LA LEZIONE DI BOLOGNA
Oggi, per la prima volta in Europa, un centinaio di cittadini di questa 
terra, appartenenti al Movimento delle e dei Disobbedienti hanno smontato 
completamente un'ala del centro di detenzione per migranti privi di permesso 
di soggiorno, in via Mattei a Bologna.
Si è trattato di un'azione di disobbedienza sociale assolutamente pacifica 
ma altrettanto determinata nel raggiungimento dell'obiettivo, iniziata alle 
11,30 del mattino e conclusasi alle 15.
La reazione delle forze dell'ordine è stata scomposta e decisamente sopra le 
righe. Mentre veniva condotta una trattativa con i funzionari, alla presenza 
di alcuni parlamentari e consiglieri di Prc e Verdi, per consentire l'uscita 
dei disobbedienti dal recinto del lager, ai reparti è stato dato ordine di 
caricare. Sono state vittime delle cariche persone che uscivano dai locali a 
mani alzate e volto scoperto, oltre ad alcuni degli stessi parlamentari e 
persino un ispettore di PS.
Ci sono stati molti contusi, alcuni feriti di cui quattro al capo e sono 
stati trattenuti i documenti di sedici persone, imprigionate a lungo 
all'interno del lager: persone perfettamente identificabili anche senza 
questi atti di repressione ingiustificabile.
Malgrado l'ennesima dimostrazione, dopo i massacri di Genova, di un uso 
punitivo della violenza di Stato contro persone inermi, l'obiettivo della 
giornata è stato raggiunto.
Si è dimostrata la possibilità non solo di disobbedire a leggi ingiuste che 
violano la dignità umana e i valori fondamentali della stessa Costituzione 
italiana, ma anche di contrastare concretamente le nuove recinzioni e le 
nuove reclusioni con cui il potere conduce la sua guerra contro i diritti 
delle moltitudini.
Il razzismo di Stato e di mercato può essere contrastato e battuto.
Non è che l'inizio della campagna dei disobbedienti al fianco dei 200mila 
del 19 gennaio a Roma e di tutte e tutti le sorelle e i fratelli migranti, 
per la chiusura di tutti i lager, contro la proposta di legge Bossi-Fini, 
contro il razzismo e per la dignità.
A due anni da via Corelli a Milano, l'azione di Bologna inaugura il 
passaggio concreto dei Disobbedienti da laboratorio a Movimento.
Da oggi la costruzione del conflitto nella ricerca del consenso si 
impadronisce delle pratiche adottate già da grandi movimenti sociali, come 
quello della Confédèration Paysanne di José Bové in Francia e quello dei 
contadini indiani nel Karnakata, con cui lavora Vandana Shiva. Movimenti che 
ritroveremo al II Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre, dove siamo curiosi 
di sapere cosa dirà il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco 
Errani, anch'egli precipitatosi in Brasile a firmare una Carta che sancisce 
il diritto alla libera circolazione delle persone: la stessa clamorosamente 
smentita dalla sua reale azione politica, quella di un presidente ulivista 
che vuole fare della sua regione il laboratorio della segregazione etnica 
con il lager di via Mattei e gli altri due in costruzione a Modena e a 
Rimini.
Libertà!
Giustizia!
Dignità!
Siamo tutti clandestini!
Bologna, Europa, Pianeta Terra 25 Gennaio 2002, primo mese dell'anno secondo 
della guerra globale MOVIMENTO DELLE/DEI DISOBBEDIENTI
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