Ho mandato questa lettera ai giornali (come GC) ma non credo che la
pubblicheranno....
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Giulio Lazzarini no-global? A leggere l'articolo apparso su "Il Tirreno" di
domenica scorsa, pare proprio di si. Il candidato a Sindaco di Lucca
dell'Ulivo sorprende tutti (forse anche se stesso) e decide di fare un
viaggio addirittura a Porto Alegre, dove si terrà a fine gennaio il forum
mondiale che discute le strategie per combattere questa globalizzazione
capitalistica.
E' ovvio che questi miracoli accadono soltanto in vista di certi
appuntamenti importanti: parafrasando Bismarck, si potrebbe dire che "non si
dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una
guerra e dopo la caccia." In questo caso le elezioni sono quelle comunali,
la guerra (giustissima peraltro) è quella contro Pietro Fazzi e la caccia,
non ancora terminata, è naturalmente quella ai voti dei cittadini lucchesi.
Certo, in questo tipo di contesto ogni voto "arraffato" a destra e a manca è
più che utile: non importa che quel che si dice coincidi con quello che si
pensa o con quello che realmente si potrebbe fare una volta che i cittadini
ti danno piena fiducia. E' evidente che la "conversione" di Lazzarini è
strumentale a una strategia elettoralistica che punta a raccogliere i voti
di quelle migliaia di persone che ha conquistato il movimento a Lucca.
Difatti in questo caso le contraddizioni non tardano ad emergere: Lazzarini
fa riferimento all'Ulivo (di cui era candidato al parlamento fino al maggio
scorso con un programma profondamente liberista), che nei suoi anni di
governo del paese ha praticato con ferocia politiche liberiste in
collaborazione con la borghesia italiana: nel mondo del lavoro, nella
scuola, nella gestione dei servizi pubblici. Un centrosinistra che ha
manganellato il Popolo di Porto Alegre a Napoli, come il centrodestra lo ha
manganellato a Genova. Una centrosinistra che non si è differenziato dalle
destre nemmeno sul tema della guerra (in Afghanistan come in Kosovo).
Ma tutto questo può anche passare in secondo piano: Lazzarini fa i bagagli e
parte per Porto Alegre e si converte all'antiglobalizzazione. Mi sorgono
però alcune domande: c'era Giulio Lazzarini allo scorso forum di Porto
Alegre? No. C'era Giulio Lazzarini a Seattle, a Praga e a Genova? No. E ha
detto qualcosa Giulio Lazzarini di fronte alla feroce ed autoritaria
repressione che il popolo di Porto Alegre ha subito proprio a Genova? No.
Ma la domanda vera è: perché andare a Porto Alegre quando è presente a Lucca
un movimento antiliberista che con assemblee, iniziative, mostre,
comunicava, e comunica tutt'ora, quello spirito e quei contenuti di
antagonismo al pensiero unico che sono nati proprio da Porto Alegre? I
lucchesi che chiedono giustizia in questo tipo di società globalizzata
dominata dalle politiche liberiste sono qui, non a Porto Alegre. Sono
lavoratori, studenti, immigrati, gente comune. E chiedono per Lucca ciò che
si è chiesto tempo fa a Porto Alegre per il mondo intero.
Un accenno di risposta a queste domande forse ce la dà un marxista, Antonio
Gramsci, che suggeriva due nature per i politici: quelli che si muovono per
approfondire la differenza fra governanti e governati, e quelli che
combattono per ridurla. Senz'altro Giulio Lazzarini è un politico del primo
tipo. Sono invece del secondo tipo, tutti gli altri che si riuniranno a
Porto Alegre.
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