche ma questo non gli impedì
di schierarsi al fianco degli insorti e farsene il portavoce più forte.
> Infatti continuo a pensare ;cientificamente tante debolezze non dovrebbero
> contare, infatti matematicamente 0+0+0+0......fa sempre zero
> scientificamente, ma qui non si tratta di matematica. Ma di esseri umani e
> infatti devi dire 1+1+1+1......miliardi di esseri umani, sono tanti ma
tanti
> tanti tanti, quanti sono gli Israeliani, e quanti siamo noi occidentali? e
> scusate,quanti siete voi pensatori?
> Per di più questi miliardi non è che se ne vanno ognuno per i cazzi loro,
ma
> sono belli attruppati intorno alla ragione delle ragioni loro.
> Ora i fatti,la ragione dei fatti, e "a ragione di fatto"rende evidente,
> materialisticamente il primato della ragione etica, e come le cose non
sono
> appiattite o una schiacciata sull'altra ma dialetticamente connesse,
insomma
> è come la storia dei vasi comunicanti.
> Poi, Karlse finchè esistono le classi esiste un'etica di classe: quello
che
> è giusto per me non lo è per la classe opposta: Per lui è giusto ed etico
> scannare me, per me è giusto ed etico scannare lui.
MM: Certamente! Ma questo non evita che invece la realtà del ciclo di
capitale sia proprio soltanto quello che è, per entrambe le parti
antagoniste; tant'è che Marx è tornato di gran moda in tutte le università
yankee, non già per un qualche rinato "spirito rivoluzionario in salsa
accademica", ma soltanto perchè Lor Signori hanno infine capito, dopo le
disillusioni del post/89, che la realtà del "loro" specifico modo di
produzione ha tuttora il suo più grande "analista" proprio nel vecchio
barbone di Treviri ... si tratta per loro, appunto, di "emendarlo" della sua
carica etico-politica assolutamente sovversiva!
> Con gran lacrimare di
> tutti i pacifisti e girotondisti e aprilisti, ma la storia è questa, e
> finchè ci saranno le classi questa sarà.
> L'astrattizzazione e il principio di delega non nascono per niente dalle
> ragioni dell'etica, ma dalla negazione dell'etica, se ci pensi bene, cioè
> da basse mire di prendere il comando, e dal fatto che spesso è mancata la
> FORZA per imporre la negazione della delega, perchè uno per imporre certe
> cose deve avere pure la FORZA, prima quella critica e poi quella reale di
> FORZA FORZA, ci sono momenti in cui ce l'hai, ci sono momenti in cui sei
> mazzolato e la perdi. Io personalmente non dico che ci sono momenti in cui
i
> totonno t imbambolano e non ti fanno cercare la forza, perchè attualmente
> totonno e tutta la trafila mi pare che contino come il due di coppe quando
> comanda bastone.
> Ora a me tutta questa fiducia nella scienza, o meglio nello scientismo mi
> pare proprio strana.
> Dico ora crediamo nella scienza?
> Ora che c'è la clonazione, la rapina dei semi,
> gli OGM a campo aperto, che c'è chi non mangia perchè non ha da mangiare e
> chi non sa che cazzo mangiare?
> Piccola chiosa sul socialismo reale, già avevo detto nella precedente
> discusione con Karletto:
> non ha azzeccato manco dove sarebbe scoppiata la rivoluzione" riferendomi
al
> caro Barbone, ora questo fatto nessuno lo prende in considerazione! le
> rivoluzioni socialiste sono avvenute sempre dove non c'era il cazzo di
> proletariato tanto avanzato, operaio, non c'era!! quindi possiamo dire che
> la rivoluzione socialista non c'è mai stata, secondo me.
> Non è ancoraavvenuta, quindi non possiamo dire manco che è fallita.
MM: Mi pare eccessivo che tu dica che <<nessuno prende in considerazione>>
questo dato: il dibattito nel merito risale addirittura alla stessa epoca
di Marx, il quale si pose proprio il problema della possibilità
rivoluzionaria in senso comunista, per "paesi pre-capitalistici" come la
Russia, e risale l'intero corso del movimento operaio del '900. Si parva
licet, la stessa "Vis-à-Vis", sulle tracce, fra l'altro, di Maximilien
Rubel, ha prodotto pagine e pagine sull'argomento (vedasi, come al solito,
il sito:
http://web.tiscali.it/visavis), per sostenere appunto che i giochi
non son finiti: la partita è veramente ancora tutta da giocare!
> Io
> personalmente non credo che le rivoluzioni che ci sono state siano un
> fallimento da buttare al macero tutt'altro, le difendo, le critico tenendo
> presente le condizioni storiche in cui sono avvenute, e mi dico se non ci
> fossero state sarebbe stato peggio. Infatti mi pare che oggi tutti stiamo
> peggio, no dico mica mi verrete a dire che stiamo meglio?
MM: Mia nonna diceva che "del senno del poi son piene le fosse": come si
può dire, oggi, se sarebbe stato "meglio o peggio", cara Vittoria?!? Il
fatto certo è che almeno per quelli "di maggior portata" (Russia e Cina) si
tratta di eventi che sin da subito andarono perdendo qualsiasi connotazione
che potesse/possa farli intendere come effettiva espressione di
quell'autopraxis proletaria di cui dovrebbe invece sostanziarsi l'opzione
comunista libertaria, pena la stessa negazione di sè. Che poi oggi, si
possa in qualche modo "rimpiangere" l'epoca del bi-polarismo, almeno
rispetto alla tracotanza che Monsieur le Capital può impunemente permettersi
sul piano globale della imposizione/tutela armata dei propri interessi
geo-politici, credo che sia tanto evidente quanto però pericolosamente
carico di ambiguità, tutte di "rischiarare criticamente". In tal senso non
è casuale il fatto che non si fu in pochi a brindare, ai tempi della caduta
del muro, urlando a squarciagola <<FINALMENTE SOLI!!!>> ... anche se poi
tutti sapevamo e oggi constatiamo quanto sia alto il costo da pagare per
ritrovare la forza di camminare sulle proprie gambe, senza più o meno
inconfessati "angeli custodi" su cui far conto ... "nell'eventuale momento
del bisogno". Quel "bisogno" ha strangolato la Grecia, la Cina, Cuba, il
Vietnam ... ed avrebbe forse strangolato anche noi (checchè tanti ne
pensassero, durante l'assalto al cielo del decennio rosso 68/77) ... ed è
per questo che quel brindisi credo proprio che saremmo in tanti a rifarlo
oggi tale e quale ad allora!!!
> Vittoria
> L'Avamposto degli Incompatibili
>
> non ho tempo di corregere gli errori di battitura
Nemmeno io ;-)
Salut
Marco (M.)