[Cerchio] Re: [NetworkcontroG8] Re: [Sud Ribelle] Emozionali…

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Autor: cerchio@inventati.org
Data:  
Asunto: [Cerchio] Re: [NetworkcontroG8] Re: [Sud Ribelle] Emozionalità o ragione ideologia o ideologismo?
Caro Karletto, io ho preso spunto dalle note tue, è evidente, ma non ho
risposto solo a te, che ci posso fare se tu sei il pezzo da novanta?
Certo che se si è capito che tu e vis-avis siete dei Pilato ho torto, marcio
pure, in quanto nessuno può mettere te vis a vis nella schiera dei
cantonieri.
Se si è capito questo non ho nessuna difficoltà ad ammetttere che ho
sbagliato.

Resta il fatto però che non mi convince per nulla il discorso dei due tempi
che tu ribadisci.
Insomma io non credo nell'asincronismo dell'etica e della critica, e manco
nelle disomogenee valenze. Quindi per me il giudizio di valore è
contemporaneo al giudizio di fatto.
Uno vede un fatto è da un giudizio di valore.
Credo che l'argomentazione e l'articolazione teoria/pratica, debbano essere
necessariamente basati sulla critica, ma non riesco a dare al giudizio di
fatto una priorità, penso che le due cose marcino insieme.Insomma caro Marco
l'emozionalità nel cervello pure sta, non sta nel cuore, il cuore è una
pompa che serve a portare sangue al cervello.
E credo, non ti incazza di nuovo, che in questa fase la lotta per la
sopravvivenza ha un valore altamente rivoluzionario, in quanto inceppa tutti
i meccanismi di vita di merda del capitale totale, non sarà sufficiente ma è
indispensabile, è prioritaria.
Insomma tutta una discussione che non ha niente a che vedere con Ponzio
Pilato, quelli dicono "siamo tutti ebrei!!!"
Ti voglio bene
Vittoria
----- Original Message -----
From: "karletto" <karlettom@???>
To: <sudribelle@???>; <movimento@???>;
<no-ogm-ra@???>; <networkcontroG8@???>;
<NetworkAnticapital@???>; <cerchiodig8@???>;
<cerchio@???>
Sent: Monday, April 08, 2002 3:08 AM
Subject: [NetworkcontroG8] Re: [Sud Ribelle] Emozionalità o ragione
ideologia o ideologismo?


> Cara Vittoria, dal momento che risulta evidente che in questo tuo msg hai
> preso a "spunto polemico" le poche righe da me fatte "girare" come una

sorta
> di "presentazione" acclusa alla relazione scritta dalle redazioni di
> "Vis-à-Vis" e di "Corrispondenze Metropolitane", in occasione della
> presentazione dell'ultimo testo di Maximilien Rubel ("Karl Marx. Saggio di
> Biografia intellettuale. Prolegomeni per una sociologia etica")

organizzata
> venerdì scorso a Roma, ritengo di qualche utilità riproporre per esteso

tali
> righe medesime, che mi sembra tu non abbia voluto considerare con adeguata
> attenzione, visto che di fatto, riguardo all'orrenda mattanza che va
> perpetrandosi in Palestina, sembri giungere ad "appiattire" anche me (che
> pure dovresti ben conoscere, ormai!!!) su quelle posizioni di aberrante
> "equidistanza" e/o di pilatesco "ipercriticismo aventiniano" nei cui
> confronti non ho mai avuto alcuna reticenza a dichiarare tutte le dovute
> distanze: sarebbe bastato che invece di ... "prendere subito fuoco" (come
> spesso purtroppo ti capita ;-)), ti fossi andata a rileggere i due nostri
> comunicati (del 5 e dell'11 marzo), per capire quanto indebito sia il

genere
> di accuse che pretendi lanciare anche a me! ... e non ritengo di dover
> nemmeno sprecare un'ulteriore parola per farti notare quanto, 'sta volta,
> l'hai oggettivamente "fatta fuori dal vasetto" pure tu! ;-)))
> Mi limito a ricordare, con inevitabile schematismo, che se è
> irrefutabilmente vero <<l'assunto secondo cui l'etica senza la critica è
> vuota così come la critica senza l'etica è cieca>>, è anche vero che i due
> termini del rapporto - l'etica e la critica - NON sono sincronicamente
> interconnessi ed interscambiabili, bensì mantengono entrambi una propria
> peculiare specificità, in termini di assoluta reciproca disomogeneità.

Essi
> costituiscono appunto le differenti polarità di un rapporto dialettico che
> DEVE essere riconosciuto come imprescindibile, ma NON DEVE NE' PUO'
> comportare lo "schiacciamento" dell'una sull'altra, nel dissolvimento

delle
> reciproche intrinseche disomogenee valenze. La loro pur essenziale
> interazione consiste infatti in una sorta di propedeuticità (diacronica)

fra
> due ben diversi momenti dell'umano collocarsi nelle dimensioni dello

spazio
> e del tempo, nel mondo e nella storia; "momenti" che per brevità potremmo
> qui connotare nei termini dei due "fuochi prospettici" del "giudizio di
> valore" e del "giudizio di fatto", laddove il primo fonda e determina la
> scelta/orientamento, "nel senso" dell'etica, ed il secondo argomenta e
> articola la teoria/pratica, "sulla base" della critica.
> E tutto questo "pistolotto", cara Vittoria, bada bene che ha a che vedere
> non già con la personale propensione di chicchessia (e tanto meno mia!) a
> elargire onanistiche ricettine qua e là, ma con quello sforzo di
> comprensione/modificazione di questo presente dimmerda che ci riguarda
> tutti/e (su scala planetaria: qui e in Palestina e dovunque!) e in

funzione
> del quale tutti/e ci dovremmo sentire impegnati a ri/assemblare una

critica
> teorico/pratica di massa, coerentemente e radicalmente incentrata sulla
> negazione operante di ciò che a tutti/e nega una "VITA VERA": e cioè quel
> ciclo dell'astrattizzazione universale che connota l'intera complessità
> sistemica del capitale totale! ... Tutto "il resto" (a partire dalla

stessa
> pur articolatissima e radicale piattaforma proposta dal sindacalismo di

base
> per lo sciopero generale del 16, sino alla "sacrosantissima" lotta dei
> popoli negati), di per sè, nella sua immediata ed inevitabile ...
> "parzialità", è lotta per la mera SOPRAVVIVENZA: una lotta cui NON ci si
> può/deve sottrarre, cioè imprescindibilmente e impellentemente necessaria
> ... MA NON SUFFICIENTE! ( ... e che talvolta può anche rischiare di
> diventare sviante ... sia pur non per questo, magari, meno necessaria!).
> Con l'affetto di sempre
> Marco (M.)
>
> P.S.: Ecco, infine, le mie esatte parole (da cui hai preteso

oggettivamente
> darmi del Ponzio Pilato ... fai un po' tu?!?!?!):
>
> <<Il "militare" oltre che costituirne l'eventuale "prosecuzione", non può
> che rappresentare l'ammutolimento e la surdeterminazione del "politico".
>
> Quando poi, come nella tragedia che si sta consumando in questi giorni in
> Palestina, la "guerra globale permanente" scatenata da Monsieur le

Capital,
> a preventiva tutela del proprio dominio, giunge a coniugarsi con la logica
> disumana dello sterminio genocida, allora ci si trova costretti, volenti o
> nolenti, entro l'orizzonte semantico dell'etica, ove qualsiasi rimando a
> parametrazioni su scala politica è destinato a un oggettivo distorcente
> annichilimento. Di fronte alla perversione del "male assoluto", per

giunta
> oggi "rappresentata" dalla progenie di chi ne ha già conosciuto su di sé
> l'assurda e pur "banale" devastazione atroce, il lessico della politica
> perde di incisività, la critica tende inevitabilmente ad annebbiarsi, come
> lasciando doverosamente il passo ad un istintuale moto di solidarietà
> immediata e totale per chi di quel male è vittima. La "coscienza" da
> razionale si fa emozionale e induce a schierarsi subito, qui ed ora,
> tralasciando, nell'immediatezza del rifiuto e dell'impegno solidaristico,
> l'articolazione di quei pur indispensabili percorsi di analisi puntuale

che
> solo in un secondo momento essa saprà e dovrà riattivare, tornando a farsi
> critica e tensione progettuale, finalisticamente orientata: cimentandosi
> cioè nuovamente su quel terreno della politica, che solo può proporsi non
> già di meramente contrastare gli effetti di quel "male", ma di aggredirne

ed
> abolirne le cause.
>
> Per questo ordine di valutazioni, pur avendo da più di un mese

preventivato
> la presentazione della prima edizione italiana di "Karl Marx. Saggio di
> biografia intellettuale. Prolegomeni per una sociologia etica" di

Maximilien
> Rubel, abbiamo ritenuto di "abbassare il tono" di tale iniziativa,
> riconducendola negli ambiti di una sorta di chiaccherata informale fra

pochi
> intimi, piuttosto che nella dimensione, originariamente prevista, di un
> effettivo momento pubblico di confronto e dibattito collettivi, su cui
> sollecitare la maggior possibile attenzione.
>
> E' così che circa una quarantina di "volenterosi aficionados", ieri
> pomeriggio ha trascorso qualche ora nei locali della libreria "Odradek" di
> Roma, a discutere del testo sopra accennato, sulla traccia delle poche
> noterelle che qui di seguito accludo, e nella comune consapevolezza che

esso
> comunque offre la chiave di lettura di un Marx che ha trovato ben scarsa
> udienza nella storia di quel "marxismo" che tanto ha segnato le vicende

del
> movimento operaio nel corso del XX secolo. Un Marx che, vedi caso, ha
> sempre approcciato con massimo sospetto, se non con aperto disprezzo,
> concettualizzazioni come quella di "popolo" o di "patria" o di "religione"

.
> concettualizzazioni che, malauguratamente, troppo spesso ritornano invece

a
> connotare, in modo aberrante, le quotidiane cronache dei tragici

accadimenti
> in terra di Palestina. Concettualizzazioni che si dovrà essere in grado

di
> demistificare, nella loro intrinseca valenza distorcente e perversa, senza
> permettere che la solidarietà più totale con il proletariato palestinese

(la
> vera vittima del mercenario Sharon) possa giungere a trasformarsi in un
> nefasto schermo dietro cui interdire l'individuazione dell'unica vera

causa
> del cancro che oggi va devastando l'intera umanità, nonchè dell'unica vera

e
> definitiva soluzione per questo universale ma ben specifico "male":
> l'abbattimento della società del capitale totale! ... en passant, si
> potrebbe forse ricordare che il barbone di Treviri ebbe modo di scrivere,

da
> "figlio di ebreo" qual'era, un testo intitolato "La questione ebraica",

cui
> di 'sti tempi non sarebbe male tornare a dare un'occhiata, in merito a
> ipotetiche quanto "parziali" liberazioni di "popoli", "patrie",

"religioni"
> ...
> M.M.>>
>
> ____________________________________
>
> ----- Original Message -----
> From: <olivavittoria@???>
> To: <no-ogm-ra@???>; "passione e ideologia"
> <passioneeideologia@???>; <no-isf@???>; "movimento"
> <movimento@???>; <sudribelle@???>
> Sent: Sunday, April 07, 2002 7:37 PM
> Subject: [Sud Ribelle] Emozionalità o ragione ideologia o ideologismo?
>
>
> > Ma essere costretti dentro l'orizzonte semantico dell'etica porta
> fatalmente
> > ad un oggettivo e distorcente annichilimento di qualsiasi rimando a
> > parametrazioni su scala politica?
> > Pare di no, infatti:
> > " l'etica senza la critica è vuota così come la critica senza l'etica è
> > cieca",
> > infatti questo è il "nucleo caldo" individuato da Rubel nel pensiero di
> > Marx.
> > Detto questo è evidente che l'etica non può essere costretta dentro un
> > orizzonte meramente semantico, e che annicchilente e distorcente a
> qualsiasi
> > pensare e quindi agire politico è quel pensiero che non tenga conto

della
> > corrente calda che deve permeare il pensare ideologico e l'agire

politico.
> >
> > Allora, in merito alla tragedia del popolo palestinese c'è emozionalità

e
> > istintiva solidarietà o c'è la ragione partecipata, il capire le

ragioni
> di
> > questo popolo?
> > Non è l'etica della ragione che porta a schierarsi subito dato che

delle
> > priorità fatte di carne, sangue e vite annichilite porta a questa

urgenza?
> > Il tempo delle analisi puntuali a volte è un lusso che tanti non possono
> > permettersi, anche perchè, scusate ma chi le dovrebbe fare queste

analisi
> > puntuali: noi per i Palestinesi?
> > Mentre noi facciamo le analisi puntuali su di loro, altri, isareliani e
> > americani e turchi fanno dei puntamenti precisi e finiscono "il lavoro".
> > L'obiettivo primario è di impedirgli con tutti i mezzi di "finire il
> > lavoro".
> > A parte il fatto che qui si ritorna sempre al solito problema con cui

pare
> > che ormai sono destinata a scontrarmi proprio con tutti: che noi per noi
> > stessi rivendichiamo la massima autonomia e nessuna delega politica,

agli
> > altri, ai popoli altri, dobbiamo sempre insegnare come si fanno le

analisi
> > "puntuali", e questo da parte di tutti ml, anarchici, comunisti,
> libertari,
> > dobbiamo sempre dirgli come debbono essere finalisticamente orientati,
> > scordandoci bellamente che senza pane acqua, casa, terra,
> > e squartati ed accoppati sono loro e non noi.
> > A questo punto mi chiedo: ma per noi occidentali, e per noi compagni

che
> > tra
> > l'altro dovremmo essere pure l'avanguardia più cosciente l'ideologia

cos'è
> > ideologismo? e
> > l'etica cos'è? una mera emozione?
> > Allora mi pare che il centro del contendere è il nucleo dell'ideologismo
> sia
> > questo:
> > Marx ha visto sempre con sospetto e con disprezzo concettualizzazioni
> come
> > quelle di popolo, di patria e di religione...
> > a parte che una potrebbe dire: e che Marx è il vangelo? Pare che abbia
> > toppato pure nel dire dove sarebbe scoppiata in primis la rivoluzione,

ma
> > non è questo il punto.
> > Il punto è che qui si parla di "concettualizzazioni", ora che "concetti"
> > come popolo, patria e religione debbano essere guardati con disprezzo e
> > sospetto non c'è dubbio, per eliminare questi concetti sedimentati da
> > secoli ci vorrà una grande lotta culturale, simile a quella di eliminare
> il
> > concetto di lavoro salariato. Il dubbio viene quando questo concetti
> > diventano materia e sapendo io che Marx era materialista, non posso
> > immaginarmi che non sapesse fare oggi certi distinguo, anche perchè
> > insomma li ha fatti pure allora, non a caso della religione si limita a
> dire
> > che è l'oppio dei popoli, insomma un lenitivo in pratica, un qualcosa

che
> ti
> > consola e ti aiuta a reggere come una canna o un bicchiere di vino, nè

più
> > nè meno.
> > Ora per tornare al presente e alle cose attuali
> > incominciamo a vedere la questione "popolo".
> > E nello specifico la questione popolo Palestinese, che facciamo siccome

si
> > identificano in un popolo gli diciamo quanto siete fessi: come fanno ad
> > opporsi ad un popolo avverso contrario e sterminatore se non si
> riconoscono
> > nel
> > popolo oppresso? Possiamo dire le vere vittime di Sharon sono i

proletari
> > palestinesi?, forse non ci accorgiamo che in questa situazione tutto il
> > popolo palestinese è proletario da Arafat al borghese all'ultimo

ragazzino
> > colla fionda, oggettivamente tutto il popolo palestinese è proletario in
> > questa fase di fronte anche al più pezzente dei coloni, che in questa

fase
> è
> > uno sporco borghese, e pure peggio.
> > Questo per restare in "canoni" che sono tanto caro ai marxisti,

libertari
> e
> > no. Ai quali tutti farei notare il particolare, che a me non pare
> > secondario,
> > che il proletariato palestinese è un proletariato migrante che non

presta
> la
> > mano d'opera sua alla borghesia palestinese, ma al capitale straniero,
> > occupante, israeliano. I puntualizatori possono fami notare che pure il
> > proletariato nostro e di tutto il mondo presta la mano d'opera al

Capitale
> > totale che è multinazionale e quindi americano, istareliano, australiano

e
> > così via, certo però il proletariato occidentale non deve passare al
> vaglio
> > di check point con tanto di soldato armato di mitra, e questo forse
> dovrebbe
> > farci ragionare su cosa e chi sono i proletari attualmente.
> > Ora vi dico chiaramente che a me questo ideologismo imperante mi

spaventa,
> > perchè ci fa restare sempre spiazzati, nel senso che mentre noi

storciamo
> > tanto il naso davanti ai Kammikaze, a breve magari ci troveremo i

kamikaze
> > in casa, non mussulmani, ma i disoccupati i precari o atipici che per

ora
> > si suicidano, ma che magari possono pure dire, visto che debbo crepare,
> > tanto vale che faccio:"muoia Sansone con tutti i filistei". Questo,

mentre
> > noi
> > facciamo tanto ideologismo e come al solito ci troviamo poi con i

problemi
> > che ci scoppiano fra le mani e le torri che ci cadono in testa.
> > Se uno in questo momento nega ai palestinesi
> > il diritto di riconoscersi come popolo, non ci sono santi lascia questo
> > diritto solo agli israeliani, se non riconosce questo diritto ai Kurdi

lo
> > lascia solo ai Turchi e oggettivamente diventa connivente di isreliani,
> > turchi e americani.
> > Per la patria: si fa preso a dire "nostra patria è il mondo intero" ma

non
> è
> > così!!!
> > C'è chi la patria l'ha ed è un cittadino a tutti gli effetti e ha tutte

le
> > garanzie e c'è chi non l'ha e non ha garanzie nè diritti e non avendo

una
> > Patria, chiunque può cacciarlo dalla terra e rubargli l'orto sua e la
> vigna
> > sua. Questi sono i fatti. Quando le Patrie forti non esisteranno più
> > potranno e potremo rinuciare a tutte le patrie: Insomma ci riuscite a
> > convicere gli Americani a rinunciare alla Patria loro? Ci riuscite coi
> > Turchi? Ci riuscite
> > con gli Israeliani Ci riuscite coi Tedeschi? Ci riuscite coi Francesi?

Ci
> > riuscite con gli Inglesi che fanno la fila giorni e giorni per salutare

la
> > Grande Madre?
> > Mi pare, visto che decantate tanto i magnifici risultati del popolo di
> > Seattle, mi pare che qui
> > "nostra patria è il mondo intero" lo dicano e lo fanno solo gli
> Americani,
> > tanto che globalmente tutti sono incazzati per questo.
> > Lo so che mi ripeto, ma voi pure mi state sempre a ripetere

l'ideologismo!
> > Ora io non so come si possa dire a gente che viene scannata, di lasciar
> > perdere certe cose retrograde e aspettare l'abbattimento della società

del
> > capitale globale, senza accorgersi per di più che con questa loro lotta
> > stanno facendo questo! stanno creando le condizioni favorevoli per
> > l'abbattimento della società del capitale totale!
> > Al quale tra l'altro io toglierei pure l'appellattivo di Monsieur,

insomma
> è
> > un attributo troppo distinto in questa fase, se vogliamo restare al
> francese
> > possiamo tranquillamente chiamarlo
> > "Busherie du Capitale" che è una storpiatura del termine macelleria
> > francese.
> > Qualcuno mi dirà, e che faranno avuta la terra e la patria uno Stato,

no?
> > ricreeranno le condizioni della loro oppressione, un oppressione per di
> più
> > statale con tanto di statuto.
> > Bene, meglio avere uno stato loro contro cui combattere, vi assicuro

che
> > per loro
> > è molto meglio di come stanno ora, provate a chiederglielo!
> > Giorni fa sono stata ad una riunione sul carcerario e qualcuno che non
> vuole
> > giustamente le galere, diceva che però è giusto
> > che chi sta in galera, visto che ci sta, faccia delle lotte contrattuali
> per
> > essere trasferito in galere più vivibili, cazzo solo i Palestionesi e i
> > Kurdi e Talebani debbono stare nelle peggiori galere e nei peggiori

campi
> > di concentramenti pure di altri! Lasciategli fare queste galerestati,
> perchè
> > date per scontato che non ci sia una rivolta pure lì?, finchè stanno

come
> > stanno ora non possono nemmeno regolare i conti con la borghesia loro o
> con
> > altri dirigenti.
> > Ma poi se non nasce uno stato indipendente con le sue strutture

economiche
> e
> > politiche mi dite come si rimette al centro la contraddizione
> > capitale-lavoro?
> > Lasciateglielo fare poi!, sono loro che li vogliono, che cazzo c'entra

che
> > noi dobbiamo sempre dirgli quello che debbono fare o non fare. Lo

vogliono
> > loro lo Stato Palestinese, sta cosa vi deve entrare in testa, Lo

vogliono
> > loro, anche se a noi fa schifo.
> > Io sinceramente vi dico che quando vedo le basi americane e le navi
> > americane che scorazzano nella Patria mia mi girano maledettamente le
> > scatole, non mi dico che cazzo mi frega stanno nei porti e sulla terra
> dello
> > Stato che mi è nemico, no mi arrabbio tremendamente.
> > Non riesco ad immaginarmi un Marx radical scic, che storce il naso
> davanti
> > a parole come popolo e patria, evidentemente l'ho
> > letto male pure io, o forse molto semplicemente ognuno ci vede quello

che
> > vuole vederci come succede per tutto quello che si legge, ma nella mia
> testa
> > è ben conficcata l'idea che era materilaista, dialettico per di più, e

che
> > certi distinguo se fosse ora qui li saprebbe fare.
> > E il distinguo grosso lo sapete qual'è? Che quando noi diciamo Patria o
> > Popolo ci si accappona la pelle e poco manca vomitiamo, quando un
> > Palestinese o un Kurdo e un qualsiasi essere umano dei popoli negati e
> > scannati dice Patria gli occhi gli si riempono di lacrime, e dice" la

mia
> > Patria che non ho il mio Popolo martoriato e disprezzato" e questo vale
> per
> > tutte le parole che diciamo: casa, per noi è una galera, loro "la mia

casa
> > che non ho, la mia casa che mi hanno requisita, distutta"; famiglia
> > per noi è l'origine di tutti i mali e tutte le peggio porcherie, loro

"la
> > mia famiglia che mi impediscono di vedere, il mio figlio ucciso, mio

padre
> > in galera"; pane, per noi è sciapo è salato?, e di forno a legna? è
> > integrale?, loro "non ho pane"; acqua per noi :é gassata e liscia? con
> poco
> > sodio o troppo sodio? loro "ho sete, e non posso bere".
> > Ecco cosa succede quando i concetti diventano materia. Ed ecco che vuol
> dire
> > essere proletari adesso: Ed ecco che vuol dire essere borghesi adesso.
> > Marx non lo aveva previsto? Beh, io non l'ho mai preso per un santone o

un
> > santino, e sono convinta chissà perchè che mi direbbe "piccolè ci hai
> > colto!".
> > Ora veniamo alle bandiere: veramente quando mi hanno detto che mi si
> > immaginavano avvolta nel tricolore, magari col cappello da bersagliere

in
> > testa, magari a cantare "stai lontano da sto core" mi sono scompisciata,
> no,
> > dico non ho manco le phisique du role!!! oltre il resto, magari ci vedo

la
> > Mussolini così.
> > Resta il fatto che la bandiera è un simbolo di identificazione, e ora

non
> so
> > perchè identificarsi in un percing non è scandalo in una bandiera si!
> > Resta il fatto che la bandiera mia è quella rossa.
> > Resta il fatto che quella degli anarchici è nera.
> > Resta il fatto che tutti hanno una bandiera che è simbolo di quello che
> > vogliono significare.
> > E se magari qualche volta andaste allo stadio, sventolando la bandiera

di
> > una squadra di calcio forse capireste qualcosa di più.
> > La religione: allora qui diciamoci chiaramente che la religione è un
> > pretesto sovrastrutturale, che non possiamo fingere di non sapere che la
> > guerra non è una guerra di religione o contro il terrorismo ma è una
> guerra
> > per i gasdotti i metanodotti e tutti i corridoi, e dalla guerra contro
> > l'Iraq e la Jugoslavia che la guerra infinita per queste materie vitali
> per
> > l'occidente si fanno passare per guerre "umanitarie", ed

"antiterorriste",
> > invece di vedere la materialità di questa verità, uno perchè è marxista!
> si
> > formalizza sul concetto di religione.
> > Forse sarebbe il caso di chiedersi materialisticamente come mai è

successa
> > questa cosa e rivedendo la storia degli anni si del secolo scorso, ma
> > recenti, ci si accorge che qualsiasi tentativo laico è fallito nell'area
> > da quello Algerino a quello Egiziano, Ben Bellah
> > che fine ha fatto? e Nasser? pure i laicissimi palestinesi hanno fallito
> con
> > i loro laicissimi tentativi. Essendo il mondo Arabo estremamente diviso

ed
> > avendo le masse arabe la necessità di ricompattarsi contro le cavolo di
> > borghesie succubi dell'occidente hanno trovato il collante

dell'islamismo,
> > la cosa più a portata di mano che avessero, quella che era sentita e
> capita
> > da tutti. Avrebbe detto Marx : che schifo!, penso che avrebbe detto la
> > battuta "Il Capitale crea sempre la corda con cui verrà impiccato" e
> magari
> > avrebbe brindato!
> > E concludo con i kamikaze.
> > Su i kamikaze ho sentito da tutte le parti fare le più astruse

disquizioni
> > psicologiche, sociologiche, religiose insomma un sacco di ponzamenti.
> > E' un fenomeno naturale, è questo che noi occidentali non riusciamo a
> > capire. Eppure è così semplice: Da una parte c'è chi ha i tank,
> > gli elicotteri, le armi più potenti e un esercito che non so se è il

primo
> o
> > il secondo o il terzo, insomma un esercito di Popolo di Dio a
> quell'Iddio!!!
> > dall'altra c'è chi malgrado le chiacchere che dicono stampate e
> televisive
> > ha le fionde, qualche Kalaschnikov qualche pistola, qualche razzo
> superato.
> > Chiaro?
> > In più metteteci che oltre a non avere armi alla pari non ha più manco

il
> > resto e manco la prospettiva di campare e forse finirete di

scandalizzarvi
> e
> > di dirgli certe cose autolesioniste non si fanno!!! smettila se no come
> > faccio io a dire: Marx diceva che si fa così e Lenin diceva che si fa

così
> > e Trotski diceva che si fa così e Bakunin diceva che si fa così?...
> > E' pure questa mera emozionalità? forse, anzi senza forse, ma credo che
> sia
> > anche ragione, non solo ma la ragione delle ragioni (che non c'entra un
> > cazzo col Movimento dei Movimenti).
> > Vittoria
> > L'Avamposto degli Incompatibili
> > http://www.controappunto.org
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> >
> > L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle
> http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html
> >
> >
>
>