[Forumlucca] impressioni su mercoledi

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著者: Daniele Lombardi
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題目: [Forumlucca] impressioni su mercoledi
Provo anche io a scrviere le mie impressioni su mercoledì (visto e
considerato che martedì potrò partecipare all'assemblea solo sul tardi).

Credo che sostanzialmente la serata di mercoledì scorso possa essere
sintetizzata come la classica "vittoria di Pirro".
Il fatto positivo è che l'assemblea è riuscita a richiamare più di duecento
persone, ma naturalmente nulla ci dà sicurezza che per la prossima
iniziativa sarà altrettanto partecipata.

Il fatto negativo è che siamo stati incapaci di "comunicare" il significato
di Porto Alegre a queste duecento persone. E' quindi stata un occasione non
sfruttata interamente.
Certo, dopo il bellissimo e toccante discorso della mamma di Carlo il resto
è passato inevitabilmente (e giustamente) in secondo piano.

Eppure il discorso di Heidi è finito con una profondissima frase, derivata
proprio dalla sua esperienza a Porto Alegre: "dobbiamo globalizzare la
nostra umanità" richiamando tutti a "muoversi, a fare qualcosa, a non
rinchiudersi nei propri equilibri" (badate bene, un discorso anche altamente
politico che a me ha ricordato "l'indifferenza è il peso morto della storia"
di Gramsci).
Ecco, secondo me era quello il momento oppurtuno per agganciarci e per
comunicare quali erano i contenuti forti di Porto Alegre e le attinenze che
hanno con i nostri contenuti che portiamo avanti sul locale, per spiegare
come, anche attraverso la formazione del Lucca Social Forum, vorremo
globalizzare questa umanità.
Invece gli interventi che si sono susseguiti hanno secondo me avuto un
problema di "comunicabilità". Cioè non siamo riusciti a comunicare quella
pluralità di idee e di culture che ci caratterizza e ci valorizza e che è
stata una ricchezza anche a Porto Alegre.

Come moderatore della serata non trovo difficoltà a dire che sono stato a
disagio a dare la parola sempre a chi aveva, più o meno, la stessa visione
del movimento e che raramente ha parlato di Porto Alegre e del futuro Lucca
Social Forum. Non perchè non condividevo certi interventi, ma perchè
appunto, avevano tutti la medesima prospettiva che non andava oltre una
fastidiosa autoreferenzialità. Però non so dire se questo è accaduto per
colpa di qualche area che non si è saputa "autolimitare" (non in termini di
tempo ma in termini di numero di interventi) o per il "complice silenzio" di
qualcun'altro. Dico questo perchè credo che il mio compito sia stato quello,
appunto, puramente tecnico di moderare gli interventi ma non di mediare fra
essi: lo squilibrio della bilancia se c'è stato, doveva essere aggiustato da
chi ne aveva la possibilità di farlo intervenendo o rispondendo ad altri
interventi.

Sta il fatto che che dalla sintesi dei vari interventi della serata è uscita
l'immagine, almeno secondo me, di un movimento quasi monolitico, sfilacciato
sui contenuti senza linee programmatiche comuni, privo di pluralità (e
quindi di contraddizioni) al suo interno, e soprattuto, cosa grave,
un'immagine di un movimento critico di se stesso: la cosa buffa e che spesso
molti hanno criticato il Secondo Forum Mondiale di Porto Alegre
agganciandosi a facili argomenti come quello degli "invitati" e
"non-invitati" senza spiegare prima cosa fosse il Forum di Porto Alegre,
perchè esiste e perchè lo prendiamo come punto di riferimento. L'errore è
stato dare per scontato che tutti sapevano quello che si è detto a Porto
Alegre. Il risultato è stato che una persona che per la prima volta
partecipava a una nostra assemblea (e ce n'erano tante mercoledì) ne è
uscita piuttosto confusa, forse più di prima.

Se è vero, come penso, che esiste questo problema di comunicabilità (che è
grave in un movimento) ne dobbiamo parlare apertamente fra di noi perchè
potrebbe dipendere da una carenza di dialettica proprio interna al
movimento. Se cioè ci sono delle difficoltà a comunicare fra di noi è logico
che questo problema si ripercuote anche da noi verso all'esterno.
Per esempio su Porto Alegre non c'è stato nemmeno un grande dibattito fra di
noi: la spinosa questione degli inviti e non-inviti che pure qualcuno,
magari ingenuamente, ha sollevato mercoledì, non mi sembra sia stata
dibattuta nelle nostre ordinarie assemblee di movimento dopo Porto Alegre.
E' chiaro che su questo punto molti la pensano diversamente, ma proprio per
questo dobbiamo chiarirci le idee prima fra di noi per darci come minimo la
stessa lunghezza d'onda su certe questioni onde evitare certe "figuracce".
L'ottimismo della ragione mi porta comunque a sperare che in futuro alle
prossime assemblee ed inziative riusciremo a mobilitare più persone ed
essere capaci prima di organizzare meglio questi confronti.

Un abbraccio,
Daniele.

ps
In effetti la citazione di Moretti (che mi sembra oramai abbia acquisito un
impronta vagamente populista) non c'azzecca: questo movimento non ha (per
fortuna) nessun dirigente e nessuna deriva leaderistica. E soprattuto non
deve vincere nessuna tornata elettorale; ha un compito leggermente più
ambizioso che è quello di cambiare il mondo e farsi promotore di
un'alternativa di società. E mi scusi Nanni Moretti se è poco.