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Vi rigiro questa mail, facciamo pure pubblicita' come chiede Morandini=20
(ricercatore universitario favorevole alle biotecnologie) ... peccato che=20
noi la pensiamo diversamente.
Chissa' se il Professore di origine indiana invitato a parlare alla=20
facolta' di Agraria, conosce la sua connazionale Vandana Shiva, economista,=
=20
autrice di "Monocolture della mente" e presente al Forum Mondiale di Porto=
=20
Alegre, con posizioni diametralmente opposte alle sue?
In allegato vi invio un breve testo in cui esprime il suo pensiero.
A proposito e' appena finito il Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre:
www.portoalegre2002.org
www.forumsocialmundial.org.br
Vi invito a leggere cosa hanno deciso i rappresentanti dei popoli dei paesi=
=20
in via di sviluppo in merito.
Per par condicio restiamo in attesa di poter ascoltare una conferenza del=20
Professor Miguel Altieri (entomologo di fama mondiale sostenitore della=20
lotta biologica anche nei paesi in via di sviluppo) ... ma temo che queste=
=20
siano dimenticanze volute dalla Facolta' di Agraria...
Ciao!
>Date: Mon, 04 Feb 2002 14:40:28 +0100
>From: piero.morandini@??? (Piero Morandini)
>Subject: Incontro sulle Biotecnologie agrarie
>To: piero.morandini@???
>
>
>Cari amici,
>mi permetto di disturbarvi per segnalarvi un incontro che si terra' l'11
>Febbraio. L'oratore e' veramente notevole e l'argomento richiede
>sicuramente un approfondimento, se non altro per le storture che si sono
>viste e si vedono continuamente.
>Se e' vero, come diceva Newman, che il pregiudizio si propaga per
>ripetizione, allora il pregiudizio sulle biotecnologie agrarie e' una
>riprova di quanto purtroppo sia efficace la ripetizione (senza attitudine
>critica).
>
>Vi chiederei inoltre di diffondere, per quanto possibile, l'avviso tra
>amici e conoscenti, anche nel caso non intendiate partecipare, per ottenere
>un'efficace pubblicita'.
>
>Ulteriori informazioni da me o dal centro culturale che organizza
>l'incontro (cmc@???).
>Agli universitari ricordo che il prof. Prakash parlera' anche in=
universita'
>il giorno stesso alle ore 10 presso la facolta' di Agraria (solo in=
inglese)
>
>Cordiali saluti
> Piero M.
>=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=
=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=
=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0=B0
>Il Centro Culturale Milano e la U.S. Mission to Italy
>sono lieti di invitare la S.V.
>
>"Le biotecnologie agrarie sono compatibili con il progresso e lo sviluppo?"
>
>interviene
>
>Prof. C. S. PRAKASH
>
>Direttore del centro di Ricerca per le Biotecnologie Vegetali
>nell'Universit=E0 di Tuskegee, Alabama, U.S.A.
>
>Intervento in inglese con traduzione simultanea in italiano
>
>
>Luned=EC 11 febbraio alle ore 21.00
>presso la Sala di via Zebedia 2 (fermata MM3 Missori)
>Milano
>
>ingresso gratuito
>
>
>Centro Culturale di Milano
>via Zebedia, 2 20123 - Milano
>tel.:0286455162 fax.:0286455169 cmc@???
>%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%=
%
>
>
>Breve nota sull'oratore:
>Il prof. C.S. Prakash e' direttore del centro di ricerca per le
>Biotecnologie Vegetali dell'Universita' di Tuskegee, Alabama, USA.
>Scienziato di origine indiana, si occupa di biotecnologie vegetali ed in
>particolare di usare tecnologie avanzate per migliorare colture come ad
>esempio la patata dolce, arachide e melone e di fornire preparazione nel
>campo delle biotecnologie agrarie a studenti di minoranze etniche e a
>scienziati dei paesi in via di sviluppo.
>L'attivita' del centro e' descritta al sito:
>http://agriculture.tusk.edu/biotech/biotech.html
>
>Il prof. Prakash e' anche promotore di una petizione a favore delle piante
>transgeniche che e' stata sottoscritta da oltre 3000 scienziati tra cui 15
>premi Nobel. Gestisce inoltre una vivace lista di discussione elettronica
>(AgBioView) sempre sull'argomento delle biotecnologie agrarie.
>Sia la lista che la petizione sono accessibili a:
>http://www.AgBioworld.org/
>Il sito che contiene anche numerosi interventi di Prakash stesso, documenti
>ed interviste di esperti mondiali.
>
>Oltre alla particolare competenza nel settore, il prof. Prakashpossiede,
>essendo nativo dell'India, anche una grossa sensibilita' per le
>problematiche della sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo.
>Queste due caratteristiche lo rendono un validissimo interlocutore sulla
>problematica, quanto mai attuale, del rapporto fra tecnologia e sviluppo.
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{\author Valerio Magnani e Anna Treossi}{\operator A}{\creatim\yr2002\mo2\dy6\hr10\min20}{\revtim\yr2002\mo2\dy6\hr10\min20}{\version2}{\edmins0}{\nofpages2}{\nofwords965}{\nofchars5504}{\*\company }{\nofcharsws0}{\vern8269}}
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{\pntxtb (}{\pntxta )}}\pard\plain \ql \li0\ri0\widctlpar\faauto\adjustright\rin0\lin0\itap0 \fs24\lang1040\langfe1040\cgrid\langnp1040\langfenp1040 {\fs32 Biodiversit\'e0 e monocolture della mente }{\fs20 di }{\b\i\fs20 Vandana Shiva}{\fs20 \line \line
L'associazione armoniosa con la terra che ha caratterizzato le millenarie pratiche agricole delle donne viene oggi minacciata dall'attuale modello agricolo militare-industriale.
\par La maggior parte del pianeta, per la maggior parte della sua storia, ha soddisfatto i propri bisogni alimentari grazie a una agricoltura centrata sulle donne. \line
In questo tipo di agricoltura le conoscenze vengono condivise; le altre specie e le piante non vengono considerate "propriet\'e0", ma parenti; la sostenibilit\'e0 si basa sul rinnovo della fertilit\'e0 della terra e sulla rigenerazione della biodiversit
\'e0 e delle specie. \line In questo contesto non c'\'e8 posto per monocolture basate sull'ingegneria genetica e sul monopolio dei semi del diritto internazionale alla propriet\'e0 (IPR, international property right). \line
Le pratiche agricole dominanti mostrano crescenti caratteri di mascolinizzazione, appropriandosi di risorse e diritti delle donne relativi all'agricoltura di sussistenza e presentandosi come le sole alternative per sfamare il mondo. In realt\'e0
le nuove biotecnologie creano insicurezza alimentare e morte per fame, sprecano risorse con monocolture, mantenute utilizzando intensi incentivi. \line \line Monocolture e monopoli simboleggiano una mascolinizzazione dell'agricoltura. \line La mentalit
\'e0 di guerra alla base dell'agricoltura militare-industriale \'e8 evidente nei nomi assegnati agli erbicidi che distruggono le basi economiche per la sopravvivenza delle donne pi\'f9 povere nelle ar
ee rurali del Terzo Mondo. Gli erbicidi prodotti dalle imprese Monsanto sono battezzati "Farla finita", "Machete" ecc. Un'altra ditta, l'American Home Products chiama i suoi erbicidi "Pentagono", "Squadrone", "Vendetta" ecc. \line Questo \'e8
linguaggio di guerra. \line La sostenibilit\'e0 si basa sulla pace con la terra. L'applicazione pi\'f9 diffusa dell'ingegneria genetica in agricoltura \'e8 la resistenza agli erbicidi, cio\'e8 la coltivazione di specie resistenti agli erbicidi. \line
Un esempio sono i prodotti Monsanto chiamati "Ro
und Up Ready Soya and Cotton". Quando vengono introdotti ne isistemi agricoli del Terzo Mondo favoriscono l'aumento dei prodotti chimici e quindi un maggior numero di problemi ambientali. Inoltre distruggono la biodiversit\'e0
che rappresenta la base per il sostentamento delle donne in ambito rurale. \line Ci\'f2 che per Monsanto sono erbacce, per le donne del Terzo Mondo sono cibo, foraggio e medicine. Per millenni le donne hanno mantenuto la continuit\'e0
dei semi nonostante guerre, inondazioni e carestie. \line La mascolinizzazione della biodiversit\'e0
ha portato ad utilizzare tecnologie violente che impediscono ai semi di germinare in tempo di raccolti. Si tratta di una tecnologia descritta come "Terminator technology". \line La germinazione a termine \'e8 un mezzo per accumulare capacit\'e0
e capitali e per espandere i mercati. Mentre i mercati crescono per Monsanto, si riduce l'abbondanza della natura e quella a disposizione degli agricoltori.
\par Quando seminiamo preghiamo: "Possa questo seme essere eterno". Viceversa, Monsanto e il Dipartimento per l'agricoltura del governo degli Stati Uniti ripetono "Che questo seme sia a termine in modo che i nostri profitti e il monopolio siano eterni". \line
La violenza intrinseca ai metodi e alle metafore utilizzate dal business agricolo e dalle imprese di biotecnologia \'e8 violenza contro la biodiversit\'e0 della natura e contro l'esperienza e la produttivit\'e0 delle donne. \line C'\'e8
una violenza intrinseca alla distruzione della diversit\'e0 attraverso le monocolture e alla distruzione della libert\'e0 conservando e scambiando semi attraverso i monopoli IPR.
\par E' una violenza contraria alle diverse vie nonviolente delle donne di conoscere la natura e garantire la sicurezza alimentare. La diversit\'e0 di sistemi di conoscenze e di produzione \'e8 la strada da seguire per far s\'ec
che le donne del Terzo Mondo continuino ad avere un ruolo centrale come conoscitrici, produttrici e approvvigionatrici di alimenti. \line Uno dei miti pi\'f9 errati propagati dai protagonisti della rivoluzione verde \'e8 l'affermazione che l'alta variet
\'e0 di prodotti (HYV, High Yield Varieties) abbia ridotto il numero di ettari a per la produzione agricola, preservando milioni di ettari di biodiversit\'e0. \line L'esperienza dell'India ci insegna che invece di destinare pi\'f9
terre alla conservazione, i sistemi di coltivazione industriale distruggono la diversit\'e0 e aumentano lo sfruttamento della terra. Ci\'f2 avviene perch\'e9
ogni ettaro di monocoltura produce un solo prodotto e le altre colture devono venire coltivate altrove. \line Inoltre, la riduzione delle coltivazioni industriali fa aumentare anche le risorse utilizzate dal bestiame. \line
L'allevamento di tipo industriale consuma 3 volte pi\'f9 biomassa di quello ecologico e richiede 3 volte pi\'f9 ettari di terra per produrre mangimi per animali. Infatti l'Europa utilizza nel 3 Mondo una quantit\'e0
di terra pari a 7 volte il proprio territorio per produrre mangimi per l'allevamento di animali. \line Solo per produrre foraggio (compreso quello per l'esportazione), i Paesi Bassi si sono appropriati di una superficie di circa 100.000 - 140.000 Km quad
rati di terra coltivabile, in buona parte in paesi del Terzo Mondo come India e Thailandia. \line Questo dato corrisponde a una superficie pari a 6-7 volte il totale di terre destinate all'agricoltura nell'intero paese. \line
La combinazione di coltivazioni e allevamenti industriali aumenta del 400% l'uso della terra, mentre incrementa solo del 20% il frumento e il latte. \line
Le risorse in eccesso utilizzate dai sistemi industriali, sia per la rivoluzione verde o le nuove biotecnologie, potrebbero essere utilizzate per sfamare la gente: lo spreco di risorse determina fame. \line
L'ingegneria genetica e i monopoli IPR depredano le donne del Terzo Mondo della loro creativit\'e0, della capacit\'e0 di innovazione e di prendere decisioni in agricoltura. Tutto il mondo ne soffrir\'e0. \line Le co
ntadine del Terzo Mondo costituiscono la base della sicurezza alimentare e garantiscono la sicurezza alimentare insieme con le altre specie. \line
\par }{\i\fs20 (traduzione di Alessio Surian, articolo tratto dal n. 26 del mensile Terra\line Viva, Inter Press Service, Roma, e Centro Nord-Sud del consiglio d'Europa,\line Lisbona }{\field\flddirty{\*\fldinst {\i\fs20 HYPERLINK
"
mailto:Terra.Viva@mail.Eunet.pt"}{\i\fs20 {\*\datafield
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\cs15\i\fs20\ul\cf2 Terra.Viva@???}}}{\i\fs20 ) }{\fs20 \line \line }{\b\fs20 Vandana Shiva, indiana, dirige la Fondazione per la scienza, la tecnologia\line e l'ecologia. E' fra i membri del Third World Network, TWN rete internazionale\line
specializzata in sviluppo e relazioni Nord-Sud con sede a Penang, Malesia }{\field\flddirty{\*\fldinst {\b\fs20 HYPERLINK "
mailto:twn@igc.apc.org"}{\b\fs20 {\*\datafield
00d0c9ea79f9bace118c8200aa004ba90b0200000003000000e0c9ea79f9bace118c8200aa004ba90b2e0000006d00610069006c0074006f003a00740077006e0040006900670063002e006100700063002e006f007200670000000000002f00}}}{\fldrslt {\cs15\b\fs20\ul\cf2 twn@???}}}{\b\fs20 .
\line Il TWN pubblica il bollettino in inglese e spagnolo "Third World Resurgence" sulle questioni dello sviluppo e la rivista "Third World Economics". }{\fs20
\par }}
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