Bologna, 25 Gennaio 2002
ATTAC Bologna condivide, nelle forme e negli obiettivi, l'azione compiuta
oggi, Venerdì 25 Gennaio, nel centro di permanenza temporanea di via Mattei
da parte di un gruppo di disobbedienti.
Ci associamo alle parole dei disobbedienti che ritengono l'azione di
disobbedienza contro il CPT di Via Mattei "un dovere nei confronti
dell'umanita', giacche' simili barbarie violano drammaticamente la dignita'
umana e contraddicono la civilta' giuridica affermata nelle Carte
internazionali a tutela dei diritti fondamentali degli individui, nonche'
principi e valori contenuti nella Carta Costituzionale di questo paese".
Sosteniamo inoltre la forma, estrema ma nonviolenta, scelta per l'azione.
L'azione non è stata una devastazione ma un processo di "smontaggio", per
mostrare l'inciviltà di queste strutture costruite e destinate ad
imprigionare esseri umani che non hanno commesso nessun reato.
Condanniamo infine la reazione violenta delle forze dell'ordine che hanno
caricato senza ragione e senza nessun avvertimento il gruppo di
disobbedienti mentre questi, in maniera pacifica, stavano uscendo dal CPT.
Nel momento in cui ATTAC, attraverso un comitato di sostegno, sta per
lanciare in tutta Italia la raccolta di firme per una legge d'iniziativa
popolare che introduca una tassa Tobin sui movimenti speculativi di valute,
vogliamo sottolineare che l'introduzione della tassa tobin e lo smontaggio
dei CPT sono due strumenti con i quali si combatte lo stesso male. I diritti
fondamentali dei cittadini vanno difesi sia sostenendo una legge che vuole
rimediare ai costi sociali associati alle speculazioni finanziarie, sia
smontando queste prigioni che negano i diritti civili.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà al gruppo dei disobbedienti ed
invitiamo chiunque si riconosca nella lotta alla globalizzazione
neoliberista ad associarsi alle nostre parole.
ATTAC Bologna
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Bologna lì 26/01/01
Le studentesse e gli studenti dell'Emilia Romagna riuniti oggi in assemblea
per contrastare le politiche della Ministra Moratti e il vertice di
Salamanca, esprimono massima solidarietà ai disobbedienti picchiati ieri
dalla polizia, piena condivisione dell'azione di smontaggio del Lager di Via
Mattei, eufemisticamente definito "centro di permanenza temporanea per
immigrati".
Pensiamo che sia un dovere nella giornata della memoria denunciare
l'aberrazione giuridica e il razzismo che questi nuovi lager esprimono nei
confronti dei migranti, rinchiusi senza condanna, con la sola colpa di
desiderare una vita migliore.
Coordinamento studentesco reggiano - Collettivo del Liceo Ariosto (Ferrara)
- Collettivo del Ist. D'arte Paolo Toschi (Parma) - Uds Rimini - Uds Forlì -
Studenti Nati dalla Resistenza (Bologna) - Collettivo Scienze diplomatiche e
internazionali (Forlì) - Collettivo S.p.A. (Bologna) - Collettivo Aurora e
studenti medi in mov. (Cesena) - Sinistra Universitaria (RE) - Collettivo
Lettere Moderne (Bologna) - Collettivo Biotecnologie (BO) - Collettivo del
DAMS (Bologna) - Forum CoScienze Politiche (Bologna) - Collettivo Scienze
della Formazione (BO) - Collettivo Scienze dell'educazione (BO) - Terzo
Millennio Ingegneria (BO) - Indisciplinati Storici (BO) - Spazio Sociale
Studentesco (BO)
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L'Associazione "YA BASTA!" e l'Associazione "Razzismo Stop" di Trieste -
parte del movimento delle/dei Disobbedienti, parte del più ampio movimento
dei movimenti - non parteciperanno in alcun modo alle celebrazioni in
occasione del Giorno della Memoria.
In questa giornata si consumerà tra le mura e all'esterno dell'unico campo
di sterminio in Italia, la Risiera di San Saba a Trieste, una commedia delle
parti che non ha nulla a che vedere con il rispetto dovuto a quel luogo e a
coloro che in esso vi trovarono la morte.
Menia ci sarà (eletto "democraticamente" con il consenso o il silenzio
assenso di molti triestini) ma non parlerà.
La comunità ebraica ci sarà mettendo a tacere un robusto dissidio interno.
La comunità degli sloveni ci sarà se potrà fare un intervento nella propria
lingua (tanto per togliersi la soddisfazione di fare incazzare il suddetto
Menia!).
L'associazione dei partigiani e quella dei deportati ci saranno.
Rifondazione criticherà i partigiani e i deportati.
L'imprecisato e confuso "popolo antifascista" sarà all'esterno a contestare
la presenza di Menia, rischiando di non sembrare per niente un popolo.
In questo noi non abbiamo niente da fare tranne che raccontare a tutti
(visto che i giornali non lo fanno) che ieri in duecento abbiamo occupato e
smontato un lager tutto nuovo, appena costruito e pronto ad "accogliere" i
deportati di oggi, i diversi della globalizzazione economica, i profughi
della Guerra Globale Permanente.
Con meticolosa precisione, nel Centro di Permanenza Temporanea per immigrati
di via Mattei a Bologna, abbiamo smontato cessi e lavandini, lampade e
salvavita e centraline elettriche, caldaie e radiatori e, soprattutto, le
inferriate alte quattro metri e destinate a dividere"etnicamente" i cortili
per l'ora d'aria.
Tutto questo l'abbiamo fatto a volto scoperto, assumendoci la responsabilità
di essere denunciati e subendo anche stavolta la brutalità di una polizia
della quale, dopo Genova, non viene minimamente messa in discussione la
licenza di picchiare, fermare, identificare, minacciare cittadini e
cittadine senza motivo: anche ieri quattro persone sono state ferite
gravemente dalle cariche ingiustificate subite mentre uscivamo a volto
scoperto dal CPT, cariche che non hanno risparmiato nemmeno due deputati di
Verdi e Rifondazione..
Tutto questo l'abbiamo fatto perchè è quello che dobbiamo fare in questo che
è "il nostro mondo", qui e ora, nel mondo dove i corpi di uomini e donne
rappresentano l'ultima merce da spremere fino al midollo e dove Madre Terra
viene spogliata e violentata per il profitto di pochi dei suoi figli.
L'ABBIAMO FATTO NOI, MA PUO' FARLO CHIUNQUE! Non abbiamo ricette nè sognamo
la presa del Palazzo, non agiamo nella società e nella politica per
combattere qualcuno, per affossare o promuovere questo o quel governo, ma
combattiamo chiunque voglia oscurare un orizzonte dove tutti abbiano pari
diritti e dignità.
Siamo noi ma siamo una parte, a volte anche a fianco di chi domani vorrà
essere fuori o dentro la Risiera ed esprimere o soffocare la sua rabbia. A
tutti e tutte auguriamo di trovare una strada che porti a un mondo diverso,
di sceglierla tra le molte possibili e magari far sì che incroci la nostra
che siamo disobbedienti a tutte le leggi ingiuste.
LE/I DISOBBEDIENTI
Trieste, Pianeta Terra, 26 gennaio 2002
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