Lähettäjä: ei tiedossa Päiväys: Aihe: [Forumumbri] Fw: articolo 3 lettera F
> Ma il dissenso non è terrorismo >
> GIUSEPPE DI LELLO (Eurodeputato Prc)
>
> Proposta dalla commissione europea, e sicuramente condivisa dalla
> maggioranza del parlamento e dal consiglio nei termini in cui è stata
> redatta, la decisione quadro, tendente al "riavvicinamento" nell'ambito
> dell'Unione delle legislazioni degli stati membri in tema di lotta al
> terrorismo, era già pronta da qualche tempo ed ha ricevuto dalla tragedia
> americana dell'11 settembre solo un'accelerazione nei tempi di
> presentazione.
> Fortemente voluta dagli spagnoli sull'onda del patto anti-Eta stretto tra il > Partido popular di Aznar e il Psoe, era stata anticipata da una generica ed > accettabile raccomandazione "sul ruolo dell'Unione europea nella lotta al
> terrorismo" redatta dal liberale inglese Graham Watson, presidente della
> Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini del Parlamento europeo > e adottata da quest'ultimo nella plenaria di Strasburgo del 5 settembre
>
> scorso. La decisione quadro non ha efficacia diretta, ma è vincolante per
> gli stati membri quanto al risultato da ottenere, salva restando la
> competenza degli stessi in ordine alla forma e ai mezzi per ottenere
> un'armonizzazione delle legislazioni. La proposta in sé non ha granché di
> innovativo per quegli stati che, come Italia, Spagna, Germania, Inghilterra, > Francia e Portogallo hanno già leggi specifiche in tema di terrorismo e mira > solo a far introdurre, nelle legislazioni degli stati che non lo avessero,
> la finalità di terrorismo per i delitti di omicidio, lesioni, sequestro di
> persona, furto, rapina, estorsione, detenzione ed uso di esplosivi e simili, > con l'aggiunta modernizzante degli "attacchi ai sistemi informatici".
> C'è, però, una inclusione inquietante (articolo 3, lettera F) con il fine di > terrorismo riconosciuto anche a "occupazione abusiva o danneggiamento di
> infrastrutture statali e pubbliche, mezzi di trasporto pubblico, luoghi e
> beni pubblici". Inquietante sia perché sembra difficile realizzare atti di
> terrorismo mediante occupazioni abusive o danneggiamenti, sia perché la
> spiegazione di questo punto è abbastanza univoca nella relazione che
> accompagna la proposta. Nella premessa si dà atto del grande impegno della
> attuale commissione Prodi nel combattere il terrorismo internazionale in
> stretto contatto con le organizzazioni internazionali e, in particolare,
> "l'Onu e il G8" per assicurare la piena applicazione di tutti gli strumenti > internazionali.
> Il G8, dunque, viene assunto come un organismo con una specie di personalità > giuridica internazionale al pari delle Nazioni unite, risolvendo con un
> tratto di penna tutti i pareri negativi che su questo punto hanno sempre
> avanzato sia gli studiosi di diritto internazionale che, ovviamente, il
> movimento anti-globalizzazione. Quella incapacità di agire come organo
> internazionale perché costituito solo sulla base della potenza economica e
> militare e privo, appunto, di qualsiasi legittimazione giuridica e
> democratica e da noi assunta come una delle basi per la contestazione delle > sue riunioni e delle sue decisioni, viene dimenticata o superata dalla
> commissione europea senza alcuna giustificazione.
> Detto per inciso, da anni si è dibattuto sulla personalità giuridica, prima > della Comunità e poi dell'Unione europea, e si è sempre concluso con una
> risposta negativa, tant'è che le stesse non possono firmare, né essere parte > di convenzioni o trattati internazionali: il G8 di fatto ha avuto una
> migliore e più rapida fortuna perché viene citato come organo cui ispirarsi > per la redazione della decisione quadro e sul quale confidare per
> l'applicazione della stessa!.
> Il richiamo fatto nella relazione al G8 non è irrilevante, proprio perché
> non irrilevanti debbono essere sembrati gli atti di contestazione allo
> stesso sviluppatisi in questi ultimi tempi. La crescente contestazione di
> massa su scala mondiale della legittimità del G8 - Genova insegna - deve
> avere avuto il suo peso e così si è corsi al riparo con un ulteriore aiuto
> al crescente tentativo di delegittimazione dei movimenti: solo violenti o
> non anche terroristi?.
> Tornando, dunque alla spiegazione che la relazione fornisce dello strano
> inserimento, tra gli atti che avrebbero avere il fine di terrorismo, di
> "occupazioni abusive o danneggiamenti eccetera" di cui sopra, troviamo
> un'affermazione lapidaria: "In quest'ultimo punto potrebbero rientrare, tra > l'altro, gli atti di violenza urbana".
> E' da notare come, tra tutti i gravissimi atti attraverso i quali si
> potrebbe manifestare il terrorismo (omicidi, esplosioni, contaminazioni,
> eccetera), prevedere anche le occupazioni abusive (cioè senza il permesso
> dell'autorità) e i danneggiamenti sembra eccessivo: quasi una "norma di
> chiusura" per aiutare governi, giudici e poliziotti a superare agevolmente
> qualsiasi linea di netta demarcazione tra la manifestazione di dissenso e il > terrorismo stesso.
> Del resto non è forse vero (parola di Mubarak che di terrorismo se ne
> intende) che durante il G8 di Genova bin Laden aveva intenzione di uccidere > George W. Bush? E non è altrettanto vera (parola di Berlusconi) la
>
> contiguità tra il movimento antiglobalizzazione e terrorismo?.
> La risposta al quesito, in termini di fatto, a Genova le forze di polizia
> l'hanno già data e ora arriva anche a risposta in termini di diritto, per
> giunta europeo: tocca vigilare sempre di più perché la mistificazione non si > radichi anche nei codici rendendo tutto molto più complicato di quanto già
>
> non sia.
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