Autor: Marcantonio Data: Asunto: [Forumlucca] manifestare il dissenso in UE
Le proteste ai vertici europei rientreranno nella definizione di terrorismo
Alberto D'Argenzio - Bruxelles
Criminalizzare il dissenso: è questo il desolante percorso intrapreso
dall'Unione europea sull'infinita scia della lotta al terrorismo. Nulla di
nuovo per noi, da Genova alle recenti accuse di mezzo governo contro i
Palavobis e gli anarchici, ma ora i 15 si muovono su di un altro e più alto
livello, quello della codificazione dell'emergenza in norma e consuetudine,
della creazione di un sistema che renderà più semplice reprimere il dissenso
in tutto il continente. Un cammino che ha radici estive, con le proposte di
Scajola prima del G8, e che è divenuto via maestra con l'approvazione a
dicembre dell'ambigua definizione di "azione e gruppo terrorista"
nell'ambito di uno spirito di cooperazione giudiziaria e poliziesca tra i
15.
A completare la definizione di terrorismo e a specificarne le applicazioni
ci pensa un'équipe di esperti appositamente creata dal Consiglio, il "Gruppo
Terrorismo". Il gruppo sta attualmente studiando una proposta della
presidenza spagnola finalizzata alla "creazione di un formulario-tipo per
l'interscambio di informazioni su incidenti commessi da gruppi radicali
violenti con vincoli terroristici". Il gioco interessato del governo
spagnolo, sicuramente apprezzato anche a Roma, è quello di creare una
relazione diretta tra i manifestanti che protestano in occasione dei vertici
della Ue, o in eventi simili, con i gruppi terroristici e quindi con la dura
e speciale normativa di riferimento.
Il prologo chiarisce l'ambito di applicazione: "Durante questi eventi (i
vertici, ndr) si è osservato un aumento progressivo delle azioni violente e
di vandalismo criminale realizzato da gruppi radicali estremisti, che hanno
occasionato situazioni di terrore nella società". La chiave di volta è il
successivo passaggio, semplicista e per questo ancor più inquietante:
"Questi fatti si realizzano per un intorno diffuso che si presenta sotto la
copertura di diversi schermi sociali. Per intorno diffuso intendiamo quelle
organizzazioni che, approfittando della situazione di legalità di cui
godono, realizzano compiti ausiliari che coadiuvano il compimento degli
obiettivi propri delle organizzazioni terroristiche".
Di fronte a tali cospirazioni il gruppo propone la creazione di un
formulario-tipo per l'interscambio di informazioni "come strumento di
indiscutibile utilità per la prevenzione, e nel caso persecuzione, del
radicalismo giovanile urbano di matrice violenta, sempre più manipolato
dalle organizzazioni terroristiche per il conseguimento dei loro obiettivi
criminali". Un formulario che conterrà tutti i dati ritenuti necessari, che
guarda caso non vengono specificati, e che verrà messo a disposizione di
Europol. Un formulario destinato a "elementi integrati in gruppi
perfettamente organizzati e diretti da organizzazioni terroriste", ma a
discrezione di qualsiasi paese potrà venire utilizzato anche per "persone
che manchino dei requisiti menzionati, sempre che si abbia conoscenza della
loro relazione con organizzazioni terroristiche".
Il testo in discussione, come fosse vuota prassi, riconosce il diritto di
manifestare, riunirsi ed esprimere le proprie opinioni, ma non fornisce
alcuna garanzia sul trattamento dei dati contenuti nel formulario-tipo.
Il progetto spagnolo mira fondamentalmente a esportare il concetto di
intorno diffuso, il grimaldello con cui negli ultimi mesi Madrid cerca di
fare terra bruciata intorno all'Eta. Si tratta dell'ennesima dimostrazione
di come una lotta legittima venga condotta con metodi illegali ed
esclusivamente polizieschi e soprattutto permetta di esportare e legittimare
in altri ambiti prassi assolutamente liberticide, un sistema ambiguo e
difficilmente controllabile per ampliare i soggetti sociali da
criminalizzare.
Quando in dicembre si approvò la definizione di terrorismo i 15 affermarono,
sotto la spinta dei paesi nordici, la necessità di non assimilare ad azioni
terroristiche le manifestazioni di dissenso in cui si realizzavano atti di
violenza includibili nella definizione. Com'era prevedibile, i fatti stanno
dando loro torto. Una normativa, la definizione di terrorismo, che ribalta
le basi del diritto penale, perseguendo un atto non per sé stesso ma per le
motivazioni che lo determinano, non poteva che essere utilizzata nella
direzione di ampliare gli ambiti della sua attuazione (oggi le
manifestazioni, domani le occupazioni di fabbriche o case, ecc..) a seconda
degli interessi che si intendono difendere o perseguire e degli obiettivi
che si intendono colpire. In sostanza si vuole generare una situazione di
emergenza continua tale da permettere il ricorso a strumenti eccezionali
contro fenomeni assolutamente normali e salutari come il dissenso.
La proposta del Gruppo Terrorismo deve ora passare il giudizio delle
rappresentative diplomatiche dei 15 per poi raggiungere il tavolo dei
ministri degli interni e della giustizia. Questi nel frattempo non stanno
con le mani in mano, l'altroieri hanno formalmente approvato Eurodac, un
sistema di rilevamento delle impronte per i richiedenti asilo in Europa che
di fatto li criminalizza, e l'aumento del 45,9% del budget del gruppo
terrorismo