[Intergas] manifestazione per il kurdistan e contro la dittu…

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Author: Sandra Cangemi
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To: ekonomi, intergas, 'Sandra Cangemi' via GAS del Parco, abc-lombardia, ComitatoStopTTIPMilano
Subject: [Intergas] manifestazione per il kurdistan e contro la dittuatura di Erdogan in Turchia sabato 11 febbraio
Cari/e, dato quel che sta facendo Erdogan in Turchia e lo sconcio
appoggio della UE dei "diritti umani" in funzione blindatura dei
migranti (vedi sotto articolo di Luciano Muhlbauer), direi che è molto
importante partecipare e informare sulla manifestazione in oggetto
(concentramento ore 14 in corso Venezia angolo via Palestro).

Anche se non potete venire fate girare!

Ciao

Sandra


Dalla parte del popolo curdo – Milano 11 febbraio corteo nazionale per
la liberazione di Ocalan
<https://lucianomuhlbauer.it/new-blog/2017/2/1/dalla-parte-del-popolo-curdo-milano-11-febbraio-corteo-nazionale-per-la-liberazione-di-ocalan>


February 1, 2017

Sabato 11 febbraio, in occasione del 18° anniversario del sequestro di
Abdullah Ocalan, le comunità e organizzazioni curde di tutta Europa
scenderanno in piazza, a Bruxelles per la mobilitazione continentale e a
Milano per la manifestazione nazionale delle comunità italiane e
ticinese. È la prima volta che Milano ospita una mobilitazione curda di
dimensione nazionale e questo consegna alla città e ai territori vicini
una responsabilità particolare, anche perché l’attuale scenario in
Turchia e Medio Oriente richiede che venga urgentemente rilanciato il
sostegno al popolo e ai movimenti curdi. E, beninteso, non si tratta di
una semplice questione di solidarietà, ma anche -e forse soprattutto- di
schierarsi con chi oggi nella martoriata area mediorientale rappresenta
la più significativa opzione politica che rifiuta sia i settarismi
religiosi ed etnici che la riproposizione di regimi dittatoriali, per
investire invece sull’autogoverno democratico e sulla convivenza
pacifica. E non solo a parole, ma anzitutto con i fatti, come dimostra
l’amministrazione dei territori strappati all’oscurantismo sanguinario
dell’Isis.

Già, la Siria del nord, il Rojava, il Kurdistan siriano, vi ricordate?
Sono passati poco più di due anni dall’epopea di Kobane, quando i
guerriglieri e, soprattutto, le guerrigliere delle YPG/YPJ erano
diventati di moda in mezzo mondo. I curdi allora erano gli eroi da
celebrare, il bene che scacciava il male. E mentre nella distratta e un
po’ ipocrita Europa le immagini delle combattenti curde conquistavano
anche il mainstream, nella realtà reale le nubi cominciavano ad
addensarsi sulla testa dei curdi. A Dyarbakir, Suruç e Ankara iniziavano
ad esplodere bombe che facevano strage di curdi e di solidali e il
regime di Erdogan interruppe bruscamente e unilateralmente il dialogo
con il Pkk, riaccendendo la guerra nel Kurdistan turco. E non si
trattava semplicemente di guerra contro formazioni armate, ma di guerra
contro tutto ciò che sa di curdo. Da allora centri urbani, come Cizre,
sono stati praticamente rasi al suolo, la popolazione civile curda viene
trattata come un nemico e i sindaci e amministratori locali
democraticamente eletti, ma appartenenti ai partiti curdi legali vengono
rimossi e arrestati. Infine, è arrivato l’ultimo salto di qualità, con
l’occupazione militare turca di fette di territorio nel nord della Siria
e dell’Iraq in funzione anticurda e con la campagna di arresti di
parlamentari del partito filo curdo, Hdp, compresi i due co-presidenti
Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag.

In Turchia il regime di Erdogan sta marciando velocemente verso la
dittatura. Infatti, i metodi repressivi e autoritari adottati
assomigliano sempre di più a quelli utilizzati dalle dittature militari
che nel recente passato avevano insanguinato il paese. La stessa
architettura istituzionale sta subendo una veloce involuzione, grazie a
una riforma costituzionale in senso iper presidenzialista, che di fatto
equivale a consegnare al Presidente tutti i poteri e ad
istituzionalizzare lo stato di emergenza in vigore dal fallito tentativo
di colpo di Stato dell’anno scorso. Il progetto di Erdogan è chiaro e,
soprattutto, non tollera opposizioni e dissensi. Per questo, anzitutto,
il movimento curdo e democratico deve essere spazzato via con ogni
mezzo, dal parlamento, dalle città e dai villaggi.

Il futuro immediato del popolo curdo si prospetta difficile, anche
considerando lo scenario internazionale. L’accordo Erdogan-Putin ha
consegnato al regime turco nuovi spazi di manovra nell’aggressione
militare al Rojava e l’avvento della presidenza Trump negli Stati Uniti
rischia di giocare anch’esso contro i curdi, considerato che le prime
mosse nell’area mediorientale dell’amministrazione USA indicherebbero
una visione da superfalchi repubblicani, tutta schiacciata sugli
interessi dei governi di Israele e Arabia Saudita. In altre parole,
manca solo il recupero della piena sintonia con il regime turco.

E l’Europa? Già, i governi e l’UE fanno qualche dichiarazione
preoccupata, dicono che non va bene quello che accade in Turchia e che i
parlamentari eletti non andrebbero messi in prigione, ma poi non succede
niente. Anzi, tutto continua come prima perché la Turchia, a tal fine
generosamente finanziata dall’Europa e dichiarata “paese sicuro”, deve
bloccare i profughi prima che arrivino qui. Dei nostri media mainstream,
di quelli che fino a poco tempo fa esaltavano gli eroi di Kobane, meglio
non parlare. Infatti, nella migliore tradizione embedded, si sono
adeguati subito alla nuova narrazione e così, dei curdi non si parla
quasi più, se non per associarli nei Tg a qualche attentato.

*Insomma, per non farla lunga, il popolo e il movimento curdo hanno
bisogno della nostra solidarietà e del nostro sostegno. E ne hanno
bisogno ora. Per questo è importante schierarsi, pubblicamente e
apertamente, e partecipare e fare partecipare al corteo nazionale
dell’11 febbraio.*

L’*appello* alla mobilitazione degli organizzatori italiani, cioè UIKI –
Ufficio Informazioni del Kurdistan in Italia, Comunità Curda in Italia e
Rete Kurdistan Italia, si può leggere sul sito di UIKI
<http://www.uikionlus.com/11-febbraio-2017-manifestazione-nazionale-a-milano-liberta-per-ocalan-e-per-tutte-le-prigioniere-e-i-prigionieri-politici-pace-e-giustizia-per-il-kurdistan/>.
Le *adesioni* al corteo vanno inviate a info@???
<mailto:info@uikionlus.com> e info@???
<mailto:info@retekurdistan.it>.

Per gli *aggiornamenti*, l’elenco delle adesioni e le *info* sul corteo
vi segnalo l’evento facebook
<https://www.facebook.com/events/202055620262710/>. E visto che ci
siete, condividetelo per favore con i vostri amici.

L’appuntamento per il corteo è*sabato 11 febbraio*,*ore 14.00*, *Corso
Venezia, angolo via Palestro*, Milano.