[Cerchio] I: Argentina: un articolo sul fenomeno delle assem…

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Autor: Pkrainer
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Asunto: [Cerchio] I: Argentina: un articolo sul fenomeno delle assemblee di quartiere tratto da ainfos
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Sent: Monday, April 08, 2002 12:58 PM
Subject: Argentina: un articolo sul fenomeno delle assemblee
di quartiere tratto da ainfos


"Il germe di una nuova organizzazione sociale
di Marcela Valente
BUENOS AIRES, (IPS) Le assemblee di quartiere che hanno
proliferato
nella capitale dell'Argentina sin dalle proteste di dicembre
hanno
già ottenuto dei risultati concreti, ma soffrono anche la
violenza
dalla mano di alcune forze politiche.
Le associazioni di quartiere hanno organizzato l'acquisto
comunitaria di alimenti a basso prezzo nonché delle brigate
di operai
voluntari
che ristabiliscono la conessione alle rete pubbliche
di elettricità, gas e aqua potabile in quelle case che erano
state
sconnessi per il non pagamento.
I loro progetti vanno dalla creazione di un orto comune per
la
produzione di alimenti, ad una banca di quartiere alla quale
si
possono depositare i risparmi per tenerli fuori dal sistema
formale, dove i
depositi furono immobilizzati per decreto del governo.
Le associazioni dei quartieri popolari dell'ovest della
capitale
sono riusciti a far sì che l'ente di elettricità Edesur
consideri la
sospensione per 180 giorni delle interruzioni del servizio
per mora.
Nel frattempo, i comitati di quartiere della periferia
occidentale
esigono una riduzione delle tariffe per i disoccupati.
Il fenomeno delle assemblee di quartiere si è multiplicato
dopo le
manifestazioni che precipitarono la caduta del presidente
Fernando de
la Rúa il 20 dicembre. La violenza e la repressione
registrata quel
giorno e quello precedente lasciò un saldo di 30 morti.
In queste riunioni, generalmente realizzate nei luoghi
pubblici, si trattano
questioni politiche e economiche nazionali e i problemi
locali più urgenti,
come la crisi degli ospedali pubblici, la
disoccupazione (23%) e la scarsità degli alimenti. Queste
questioni, secondo
gli assembleisti, sono quelle meno curate dalla dirigenza
politica.
I quartieri organizzati nelle località popolari del nord,
sud e ovest
della capitale argentina hanno anche sofferto la violenza.
Impiegati
municipali e simpatizzanti dei partiti tradizionali, la
Justicialista
(peronista) e l'Unión Cívica Radical, hanno cercato di
intimidire e
in alcuni casi picchiare i più attivi membri dei comitati.
Un'infermiera dell'ospedale della località di Morón,
all'ovest della
città de Buenos Aires, ha detto di essere stata picchiata
fino
all'incoscienza da uno sconosciuto che era sceso da una
macchina
dopo averla seguito da diversi giorni.
La funzionaria aveva affermato in un'assemblea che il leader
del suo
sindacato non difendeva i lavoratori a causa delle sue
compromesse
politiche.
Quando il comitato di quartiere di Merlo, all'ovest della
capitale, è
cominciato a crescere, circa 200 uomini con torso nudo si
sono
irrotti in una riunione per picchiare gli assembleisti con
maniche
di ascia, ha detto all'IPS una maestra del luogo la cui casa
è stata
oggetto di un incendio inspiegabile.
Minacce telefoniche e repressione - quasi mai dalla mano
della
polizia - sono diventati un costante. I commercianti si
lamentano
anche che gli ispettori delle imposte vengono a controllare
la loro
contabilità quando collocano nei locali dei cartelli
convocatori
alle assemblee.
Il presidente Eduardo Duhalde, designato dal Congresso
legislativo il
1° gennaio per governare fino a settembre 2003, ha criticato
il
movimento delle assemblee di quartiere. "Non si può
governare tramite
le assemblee. Il modo democratico di organizzarsi e
partecipare è
tramite il voto", ha opinato il mandatario.
Mentre i politici tradizionali screditano il fenomeno, gli
assembleisti
trasmettono una sensazione de vuoto del potere e per questo
abbondano
le esortazioni a fare forza delle proprie abilità per
risolvere i
problemi.
"Il tema della fame è urgente. Non possiamo continuare a
rimandare
una risposta all'offerta dell'INTA (Instituto Nacional de
Tecnología
Agropecuaria) di 200 ettari vuoti per farne un orta comune.
Dobbiamo
decidere chi ci lavorerà, che cosa produrremo e per chi", ha
detto in
assemblea
un "vecino" di Morón.
Un altro, più giovane, urgeva l'accelerarsi della
discussione
sulle tariffe pubbliche e premeva che un delegato delle
assemblee
partecipasse nelle trattative con le imprese, il governo e
le
organizzazioni dei consumatori. "Non sarà che durante i
mondiali (di
calcio in Giappone e Corea del Sud) a giugno, provassero ad
aumentarle", ha
avvertito.
Sebbene l'attività delle assemblee non sia rallentata, le
assistenze sono
diminuite nelle ultime settimane, secondo alcuni
partecipanti.
"Ora pare che viene meno gente. Succede sempre che dopo un
certo punto la
partecipazione diminua. Però, l'importante è che le
assemblee continuano a
riunirsi per cambiare un mondo che non piace a nessuno più",
ha detto all'IPS
Cristina Guerra, infermiera di 54 anni, disoccupata da
cinque mesi.
"Stiamo vivendo in un sistema molto crudele, una società per
i poci, e il modo
di cambiarla è partecipando in quei spazi che crea il
popolo", ha affermato
Guerra.
L'infermiera considera che a dicembre èsuccesso "una
rottura" tra la gente
e il
governo, e aveva previsto che i dirigenti politici dei
sobborghi di Buenos
Aires avrebbero cercato di frenare le assemblee.
"A quelli piace solo che la gente si mobilizza a loro
favore, i loro clienti
politici, che ricevono alimenti e altri favori in cambio
della loro
partecipazione nellemanifestazioni", dice.
"Se risolveremo le cose, costruiremo un doppio potere. Se
otterremo, per
esempio, un ribasso del 50 per cento sulle tariffe dei
servizi pubblici per i
disoccupati e le persone con guadagni minimi, daremo un
salto di qualità, e
avremo molta più gente che participa", avvisa Guerra.
I residenti del quartiere capitolino di Palermo Viejo hanno
organizzato una
sala di pronto soccorso medico mentre continuano a discutere
i problemi
dell'ospedale locale. A Ramos Mejía, nella perifieria della
capitale, anche il
direttore del centro medico ha partecipato all'assemblea di
quartiere.
Nella capitale come nei sobborghi, le assemblee si tengono
una volta a
settimana e inviano poi dei delegati alla riunione
"interquartieri" per
discutere dei problemi o per scambiare esperienze.
I partecipanti si preoccupano di stabilire un'organizzazione
"orizzontale",
con
moderatori in rotazione e con la formazione delle
commissioni per trattare le
varie proposte.
Molti assembleisti credono che è possibile, anche se non da
subito, attribuire
alle loro organizzazioni i compiti finora riservati al
governo. I comitati
dovrebbero darsi uno spazio per dibattere "i temi della
democrazia", dice Juan
Mosca, un lavoratore dell'industria aeronautica della
località di Castelar.
Così pensano molti residenti di Baires (città con oltre 12
milioni di
abitanti), che nelle elezioni parlamentari dell'ottobre
scorso, di carattere
obbligatorio, optaron di votare in bianco o di annulare la
scheda in segno di
disapprovazione della classe dei dirigenti politici.
"Il 19 e il 20 dicembre il patto di rappresentatività tra il
popolo e i
governanti è stato stracciato e la nostra costituzione non
vige. Se fosse
vigente non ci sarebbero 15 milioni di poveri (su un totale
di 37 milioni), né
tanti abusi", sostiene Mosca, 57 anni, montato sul suo
bicicletta dopo
un'assemblea interquartiere a Morón.
"Per questo, ho portato qui (alla riunione) la proposta di
Castelar di
cominciare a discutere chi governerà domani, quale sarà
nostro progetto
politico, come rimpiazzeremo i nostri governanti e i nostri
giudici", dice
l'operaio, veterano attivista della Sociedad de Fomento
della sua località.
Dopo la crisi di dicembre, al meno uno su ogni tre
intervistati in un
sondaggio
della ditta Hugo Haime affermarono di aver partecipato ad
un'assemblea di
quartiere o ad un "caceroleo" contro i politici al meno una
volta.
Il 35 per cento degli intervistati considerano che si tratta
di "una nuova
forma di organizzazione politica", il 16 per cento credono
che in questo vuoto
"sorgirà una rinnovazione dirigenziale", e il 21,3 per cento
prevedono che
l'effervescenza svanirà col tempo.
Nel frattempo, le assemblee occupano uno spazio sempre
maggiore nei mezzi di
comunicazione e, infatti, stanno creando i loro propri
canali alternativi. Una
radio di Morón trasmette il programma "L'ora delle
Asseamblee", e c'è anche un
periodico fatto dagli assembleisti, "Argentina Arde".
"Alcuni credono che siamo di meno, però quelli che restano
sono quelli che
vogliono fare le cose, quelli che vogliono smetterla di
lamentarci a casa e
fare quello che i politici non fanno: risolvere i problemi
quotidiani, senza
apparati politico-partitari, solo noi con la nostra
organizzazione", ha
concluso Guerra. "

http://www.ainfos.ca/A-Infos/

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