[Forumumbri] letture istruttive........chi alza le barricate…

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chi sproloquia.........alla fiera dell'est.............


ah!moscato invece............che settaruio non e'---e i giv .com di
rifondazione....
be'tanto che somiglioalla bonafini........permettetemi un poco
raffinato....ma andate a ...con tutto il politcally correct...
......ah per un po di giorni vo in casa di cura a lecce da moscato......
Re: DOMANDINA lombardi

From: <lombardi@???>
To: <movimento@???>
Subject: Re: DOMANDINA
Date: Sat, 16 Feb 2002 22:09:34 +0100
Posted-Date: Sun, 17 Feb 2002 22:20:49 +0100
References: <00a901c1b7f3$c5d9b640$25541a97@j5x8u5>
Reply-To: <lombardi@???>
Di ritorno da Porto Alegre
di Antonio Moscato

Tornato da Porto Alegre con una settimana di ritardo per una utilissima
sosta di una settimana a Buenos Aires, su cui riferiro' prossimamente (dopo
aver "digerito" l'enorme mole di volantini, riviste e libri avuti dai
compagni argentini), ho trovato la posta elettronica ingombra di messaggi su
Porto Alegre che mi sembravano parlare di un altro evento. Ma la provenienza
(i vari nomi usati da un minuscolo gruppo ex trotskista, spartachista, ecc.
e sempre inguaribilmente settario) mi aveva fatto ritenere irrilevanti e non
degne di attenzione le insinuazioni sulle "manovre socialdemocratiche" che
ci sarebbero state per escludere i rivoluzionari dal Social Forum mondiale.
I compagni rimasti qui mi hanno pero' detto che in diverse assemblee del PRC
c'erano stati attacchi dello stesso genere a Porto Alegre anche da parte di
compagni della mozione 2, in qualche caso ripresi anche da compagni dell'
area dei 4 emendamenti.
Diventa dunque necessario rispondere almeno sommariamente ad alcune di
queste voci.
La prima riguarda la presunta "esclusione" di Fidel Castro. La "notizia" era
rimbalzata da "la Repubblica" a "el País", ma mi sembra basata su un
pettegolezzo. Senza immaginare che in Italia continuasse a circolare, a
Porto Alegre ne avevo infatti parlato con diversi membri della numerosa e
qualificata delegazione cubana che conoscevo da tempo, e tutti avevano
escluso che all'Avana si fosse mai discusso di un viaggio di Castro. Le
ragioni erano diverse: una presenza di Fidel avrebbe attirato eccessivamente
l'attenzione dei mass media, probabilmente avrebbe reso piu' difficile la
partecipazione dei parlamentari e ministri socialdemocratici e del PCF (su
cui ritornero'), in definitiva avrebbe monopolizzato e dato un segno diverso
al Forum. Ma di questo, sui cui tanti pontificano in Italia, non si e' mai
parlato ufficialmente da nessuna parte, e non c'e' stata quindi nessuna
"esclusione".
Va detto peraltro che durante l'incontro dei giovani alcuni compagni a un
"viva Cuba, viva Fidel Castro" lanciato da una parte della sala, hanno
risposto con un polemico "viva la revolución cubana, viva Che Guevara". Se
non erano gli stessi che oggi speculano sull'assenza di Castro, erano
probabilmente i loro affini argentini e brasiliani dei tanti (troppi, in
Argentina) gruppi settari di origine trotskista.
L'altra esclusa sarebbe Ebe de Bonafini. In realta' c'era e l'ho piu' volte
incontrata e fotografata. Ma ha dichiarato che non la volevano e che solo i
Sem Terra l'hanno invitata. La sua ricostruzione riflette il suo livello
politico, che e' quello di una donna che si e' radicalizzata per un tremendo
lutto che l'ha colpita, ma che non si era mai occupata precedentemente di
politica. L'avevo ascoltata con rispetto per il suo coraggio nell'incontro
"intergalattico" del 1996 nel Chiapas, in cui dava con generosita' del
fascista a chiunque non condivideva le sue idee povere e schematiche, ma ho
constatato che la sua cultura politica e' rimasta la stessa cinque anni
dopo, come risulta anche dalla sua "denuncia", di cui riporto alcuni brani
significativi nella traduzione dei suoi sostenitori italiani: "Nemmeno noi
Madri eravamo invitate Io c'ero comunque, perche' mi hanno invitata i Senza
Terra ed e' stato molto importante per le Madri perche' la prima critica e'
venuta dalle Madri. Abbiamo detto che non e' la stessa cosa
"socialdemocrazia" e "socialismo", che la socialdemocrazia si era
impadronita del Foro, che i francesi possono venire, ma non comandare, che
il Foro era stato creato contro la globalizzazione e che adesso si parlava
di umanizzarla. Una cosa che e' completamente inumana, che va combattuta,
che va distrutta, questi sono i cambiamenti che si prospettavano. Non si
parla piu' di socialismo. Se ne parla in basso, si, pero' sto parlando della
struttura, di come e' stato organizzato questo Foro. E non si parla neppure
di non pagare il debito, ma del "cancellamento". E per cancellarlo uno deve
chiedere al nemico se gli concede di cancellarlo. Invece, se non lo pago
perche' non ne ho intenzione, non lo pago, che e' un'altra cosa. E questo e'
cio' che proponiamo noi Madri."
Lasciamo perdere la contrapposizione tra "non pagare" e "cancellare" il
debito. Sembra comunque strano che la Bonafini non abbia capito che al Forum
sociale si partecipava iscrivendosi con l'appoggio di un'organizzazione
sociale del proprio paese, non perche' invitati (cosa che valeva ovviamente
anche per Fidel Castro!). Altra cosa, separata e diversa, era il Forum dei
parlamentari, riunione parallela su inviti del gruppo parlamentare del PT,
in cui comunque i non molti socialdemocratici o membri di partiti comunisti
al governo come il PCF presenti sono stati anche duramente contestati e a
cui e' stato chiesto di prendere posizione nettamente contro la guerra oltre
che contro il neoliberismo.
Attribuire il Forum sociale in quanto tale alla socialdemocrazia rivela solo
una totale incomprensione di quel che c'era nello stesso Forum
parlamentare, in cui non era presente ufficialmente nessun partito
socialdemocratico significativo; c'erano solo esponenti di frange di
sinistra che cercavano di rifarsi una verginita' (in genere a scopo
elettorale), e che sono stati tra l'altro fischiati o presi letteralmente a
torte in faccia.
Perche' sono stati invitati allora? Prima di tutto, ricordiamo che non e'
stato il Forum sociale a fare gli inviti per quello parlamentare, ma la
presidenza del gruppo parlamentare del PT, in cui prevale la destra di quel
partito estremamente composito ed eterogeneo (la corrente di sinistra
"trotskista", Democrazia socialista, e' maggioritaria a Porto Alegre e nello
Stato di Rio Grande do Sul, non certo nell'intero partito, e ha criticato
sempre duramente le gravi ambiguita' dello stesso Lula). Ma se non
condividiamo l'inseguimento del centro e la ricerca di "rispettabilita'" da
parte della maggioranza del PT, possiamo anche capire le ragioni che l'hanno
portata a cercare di avere il maggior numero di osservatori e invitati
rappresentativi, anche se moderati e opportunisti: la necessita' di una
"copertura" da parte di esponenti di quella stessa internazionale socialista
di cui fa parte il presidente Cardoso, in un momento in cui pesano
drammatiche minacce sull'esistenza stessa del PT. Pochi giorni prima dell'
apertura del Forum era stato assassinato a Sao Paulo il sindaco di San Andre
' (una citta' di 400.000 abitanti nella cintura industriale), mentre quello
di Campinas (600.000 abitanti), era stato ucciso in settembre. L'uno e l'
altro erano del PT, e altri venti sindaci dello stesso partito hanno
ricevuto minacce di morte via E.mail (ma la polizia dice di non saper
identificare la provenienza, mentre il presidente Cardoso attribuisce i
delitti alla criminalita' comune).
Durante i giorni del Forum, d'altra parte, i "soliti ignoti" erano penetrati
a Sao Paulo nella sede della CUT (il grande sindacato brasiliano che ha
contribuito alla formazione del PT) distruggendo o asportando tutti i
computer. Possibile che questi saccenti ipercritici italiani non riescano a
capire le ragioni che hanno spinto a cercare una copertura internazionale
per un Forum contro cui erano possibili le piu' diverse provocazioni, mentre
i giornali borghesi brasiliani lo presentavano con i toni con cui la stampa
italiana ha creato il clima di Genova?
D'altra parte, dato che, secondo questi compagni esagitati, tra le colpe del
Forum ci sarebbe stata l'esclusione (!?) di Marcos, farebbero bene a
ricordare che nel 1996 all'Incontro Intercontinentale per l'Umanita' e
contro il Neoliberalismo erano stati invitati, proprio da Marcos, diversi
socialdemocratici come Danielle Mitterand o Alain Touraine, inviti che
Marcos difese con decisione di fronte alle proteste degli estremisti
francesi e italiani che li volevano espellere.
Ma torniamo alla dichiarazione di Ebe de Bonafini, che nella parte
successiva rivela meglio le sue concezioni: "E' stato veramente un onore per
le Madri poter parlare li', in quel Foro. E cio' che io ho rimarcato, perche

' nel documento finale si parla dei terroristi, "dei terrorismi dei popoli"
e sempre i terroristi... colpendo i popoli come terroristi, io ho detto che
terrorismo e' quello dello Stato, che le sollevazioni dei popoli non sono
mai terroriste, e che da li' ho chiesto la liberazione dei prigionieri
politici, perche' era molto importante chiederlo, reclamarlo, esigerlo e
ricalcarlo in modo permanente cosi' come l'annullamento dei procedimenti
giudiziari".
Ognuno anche in Italia ha potuto leggere il testo della dichiarazione
finale, apparsa sia su "Liberazione" che su "Carta", constatando che non c'
e' nessuna condanna del "terrorismo dei popoli", ma solo un accenno agli
"attacchi terroristici" dell'11 settembre, per dire che col pretesto di essi
e' stata scatenata una guerra "in cui sono stati usati metodi terroristici",
accompagnata da xenofobia, razzismo e demonizzazione dell'Islam. E allora?
Non avevo sentito questa "critica" dalla Bonafini, ma avevo trovato qualche
singolo compagno italiano che esprimeva gli stessi concetti, urlando che non
avrebbe mai potuto votare un documento che definiva "terrorista" l'attentato
alle due torri. Avevo cercato di farmi dire con quale altra parola l'avrebbe
definito, ma non c'ero riuscito. Ho capito meglio quando sono arrivato in
Argentina e ho saputo della crisi della Universidad de las Madres, da cui si
sono allontanati parecchi docenti esattamente perche' Ebe de Bonafini ha
fatto a caldo dichiarazioni di simpatia per Bin Laden, che ha pero' ribadito
anche successivamente, provocando disorientamento e dissenso in altre delle
Madri.
Non mi permetto di giudicare una donna che si orienta istintivamente, piu' o
meno come avrebbe potuto reagire la madre spoliticizzata di uno di noi di
fronte all'uccisione di suo figlio. Ma e' possibile attribuirle un ruolo di
guida politica, e usarla cosi' strumentalmente, qui e altrove?
Quanto ai palestinesi, che secondo i pettegolezzi dei nemici giurati di
Porto Alegre nel PRC sarebbero stati anch'essi esclusi, in realta' c'erano,
sia pure con una delegazione modesta ma rappresentativa, e insieme a loro c'
era Micha Watshawski, rappresentante di quella minoranza israeliana che non
esita a incitare e a praticare il rifiuto del servizio militare, ieri nel
Libano, oggi nei Territori Occupati. Nessun sospetto che la mancanza di
esponenti di primo piano dell'AP e dell'OLP possa essere dovuta all'assedio
israeliano? Le sale e i corridoi della PUC a Porto Alegre erano comunque
tappezzate da manifesti di solidarieta' con i palestinesi, di denuncia del
governo Sharon-Peres. L'ennesima prova che il Forum era sotto l'egemonia
della socialdemocrazia, come qualcuno ha fatto dire alla Bonafini?
La mancata presenza degli zapatisti e' un'altra mezza verita' che di fatto e
' una calunnia: vuol dire che doveva e poteva venire Marcos? Alcuni dei
rappresentanti zapatisti annunciati nel programma ufficiale non sono
arrivati, ma tutti i messicani presenti al dibattito sul Chiapas erano
sostenitori convinti dell'EZLN. Possibile che non venga il dubbio che alcune
assenze siano dovute non a veti, ma alle difficolta' e al vero e proprio
impasse in cui si trova l'EZLN dopo l'insuccesso (a parte l'aspetto
propagandistico) della marcia giunta a Citta' del Messico qualche mese fa?
Invece questi denunciatori di una presunta preponderanza della
socialdemocrazia (a cui, si vuole ovviamente insinuare, si sarebbero
subordinati Bertinotti e Maitan) non si sono accorti del secco rifiuto
opposto al presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn, e al primo
ministro belga, Guy Verhofstadt, che pretendevano di arrivare a Porto Alegre
dopo il seminario di Davos a New York, magari passando anche per Brasilia
per incontrarvi il presidente Cardoso.
Il fatto che la maggior parte di queste "denunce" siano pettegolezzi faziosi
e privi di fondamento, non esclude naturalmente che siano possibili critiche
al Forum e al suo funzionamento. Ritorneremo su questo con piu' calma, in un
bilancio complessivo che tra l'altro spero possa essere piu' collettivo di
queste mie prime osservazioni assolutamente personali.
Intanto va detto comunque che una delle affermazioni non e' calunniosa:
effettivamente sono stati considerati indesiderabili i rappresentanti di due
organizzazioni armate, le FARC colombiane e l'ETA basca. Nei due casi le
motivazioni erano in parte formali (l'accreditamento era avvenuto sotto
altro nome) e in parte sostanziali: il rifiuto (che ovviamente non posso
condividere, ma di cui capisco le ragioni in questo contesto) del ricorso
alla lotta armata da parte della maggior parte dei partecipanti al Forum.
Nel caso delle FARC la questione era piu' controversa e di fatto ci sono
state molte iniziative di solidarieta' a vari livelli, e contro il Plan
Colombia, mentre l'assenza dell'ETA e' stata condivisa dalla quasi totalita'
dei partecipanti. Dopo l'intelligente tentativo di ricucire un rapporto con
le altre rappresentanze del nazionalismo basco attraverso lo studio dell'
esperienza irlandese, mantenendo un lunga tregua, la rottura di essa e
quindi l'interruzione di ogni rapporto con le altre organizzazioni ha
determinato un forte isolamento dell'ETA gia' in Euskadi, e un rigetto
pressoche' totale nel resto dello Stato spagnolo.
Ho difeso sempre pubblicamente, anche in anni difficili per la repressione e
per la diffusione delle ideologie non-violente "per principio", la
concezione marxista e leniniana che esclude i criteri di principio per
determinare le forme di lotta possibili in una determinata fase, incluso il
terrorismo, subordinando la scelta alla possibilita' di far aumentare
coscienza e volonta' di lotta delle masse, e quindi continuo ad esempio a
difendere le iniziative di lotta dei palestinesi, compresi gli attentati,
senza pretendere di giudicarle dal mio punto di osservazione o con criteri
"estetici" (anche l'odio contro l'ingiustizia stravolge la faccia, scriveva
Brecht). Non riesco a trovare un solo argomento invece per difendere le
ultime azioni dell'ETA, dopo la rottura unilaterale della tregua, contro
obiettivi civili o singoli militari, o perfino contro giornalisti colpevoli
di critiche nei suoi confronti.
Anche se ci puo' essere stata una componente opportunistica (timore di
campagne scandalistiche sui "terroristi" al Forum), almeno in alcuni di
coloro che hanno preso la decisione dell'esclusione, non c'e' dubbio che
questa sia stata condivisa almeno per quanto riguarda l'ETA dalla stragrande
maggioranza dei partecipanti al Forum, a partire da quella "base" che la
Bonafini immagina tutta "rivoluzionaria".
Ma il dato piu' importante e' che, checche' ne dicano i denigratori, ingenui
o in malafede, l'impostazione complessiva del Forum e' stata spostata
nettamente a sinistra rispetto allo stesso Forum di un anno fa. Una delle
parole d'ordine che spiccava sulla presidenza di molti dibattiti era
inequivocabile: "un altro mondo e' possibile solamente se socialista". E
Fausto Bertinotti, in un appassionato e applauditissimo intervento, ha detto
che "la rivoluzione sara' mondiale o non sara'". Non significa nulla?
Quanto al testo finale, non c'e' dubbio che una parte del merito spetta alla
capacita' di mantenere l'unita' che ha avuto la delegazione italiana (a
differenza di tutte le altre, che spesso si combattevano aspramente tra le
varie componenti). Merito della pazienza di compagni prestigiosi come
Vittorio Agnoletto, ma anche e forse soprattutto della presenza massiccia di
Rifondazione comunista e di gran parte del suo gruppo dirigente (o meglio
della sua maggioranza).
Il Forum comunque non puo' continuare cosi': era troppo grande la
partecipazione, troppi i luoghi di discussione, sicche' era impossibile
seguire tutto. La proposta di spostarlo l'anno prossimo in India e' stata
ovviamente respinta dagli indiani (ma anche qualsiasi citta' italiana
avrebbe difficolta' ad assicurare strutture di accoglienza paragonabili a
quelle di Porto Alegre e un numero di volontari cosi' alto come quello che
le ha rese agili e straordinariamente efficienti), sicche' l'anno prossimo
si terra' ancora a Porto Alegre. Ma sara' preceduto da iniziative a livello
continentale e subcontinentale che probabilmente consentiranno di ridurre il
numero dei partecipanti a quello mondiale e anche quello degli incontri e
dei seminari, a tutto vantaggio della qualita' della discussione.
Sempre che il PT vinca le elezioni almeno a livello di Rio Grande do Sul e
della stessa Porto Alegre. E' possibile, ma non automatico, perche' anche se
il PT amministra la citta' da 12 anni con sorprendenti risultati (ad
esempio, servizi pubblici fittissimi, a basso costo, senza biglietto ma
senza eliminare il bigliettaio), la campagna forsennata e scandalistica
contro di esso fatta dalla grande stampa, e anche la troppo aspra
competizione in vista delle primarie che si terranno tra breve per la
designazione a candidato alla carica di governatore dello Stato di Rio
Grande do Sul tra quello attuale (Olivio Dutra) e il sindaco della citta'
Tarso Genro, possono rappresentare un qualche pericolo per un partito assai
variegato anche qui, e che comunque non e' troppo in sintonia con la linea
nazionale molto piu' moderata.
Del bilancio partecipativo parleremo successivamente, anche per preparare un
giro in Italia di una compagna del PT che sta studiando da anni tutti gli
aspetti (compresi i limiti e gli inconvenienti) di quella che comunque resta
una delle esperienze piu' notevoli di partecipazione delle masse alla
politica. Non e' "il socialismo realizzato in una citta' sola" (e' il senso
del rimprovero settario fatto in tutta Italia dai compagni della mozione 2,
evidentemente preoccupati di screditare il bilancio del lavoro dei compagni
trotskisti brasiliani, che hanno avviato questa sperimentazione allargandone
l'incidenza dall'iniziale 5% consentito dalle leggi federali a quasi il 30%
attuale), ma non ha neppure niente a che vedere con la ridicola imitazione
annunciata dalla Giunta Rutelli, che si riduce solamente a un po' di
decentramento.
I problemi reali del PT ci sono e ci ritorneremo senza reticenze e senza
trionfalismi, ma anche senza concessioni alle denigrazioni meschine.
In occasione del seminario con la compagna brasiliana, che si terra'
probabilmente in maggio-giugno, in occasione di un suo viaggio in Europa che
ridurrebbe i costi per noi, e' possibile prevedere un giro di conferenze (la
compagna parla bene spagnolo, che e' piu' facile da tradurre, anche grazie
alla presenza in Italia di molti argentini o cileni) contattare direttamente
questo indirizzo: a.moscato@???

----- Original Message -----
From: <arccx@???>
To: <movimento@???>; <sudribelle@???>; "NetworkAnticapital"
<NetworkAnticapital@???>; <listudenti@???>;
"infoaut@???" <infoaut99@???>;
<noglobal@???>; "Lista Pablo Neruda"
<pabloneruda@???>
Sent: Sunday, February 17, 2002 9:28 PM
Subject: [movimento] DOMANDINA


Mi permetto di rivolgere una domanda al "movimento dei movimenti":

Delegati (da chi e in rappresentanza di cosa non si sa ne si capisce) di
Porto Alegre avete cacciato baschi, palestinesi, colombiani; non avete
voluto gli zapatisti, Castro Chavez e le madres de Plaza de Mayo.

Con questa piccola premessa vi chiedo allora perchè se le discrimanti di
questo movimento sono il no alla guerra "globale permanente" e il no al
neoliberismo perchè cazzo da PortoAlegre non sono stati a calci nel culo i
parlamentari della sinistra europea che da anni praticano politiche
neoliberiste e che hanno venduto il culo agli U.S.A. ed alla NATO?








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Re: DOMANDINA(che faccio anch'io ma un'altra)
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Re: DOMANDINA
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R: DOMANDINA
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DOMANDINA
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l'unica lotta che si perde e' quella che si abbandona.
(madri di plaza de mayo)