Lähettäjä: ei tiedossa Päiväys: Aihe: [Forumumbri] Fw: impero penale
----- Original Message -----
From: "cybergobbo"
> il manifesto del 16 Novembre 2001
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> STATI UNITI
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> Dallo stato di diritto all'Impero penale
> DANILO ZOLO
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> Era del tutto scontato che negli Stati uniti le libertà fondamentali
> sarebbero state sottoposte a forti restrizioni dopo gli attentati dell'11
> settembre. E infatti il Congresso e l'amministrazione Bush hanno prontamente > messo a punto un'ampia strategia repressiva. Hanno dato vita ad un "Ufficio > per la difesa del territorio", destinato a operare come una sorta di
> super-agenzia di spionaggio interno. Hanno varato una nuova disciplina
> giudiziaria che consente la detenzione preventiva, senza limiti di tempo, di > qualsiasi straniero sospettato. Hanno introdotto una nuova legge che dilata > i poteri della polizia nei confronti di presunte associazioni terroristiche > e attribuisce all'Fbi un potere illimitato di perquisizione segreta di
> uffici e di abitazioni private. La legge consente, fra l'altro,
> l'intercettazione di ogni tipo di comunicazione telefonica e informatica.
> Tutto questo rientra, in qualche modo, nella reazione prevedibile di una
> superpotenza mondiale duramente colpita e che in una situazione di supreme
> emergency tenta di difendersi dal terrorismo usando mezzi repressivi. Si
> potrebbe addirittura dire che si tratta di una reazione "fisiologica" in un > paese, come gli Stati uniti, che sotto molti profili si presenta come uno
> "Stato penale": uno Stato impegnato, come nessun altro Stato del mondo, a
> combattere la devianza criminale in termini repressivi e penitenziari. Si
> pensi, come hanno sottolineato Pierre Bourdieu e Loic Wacquant, che negli
> ultimi quindici anni la popolazione carceraria degli Stati uniti si è
> triplicata, superando la cifra di due milioni di detenuti, ciò che
> rappresenta un record mondiale. Negli ultimi sei anni sono state costruite
> oltre duecento nuove carceri, senza contare le prigioni private: il
> correctional business, il cui volume di affari ha segnato una crescita
> esponenziale. Per non parlare del numero crescente di cittadini sottoposti
> alla pena di morte.
> Assai meno scontato era che la reazione repressiva si trasformasse in una
> strategia di creazione di organi giudiziari straordinari - di 'Tribunali
> speciali', per intendersi -, di militarizzazione della giustizia interna e, >
> soprattutto, di esportazione nel mondo del modello dello 'Stato penale'.
> La recente direttiva emanata dal presidente Bush abbatte anzitutto i
> pilastri dello "Stato di diritto" interno: non c'è "Stato di diritto" (o
> rule of law) senza una rigorosa differenziazione dei poteri che vincoli a
> regole generali l'esercizio del potere esecutivo, tutelando le libertà e i
> diritti civili. Non c'è "Stato di diritto" se i cittadini (e gli stranieri) > sono sottoposti alla giurisdizione di tribunali ad hoc. Per di più, in
> questo caso, si tratta di tribunali militari, che vengono segretamente
> istituiti dal potere esecutivo, a suo arbitrio e in qualsiasi momento. Non
> c'è "Stato di diritto" se gli imputati sono privati della quasi totalità dei > loro diritti di difesa: e questo avverrà presso questi tribunali militari ad > hoc in una misura, come ha scritto il New York Times, assai più grave di
> quanto già avviene presso la normale giurisdizione penale militare.
> Ma ciò che rappresenta la minaccia più grave per la libertà di tutti e per
> l'ordine mondiale è la decisione dell'amministrazione Bush di istituire
> tribunali di questo tipo anche all'estero, cominciando dall'Afghanistan e
> dal Pakistan: una farsa tragica della giustizia internazionale. Lo "Stato
> penale" statunitense tenderebbe così a convertirsi nelle forme di un "Impero > penale", impegnato a giustiziare i nemici che non siano stati direttamente
> eliminati con le armi o dai servizi segreti. E questi nemici potrebbero
> essere individuati, spiati e sorvegliati ovunque nel mondo, tradotti davanti > a questi tribunali speciali, processati e giudicati segretamente.
> Se sarà davvero così, ci troveremo di fronte alla sconfitta di una intera
> tradizione di civiltà giuridica, oltre che alla più grave istigazione al
> "terrorismo globale".
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