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Dalla Repubblica di oggi:

"Dopo la cabinovia incendiata all'Abetone
altri atti dimostrativi in Toscana
Incendiati ripetitori
Matteoli: "E' ecoterrorismo"
A Pietrasanta trovata la scritta:
"Libertà per Marco Camenisch"


PIETRASANTA (LUCCA) - Dopo la stazione sciistica dell'Abetone, tocca a
ripetitori per telefonia mobile: nel corso della notte in Toscana ne sono
stati incendiati due e in un caso è stata scoperta una scritta analoga a
quella trovata ieri all'Abetone.

Un ripetitore Wind è stato distrutto a Marina di Pietrasanta, in provincia
di Lucca. Un altro, sempre Wind, è stato incendiato in località Pian del
Lupo a Castiglioncello (Livorno), dove è stato danneggiato anche un
traliccio della Omnitel poco distante. In tutti e due i luoghi sono state
trovate tracce di benzina: stessa tecnica utilizzata nei precedenti episodi
dello stesso genere. Lunedì nella zona di Carrara era stato incendiato anche
un ripetitore Albacom.

Un'altra similitudine è data dalla scritta trovata alla stazione di Marina
di Pietrasanta, quasi uguale a quella dell'Abetone: "Libertà per Marco
Camenisch" con la A simboli dell'anarchia. Camenisch è un ecoterrorista
svizzero che dopo aver scontato una condanna in Italia per attentati a
Tralicci dell'Enel è attualmente in carcere nel suo Paese.

In poco più di 24 ore in Toscana ci sono stati quindi quattro attacchi: al
momento la responsabilità dell'ecoterrorismo è accredita ufficialmente solo
per la località sciistica; ma sia pure in assenza di rivendicazioni, gli
investigatori non escludono legami con quella matrice anche per gli altri
casi.

"Dalle notizie che abbiamo si è trattato di un atto di ecoterrorismo, di un
attentato" ha detto il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, durante un
sopralluogo all'Abetone. "Da tempo il ministero dell'Interno aveva avvertito
del pericolo dell'ecoterrorismo. Credo che quanto accaduto all'Abetone sia
imputabile a questo filone". Matteoli si è anche riferito a quanto accaduto
la notte scorsa a Pietrasanta: "Ci sarebbero altrimenti troppe coincidenze".

Intanto dall'Abetone arriva la prima conferma che a distruggere l'ovovia è
stato un attentato. Faust Kuel, un ingegnere della Leitner, l'azienda che
aveva costruito l'impianto nel 1999, intervistato dal Tgr della Toscana, ha
detto che il cavo portante dell'ovovia è stato fatto saltare, probabilmente
con una carica esplosiva. Secondo l'ingegnere, infatti, le fiamme non
avrebbero potuto ridurre il cavo così come è stato ritrovato ieri mattina.
La conferma definitiva dovrà arrivare dai carabinieri del Ris, ai quali la
procura di Pistoia ha affidato ai rilievi.

Un ordigno sarebbe anche la causa della parziale distruzione degli impianti
Albacom di Carrara, la cui esplosione è stata avvertita dagli abitanti della
zona alle 22 circa di lunedì. Ma l'allarme è stato dato solo ieri dopo che
un tecnico della società si era recato nella zona per verificare un guasto
alle linee.

A proposito dell'incendio del ripetitore di Pietrasanta, la polizia di
Viareggio ha spiegato che ai piedi della cella radiobase del ripetitore
incendiato sono state trovate tracce di benzina. Il fuoco è stato appiccato
alle ruote del container e si è propagato rapidamente all'intera struttura.

Infine l'episodio di Castiglioncello, dove è stato preso di mira un
ripetitore Wind. Le fiamme avevano attaccato anche un impianto Omnitel che
si trova poco lontano, distruggendo però solo il cartello, senza attaccare
la struttura. Anche in questo caso non sarebbero state trovate scritte ma
secondo i carabinieri di Livorno la matrice potrebbe essere sempre quella
dell'ecoterrorismo. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di "manovali, che
si spostano tra il territorio labronico e Pisa mettendo a segno colpi contro
varie apparecchiature".

A Rosignano, sempre in provincia di Livorno, episodi analoghi si sono
verificati più volte negli ultimi anni, quando erano stati presi di mira
tralicci dell'alta tensione e, fin dagli anni 90, i ripetitori di telefonia
cellulare. Da qui l'ipotesi di un possibile collegamento con gruppi di
ecoterroristi solidali con Camenisch.

(22 gennaio 2003)