[Forumumbri] vanni_de_lucia\requiem_per_un_ragazzo

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come trsf stiamo valutando una rappresentazione
intorno al 27 aprile. Chi fosse interessato ci
faccia sapere
ciao F




> A: francoppoli@???
>
> Il Collettivo di Ricerca Teatrale
> ha il piacere di invitarVi
> alla rappresentazione
>
>
> “REQUIEM PER UN RAGAZZO”
> in memoria di Carlo Giuliani
>
> mercoledì 27 Marzo 2002 ore 20.30
> presso il Teatro Ariston di Treviso
> (ingresso a offerta libera)
>
> sabato 13 Aprile 2002 ore 20:30
> presso la Casa del Popolo di Torri di
> Pordenone(PN)
>
> venerdì 26 Aprile 2002 ore 20:30
> Auditorium “Dina Orsi” Parè di
> Conegliano(TV)
>
> il 50% del ricavato di tutte le repliche verrà
> devoluto alla
> fondazione “Carlo Giuliani”
>
>
>
>

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> --------
>
> info: e-mail c-r-t@??? Tel.e fax 0438
> 555335 cell. 3474471860
> http://digilander.iol.it/crt
>
>

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> --------
>
> La rappresentazione
>
> E’ la vigilia di Natale.
>
> Immagini, poesie, piccoli doni, fiori, sulla
> cancellata della chiesa in
> Piazza Alimonda, a Genova, si ostinano a
> testimoniare, sotto gli
> sguardi frettolosi e dimentichi dei passanti,
> la vita spezzata di
> Carlo, ragazzo di 23 anni, morto ammazzato alle
> cinque della sera.
>
> Uno strano personaggio, uno dei "poveri" di
> questa Genova del Terzo
> Millennio, continua a tenere in ordine il
> piccolo altare, a bagnare le
> piante, a spazzare il selciato. Mentre sistema
> le povere cose, racconta.
>
> Racconta di quell’incredibile,
> straordinario giovedì 19 luglio 2001,
> pieno di musica e di colori, di quel suo corteo
>
> di "migranti", "stranieri" nella propria e
> nelle altrui terre.
>
> Dello stupore e della rabbia dei potenti.
>
> Della "trappola" di quel maledetto venerdì 20
> luglio in cui Carlo è
> morto.
>
> E nel racconto emergono, come dalle profondità
> del mare di Genova, quel
> mare che lui amava tanto, frammenti di vita di
> Carlo: lettere, poesie,
> testimonianze dei suoi familiari e dei suoi
> amici. Brandelli di vita di
> quel bambino che oggi non è più,
> dell’amore e dell’affetto che aveva
>
> distribuito attorno a se.
>
> Alla fine, malgrado tutto, la frase di una
> poesia di Carlo in cui
> continua a vivere la speranza: "Non mi ricordo
> chi ha detto che di vita
> non si muore".
>
>
> Come nasce un requiem
>
> Sabato 21 luglio anche qualcuno di noi stava a
> Genova. Avevamo deciso
> di andarci un po’ per curiosità, su
> invito di un amico; un po’ perché
> dentro ti rimane qualche sprazzo di spirito
> ribelle reduce di quegli
> anni 60 e 70 in cui si sperava di cambiare il
> mondo; un po’ per
> continuare a sentirti giovane. Già perché ormai
> lo sai che non sei un
> rivoluzionario, ma credi ancora che il mondo
> debba essere più giusto di
> com’è, che la strada intrapresa dai
> potenti della terra non abbia
> futuro.
>
> Poi il venerdì pomeriggio senti alla radio
> degli scontri, della morte
> di un ragazzo; e magari a Genova hai una
> figlia, un fratello, qualche
> amico. E dentro ti nasce l’angoscia, per
> loro, per il nostro paese.
> Cosa sta succedendo in Italia? Da più di
> vent’anni non c’erano morti
> nelle manifestazioni. E allora pensi che hai
> fatto bene ad andare a
> Genova per poterli incontrare, per sapere che
> stanno bene, che non gli
> è successo nulla di grave.
>
> A Genova trovi una realtà che non immaginavi,
> entusiasmante: centinaia
> di migliaia di persone, italiane e straniere,
> di differenti credenze
> politiche e religiose, una varietà
> impressionante di dialetti, lingue,
> nuovamente unite in un sogno: quello di un
> mondo migliore. E’ una nuova
> generazione che, nuovamente, ha deciso di
> mettersi in gioco, di dire la
> sua, di agire.
>
> Ma a Genova scopri anche, in maniera tangibile,
> concreta, la violenza
> delle forze dell’ordine. Una violenza che
> credevi ormai morta e
> sepolta. Ti sembra d’essere una comparsa
> in un film di fantascienza:
> elicotteri che ti sorvolano a pochi metri di
> altezza, blindati da cui
> sporgono militari armati, pestaggi a gente
> indifesa. Vedi anche qualche
> centinaio di black block sfasciare banche,
> negozi, distributori. Senti
> dire che hanno addirittura attaccato il corteo
> pacifico. Che le forze
> dell’ordine li hanno lasciati agire
> indisturbati, per poi recare offesa
> ai manifestanti pacifici. Ma cosa sta
> succedendo?
>
> Torni a casa, sconvolto, anche perché la
> partenza del treno è assordata
> dagli ululati delle decine di sirene che,
> saprai solo il giorno dopo,
> raccolgono i massacrati alla Scuola Diaz. Cosi
> come saprai qualche
> giorno dopo di altre violenze, ancora una volta
> su manifestanti inermi,
> alla Caserma di Bolzaneto.
>
> Allora vuoi capire. Poteva esserci tuo figlio
> al posto di quel piccolo
> ragazzo straziato in Piazza Alimonda.
>
> E prendi l’elenco telefonico di Genova,
> per fortuna un vecchio elenco,
> e cerchi il nome di Giuliano Giuliani. Ci sono
> tre numeri. Il primo
> suona a vuoto. Al secondo, dopo qualche
> squillo, risponde una voce di
> giovane donna: è quella di Elena, la sorella di
> Carlo: "siamo un gruppo
> che fa teatro… sarebbe possibile
> incontrarvi, che voi ci raccontaste di
> Carlo? Stiamo pensando di fare uno
> spettacolo…".
>
> Siamo tornati a Genova. Con la mamma, la
> sorella e il papà di Carlo
> abbiamo cercato nei suoi cassetti…Ne è
> emerso il mondo di un ragazzo,
> di un meraviglioso ragazzo…
>
> Così è nata questa rappresentazione. Che non
> pretende essere esaustiva,
> completa; che cerca solo di portare un piccolo
> contributo alla memoria
> di Carlo, e un po’ di giustizia contro le
> tante voci che lo hanno
> definito punkabbestia, violento, terrorista.
>
> Che non entra nel merito dell’uccisione
> di Carlo. Ma che vuole, anche
> se solo per frammenti, raccontare di questo
> piccolo uomo, di questo
> bambino, dei suoi sogni, delle sue paure, dei
> suoi desideri.
>
> Gennaio 2002
>
>

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>
> passate parola!


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francoppoli@???

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