Sabato 23 marzo a Roma c'eravamo anche noi, la redazione di
Filiarmonici -
www.ecn.org/filiarmonici - quasi al completo, ma,
rassicuratevi, non alla marcia trionfale della
Cgil, ci siamo andati per fatti nostri (anche se, in verità,
c'è stato chi non ha resistito...).
Ci siamo incontrati nella sala gentilmente messaci a
disposizione dalla libreria Anomalia con un po'
di persone interessate ai contenuti che stiamo cercando di
sviluppare e di diffondere: alcune cose
semplici, quasi elementari, che però non dice quasi nessuno,
o che, comunque, troppo pochi hanno
la possibilità di leggere, ascoltare, mettere in pratica.
La compagnia ci è assai piaciuta, abbiamo trovato nuove
amicizie e ritrovato quelle antiche, non
eravamo certo tre milioni ma va senz'altro meglio così.
Abbiamo parlato dei contenuti già presenti sul sito ma
soprattutto di quelli che vorremmo metterci
dentro senza trovare il tempo per farlo (prima o poi lo
faremo, ma con calma).
Abbiamo discusso della logica della detenzione, della
sostanziale identità tra le diverse strutture
detentive (anche quelle meno immediatamente evidenti, quali
la scuola) e della loro
funzione disciplinare, dell'incessante espansione materiale
e mentale della stessa idea carceraria,
della necessità di opporci alla grottesca tendenza, oggi
predominante all'interno della sinistra, a
sostenere la "parte buona" della magistratura contro i
politicanti, quasi che la conquista della libertà
potesse procedere galoppando in groppa ai fascicoli
giudiziari.
Filarmonici non propone alcuna struttura organizzativa né
invita all'adesione ad alcunché, ma si
adopera perché si diffonda l'idea che singoli o gruppi di
persone agiscano secondo i modi che
ritengono più opportuni, sempre lontani da scopi e
motivazioni "superiori" e da noi separati, quindi
rifiutando tutto ciò che sia partito, morale, chiesa,
delega, rappresentanza e altre brutture.
Infine, non avendo alcuna intenzione di polemizzare, ma non
volendo neppure passare per omertosi:
ci é stato chiesto come mai, in contemporanea con
un'iniziativa di due giorni sul carcere al Forte
Prenestino, non avessimo pensato di andare lì invece che
starcene in un altro posto a Roma.
Precisiamo: noi siamo, in linea di massima e senza
esagerazioni, disposti ad andare dovunque, basta
che ci facciano dire tutto quello che pensiamo e null'altro
che quello che pensiamo. Su queste basi
avevamo concordato con il Forte Prenestino la partecipazione
di Filiarmonici alla due giorni contro
il carcere. Filarmonici da tutta Italia si erano organizzati
per convergere a Roma andare al Forte
Prenestino e presentare il progetto. Tutto sembrava
procedere per il meglio quando, tre giorni prima
dell'iniziativa, come si suol dire "fuori tempo massimo", ci
viene comunicato che la presentazione
di Filarmonici non può aver luogo. Dunque alla fine non
siamo andati al Forte Prenestino
esclusivamente perché le persone che avevano organizzato la
due giorni non hanno voluto che noi
fossimo lì. Hanno offerto motivazioni svariate, a nostro
avviso poco consistenti se non pretestuose:
la nostra impressione è che il breve scritto introduttivo,
che riportiamo di seguito nella sua stesura
finale, sia rimasto loro bloccato in prossimità
dell'esofago; com'è, come non è, hanno concluso
dicendo: «da noi per Filiarmonici non c'è spazio».
Non volendo fare dietrologie inutili né analisi dei percorsi
politici del Forte Prenestino, dobbiamo
però rendere chiaro e forte che:
a - chiunque volesse riferire in giro che scegliamo i
luoghi in chiave restrittiva e settaria
mentirebbe e, ora che i fatti sono noti, non in
buonafede;
b - che al Forte Prenestino difficilmente metteremo più
piede.
Filiarmonici [
www.ecn.org/filiarmonici ], 28 marzo 2002
«Sabato 23 Marzo 2002 dalle 16 alle 20
Libreria Anomalia via dei Campani 71 (quartiere San Lorenzo)
ROMA
"Una sera, ho preso la bellezza sulle ginocchia. - E l'ho
trovata amara. E l'ho insultata.
Mi sono armato contro la giustizia."
Arthur Rimbaud - Una stagione all'inferno
Tetra come una prigione che non brucia, la presente società
va presentandosi ogni giorno di più
come un accumulo di codici e di pene, confermando l'analisi
che si era fatta trent'anni fa "solo
l'esistenza delle mura del carcere, permette, a chi si trova
temporaneamente fuori di esse, di
credersi "libero".
Questo invito si rivolge a chi conserva qualche
consapevolezza di questo stato di cose, ai libertini,
libertari, appassionati della libertà pratica, allergici
alle leggi, refrattari alla subordinazione.
I fili armonici sono i più efficienti strumenti per tagliare
le sbarre delle prigioni, sogno collettivo di
milioni di nostri contemporanei di ogni paese.
Filiarmonici di tutta Italia si aggroviglieranno alla
libreria Anomalia per presentare il progetto:
FILIARMONICI: PER UN
MONDO SENZA GALERE
Un sito e un progetto miranti all'abbattimento di tutte le
carceri, alla cancellazione di tutte le leggi,
allo sviluppo di una teoria e di una pratica
dell'antilegalità.
Seguirà un dibattito sulle possibilità di fare fronte
praticamente e immediatamente all'alienazione
sociale, di cui il carcere è la Bastiglia, la legge la
Babele, i giudici i sommi e più spregevoli
sacerdoti e i militanti politici i sacerdoti ridicoli e
infimi.
Con particolare riferimento all'urgente necessità di non
essere trascinati nel gioco abietto di
"guardie" che vorrebbero carcerare il mondo in nostro nome
(da Di Pietro a Borrelli a Pino
Arlacchi) e "ladri" che in nostro nome mirano a derubarlo
e isterilirlo (da Berlusconi fino alle
grandi istituzioni sovranazionali).
Perché le parole "fuoco alle carceri" non siano più uno
slogan, o un gesto simbolico come a Marassi
nel più entusiasmante passaggio delle meravigliose giornate
di Genova, ma una pratica quotidiana,
da una parte e dall'altra di quei muri.»