[Ciotoflow] Fwd: [ninux-not-wireless] Fwd: ANONYMOUS lancia …

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Author: Giuseppe De Marco
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To: Flussi di ciotia.
Subject: [Ciotoflow] Fwd: [ninux-not-wireless] Fwd: ANONYMOUS lancia AIRCHAT
Anonymous: Se spengono Internet abbiamo creato AIRCHAT – Internet a Onde
Radio
*Sviluppato da Anonymous per comunicare anche in caso di censure
governative, Airchat sarebbe utilissimo anche in caso di calamità
naturali.* Disconnettere
le persone dalla *Rete* o rendere impossibile comunicare *via
cellulare* durante
una manifestazione non sono scenari distopici. In alcuni luoghi, *dall’Egitto
alla Siria fino alla liberale San Francisco*, si sono già verificate
situazioni del genere.

Ma anche* guerre, cataclismi, uragani* possono distruggere quelle
comunicazioni che troppo spesso si danno per scontate, che si tratti della
rete internet o di quella telefonica. Tuttavia c’è un mezzo che è in grado
di *sopravvivere* a molti di questi scenari e che è alla portata di
qualsiasi persona, senza bisogno di infrastrutture od operatori: sono *le
onde radio.*

Guidati da quest’idea un gruppo di membri di *Anonymous*, provenienti
dall’esperienza* LulzSec/Antisec*, ha appena lanciato *Airchat*, un sistema
di networking che *usa le onde radio disponibili per comunicare e
condividere dati tra PC.* Non solo: le comunicazioni inviate possono essere
*criptate*, e gli utenti possono anche far passare il traffico attraverso
un proxy o la rete Tor per garantirsi l’anonimato.

Insomma, si tratta di un vero e proprio* kit da battaglia dell’attivista
dell’informazione*. Finora il progetto è allo* stadio iniziale*: il sistema
è stato testato e consente di chattare (anche con audio), di inviare
immagini, ma anche di connettersi a internet e consultare Twitter o le
notizie in modo minimalista se c’è una connessione condivisa.

“*Airchat è uno strumento di comunicazione libera che non necessita di una
infrastruttura internet o una rete cellulare. Si basa su qualsiasi
collegamento radio esistente o apparecchio capace di trasmettere audio*”,
si legge nella descrizione del progetto caricata su
Github<https://github.com/lulzlabs/AirChat/>.
Dove si può vedere anche un video dimostrativo (colonna sonora, manco a
dirlo, è *Guerrilla Radio*).

Gli autori di AirChat si fanno chiamare *LulzLabs*, e in qualche modo
*discendono
dal gruppo che più di due anni fa ha messo a ferro e fuoco* una serie di
siti internazionali, con spettacolari attacchi informatici. Alcuni di loro
sono stati arrestati, altri si sono dispersi. Chi è rimasto si muove *con
circospezione.*

*Wired* ha *intervistato uno di loro attraverso una chat criptata*: mi ha
chiesto di non rivelare il suo attuale nickname e di farsi chiamare* CC3*.

“Il progetto è nato da una serie di riflessioni fatte assieme come gruppo,
ripensando a tutte le esperienze che abbiamo attraversato: Anonymous,
LulzSec, AntiSec… E soprattutto ai problemi che abbiamo incontrato e che in
passato non avevamo affrontato perché eravamo troppo impegnati a vivere il
momento. Airchat è il frutto di questo brainstorming”.

Alla base, spiega CC3, c’è la consapevolezza che nel mondo la maggior parte
delle persone non ha accesso alle comunicazioni per *questioni di povertà e
divario digitale* o perché tali comunicazioni sono state tagliate, come
accaduto in Egitto, Libia, Siria.

“Noi amiamo Internet ma per molti è ancora un lusso”, prosegue CC3, “e
anche le reti cellulari, sebbene il loro utilizzo sia cresciuto a dismisura
negli ultimi 10 anni, non sono sempre una soluzione, tanto più che qualcuno
può decidere se farle funzionare o meno. Allora abbiamo pensato di cercare
delle alternative economiche e il più possibile democratiche”.

Quella di *facilitatore delle comunicazioni* è una delle identità più forti
del movimento hacktivista. Che a partire *dalla Primavera Araba p*er
arrivare al caso recente del bando di Twitter in Turchia ha spesso
lavorato, insieme a gruppi affini come *Telecomix*, per creare dei *pacchetti
di assistenza* (care packages, qui un esempio dedicato alla Siria), ovvero
per *aggregare e diffondere una serie di software e informazioni utili ad
aggirare la censura e a proteggere al contempo l’identità* degli utenti.
Airchat, in questo senso, sembra un po’ un *ritorno alla origini,* ma
rivisitato in chiavepost-rivelazioni
Nsa<http://www.wired.it/attualita/tech/2013/12/30/datagate-nsa-viola-pc/>,
che hanno reso evidente il peso della sorveglianza e del controllo
governativo nelle comunicazioni globali.

“I costi delle attrezzature si sono abbassati molto sul mercato”, continua
CC3. “Così abbiamo iniziato a pensarci, ispirandoci ai casi delle Ong che
stanno in posti difficili e devono comunicare tra loro in condizioni
disagiate, o alle esperienza di movimenti e manifestazioni come quelle di
Puerta del Sol - gli indignados spagnoli - o di Occupy Wall Street. Spesso
gli accampamenti dei manifestanti sono al di fuori della portata di
connessioni Wi-Fi. Insomma, noi pensiamo che le persone dovrebbero avere
un’alternativa libera e gratuita per comunicare a livello base. E questo è
tecnicamente possibile”.

In realtà Airchat* è ancora lontano dall’essere uno strumento utilizzabile* da
normali utenti: di fatto è un *proof of work funzionante*, che necessita di
ulteriore lavoro. Anche per questo il gruppo LulzLabs è uscito
pubblicamente, sperando di ricevere interesse e aiuto. Ma alla fine cosa
serve per farlo funzionare? Bastano un *radiotrasmettitore*, un *laptop*, e
una serie di *software* da installare. E, allo stato attuale, una discreta
competenza tech.

“È stato testato sul campo, anche in condizioni difficili. Lo abbiamo
progettato pensando a persone che si trovano in condizioni di difficoltà, o
che stanno lottando lontano dal comfort delle nostre società”, dice ancora
CC3. “Se sei in trappola in un posto durante una crisi, o il governo ha
chiuso le comunicazioni, puoi ancora parlarti con chi ti sta vicino, e sei
più anonimo rispetto a quando usi un telefono”.

Fonte:
http://guardforangels.altervista.org/blog/anonymous-se-spengono-internet-abbiamo-creato-airchat-internet-onde-radio/