Autore: Sconosciuto Data: Oggetto: [Consumo critico - MSF] Compagnia delle Opere: Milano
città dello shopping
Vi sottopongo questa 'simpatica' notizia (comunicato stampa?) dalla Compagnia delle Opere. Che ne dite?
Il presidente della Fiera dell'Artigianato: questa città deve diventare una capitale dello shopping "Vendiamo il nostro Natale"
LAURA ASNAGHI
«Perché non lanciare Milano tra le grandi città europee dello shopping di Natale? Milano ha tutte le caratteristiche per essere una meta internazionale ma dobbiamo organizzarci, creare una coalizione tra fiere, negozianti, hotel, enti pubblici, organizzatori di eventi culturali. Tutto deve entrare a far parte di un circuito natalizio che renda "Milano magica" e dunque una meta appetibile come Parigi, Londra, New York». La proposta è di Antonio Intiglietta, dirigente della Compagnia delle Opere e presidente, tra l'altro, della Fiera degli artigiani, manifestazione che ha tenuto banco per 9 giorni in fiera. Il bilancio parla di oltre 2 milioni e 200 mila presenze, un successo di pubblico e un giro d'affari consistente: non solo per quanto riguarda il commercio spicciolo ma anche per gli ordini raccolti dagli artigiani e l'indotto sulla città (cento mila posti letto occupati negli alberghi).
Intiglietta, torniamo alla "Milano magica".
«La mia più che una proposta provocatoria è una vera sfida alla città. Oggi Milano è una metropoli assopita, ripiegata sulle polemiche, poco incline al fare. So bene che la fiera dell'artigianato crea invidie e i commercianti sono contro. Ma parlarci addosso non serve. Fa solo del male alla città».
E allora?
«Prendiamo esempio dalle altre capitali straniere. Organizziamoci, creiamo un "pacchetto Milano", con dentro tutto quello che si organizza a dicembre: la Fiera dell'artigianato, le strade dello shopping, le mostre, la "Milano marathon", la Scala, i grandi teatri. Il tutto nella cornice di belle luminarie. Ma su questo progetto devono lavorare insieme il pubblico e il privato, ognuno deve fare la sua parte concretamente. E dopo le feste bisogna mettersi all'opera, pensare al Natale 2002, altrimenti Milano rischia di perdere una grossa opportunità».