Re: [inquieto] apriti, cielo

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Autore: ca_favale_mlist
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To: ca_favale_mlist
Oggetto: Re: [inquieto] apriti, cielo
> A me ne restano tantissimi, invece. A parte le citazioni prive di
> fonte.


E' un lavoro lungo, che sto iniziando a fare. Partirei da questa:
camera dei comuni (house of commons, science & technology committee, the
regulation of geoengineering, 116 pagine, allegato alla mail)

La camera dei comuni inglese nel 2010 produce questo documento, in cui
spiega come ci sia un gap legislativo per quanto concerne la
geoingegneria. Questo gap legislativo e' da colmare, in quanto la
geoingegneria puo' essere una strada applicabile nel contesto di crisi
climatica mondiale e non va rigettata [soprattutto quando i paesi non
riescono a far fronte all'emergenza gas serra e i vari protocolli di
kyoto sono una barzelletta (beh, non dicono proprio cosi' ma il succo e'
questo).] Il principio di precauzione non deve essere adottato nel caso
della geoingegneria. Piccoli test, su piccola scala, ininfluenti per
quanto riguarda l'ambiente (anche se e' da definire a livello
internazionale che cosa significhi ininfluenti) sono gia' in corso, a
detta del parlamento inglese (pag.40). E' importante accelerare la
regolamentazione della geoingegneria, per essere "i primi sul campo", ed
impedire che "aziende private" agiscano in assenza di regolamentazione.

Sempre a pagina 40, in grassetto, si fa notare che "una moratoria della
geoingegneria potrebbe anche essere inapplicabile e controproduttiva in
quanto chi fa sperimentazione lo fa in segreto"
In buona sostanza, concludono che lo sviluppo e piccoli test di SRM
dovrebbero essere permessi posto che:

siano in accordo con un set di principi steso a livello internazionale
abbiano un impatto minimale OPPURE abbiano un impatto "gia' calcolato"
non abbiano effetti oltre confine

Il ruolo degli UK (pag 44)
.. Dr van aalst ha sottolineato che c'e' probabilmente differenza tra il
dibattito sulla geoingegneria nel Regno Unito e il dibattito in altri
paesi, inclusi parecchi stati che potrebbero essere gia' alla fase di
test su piccola scala...


La nuova zelanda ha sollevato l'obiezione che una regolamentazione
internazionale tardera' a venire, e alcuni paesi afflitti da condizioni
climatiche ingestibili dovrebbero poter operare.

E' stato avviato il SRMGI (solar radiation management governance
initiative, http://www.srmgi.org ) che si propone di porre le basi per
una gestione internazionale del SRM. Gia' fatto incontri in senegal, sud
africa, etiopia.

A pag 51, Definizione di geoingegneria, chiarisce che tecniche
climatiche come il cloud seeding NON fanno parte della geoingegneria
utilizzata allo scopo di minimizzare il cambiamento climatico indotto
dall'uomo.

Pag 65, punto 14.
L'attenzione crescente del mondo scientifico verso aereosol e "cloud
brightening" ha innestato lo sviluppo e testing "su scala limitata"
delle tecnologie SRM "Gestione della radiazione solare".
Lo sviluppo di tecnologie SRM, anche se nei soli laboratori, rende
ipotizzabile che interessi nazionali o multinazionali provino (o almeno
danno quella impressione) a trarre profitto, o controllo, delle nascenti
tecnologie SRM. Inquadrare la ricerca SRM come "massima sicurezza",
specie se classificata, potrebbe pericolosamente essere la causa di tali
"percezioni" internazionali. Comunque, nel 2009 l'agenzia statunitense
"progetti avanzati di difesa" DARPA ha tenuto un meeting "to consider
pursuing geoengineering research highlights the potential for such
developments" (mi pare non sia proprio chiara come frase, qualcuno ha
un'idea? = ha tenuto un meeting per considerare che sviluppare la
ricerca di geoingegneria mostri il potenziale di tali sviluppi...
mah...) .

Fatto sta che c'e' larga intesa tra house of commons e house of
representatives statunitense, e cercheranno di lavorare insieme
alacremente dal momento che c'e' da definire gli standard internazionali
sull'uso delle geoingegnerie... siamo a cavallo



> Ovvio che non posso escludere che esistano interventi di irrorazione chimica,
> e tutti sappiamo che esistono tecniche per far piovere o per dissolvere la
> nebbia mediante la diffusione di aerosol chimici.
>
> Ma io, che ho ormai 45 anni, ricordo che le scie persistenti lasciate
> dagli aerei le ho sempre viste, fin da bambino. Dunque si tratterebbe di
> esperimenti iniziati su larga scala 40 anni fa; vi pare plausibile?
>


mah... io stamane osservavo il cielo, e vedevo una scia che faceva un
percorso a "spirale"... poi ho visto troppi filmati in questi giorni, in
cui queste scie si interrompono, e poi riprendono... indipendenti dal
combustibile dunque...

vedremo..

v