[NuovoLab] Avvisi di garanzia ai poliziotti per la morte di …

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Author: ugo
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Subject: [NuovoLab] Avvisi di garanzia ai poliziotti per la morte di Michele Ferulli
il manifesto 20/04/2012





Cinzia Gubbini
19.04.2012


Quattro poliziotti della questura di Milano sono accusati di omicidio colposo. Lo picchiavano "anche quando invocava aiuto".

Omicidio colposo, con l'aggravante della cooperazione, compiuto durante l'adempimento del dovere per un eccesso colposo. Inoltre, concorso in falso. E' questa l'accusa di cui dovranno rispondere Francesco Ercoli, Michele Lucchetti, Roberto Piva e Sebastiano Cannizzo i quattro polziotti che la notte del 30 giugno fermarono Michele Ferulli a Milano. Un fermo a cui Ferulli, 51 anni, non è sopravvissuto.

E' l'ennesimo caso di intervento delle forze dell'ordine tutto da chiarire. Ma per il pm della Procura milanese, Gaetano Ruta, le cose sono andate così: quella sera i quattro poliziotti che si trovavano in pattuglia ricevono l'ordine di intervenire a via Varsavia in seguito alla chiamata di un cittadino che si lamentava per dei rumori molesti. L'intervento si trasforma in realtà in un omicidio. I quattro poliziotti provocano al morte dell'uomo agendo con "negligenza, imperizia e imprudenza" ingaggiando "una colluttazione ecedente i limiti del legittimo intervento, percuotendo la persona offesa in diverse parti del corpo pur essendo in superiorità numerica e continuando a colpirla anche attraverso l'uso di corpi contundenti quando la stessa era immobilizzata in posizione prona, non era in grado di reagire e invocava aiuto". Ma cosa ha causato la morte dell'uomo? Anche in questo caso - e la memoria torna al caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne ferrarese per la morte del quale sono stati condannati in primo e secondo grado per omicidio colposo quattro agenti - l'uccisione è stata determinata secondo il pm non tanto dalle botte, quanto dalla posizione in cui l'uomo è stato costretto. Ferulli, infatti, scrive il pm nell'avviso di conclusione delle indagini è morto "per insufficienza contrattile acuta del ventricolo sinistro con edema polmonare acuto, quale conseguenza dell'attacco ipertensivo dovuto, tra l'altro, allo stress emotivo del contenimento". Il pm parla esplicitamente di una "tempesta emotiva": la paura, le botte, la situazione assurda in cui si è venuto a trovare l'uomo hanno causato una "iperattivazione adrenergica". A dimostrarlo ci sono i segni riscontrati in autopsia: microlesioni, microemorragie, e un edema al cervello.



Ruta inoltre accusa i quattro agenti di aver dichiarato il falso quando nella loro relazione di servizio hanno sostenuto che durante l'operazione "tutto il gruppetto (Ferulli si trovava in compagnia di tre persone, ndr) perdeva l'equilibrio e faceva sì che "tutti gli agenti cadessero a terra" e solo in quel caso gli agenti potevano "tirare fuori un terzo paio di manette". Poi quando stavano cercarlo di metterlo "in una posizione più comoda" l'uomo diceva di "sentirsi male". "Circostanze false" dice il pubblico ministero poiché secondo la ricostruzione della Procura gli agenti lo colpivano anche mentre invocava aiuto ed era a terra immobilizzato.


Una ricostruzione documentata da un video ripreso con un telefonino, in cui si vede chiaramente l'uomo a terra senza alcuna possibilità di arrecare danno, e i colpi violenti della polizia. Video che girando su internet aveva fatto scoppiare il caso. "Sono soddisfatto di come sono andate le cose, ed è stato un onore lavorare con il dottor Ruta", le parole di Fabio Anselmo, il legale della famiglia Ferulli che ha ormai maturato una vasta esperienza nei casi di malapolizia, essendo lui il legale che ha curato casi delicati come quelli di Aldrovandi, Cucchi, Diaz, Bianzino e altri.



INTERVISTA ALLA FIGLIA:
SPERO SIANO CACCIATI DALLA POLIZIA
"Siamo emotivamente distrutti ma felici". Domenica Ferulli, la figlia dell'uomo morto a Milano dopo un intervento della polizia, commenta l'imputazione di quattro polziotti. "Indagini difficili a causa del nome infangato di mio padre"

Domenica Ferulli, è passato quasi un anno da quando tuo padre Michele è morto, il 30 giugno 2011, dopo un intervento di quattro poliziotti. Che ora sono accusati dalla Procura di Milano di omcidio colposo. Una vittoria?

Sì, in famiglia siamo molto soddisfatti, ma anche emotivamente distrutti. Perché siamoc ostretti a convivere e ricordare qualcosa che non avremmo voltuo ricordare.

E' stata un'inchiesta difficile, partita a rilento nonostante un video che mostrava colpi inferti su tuo padre a terra. Come mai secondo te?

Ci sono stati tanti fattori. Tra questi il fatto che mio padre è stato subito descritto come un pregiudicato, un violento un delinquente...una cosa incredibile se ci penso. Mio padre era una persona qualsiasi, un padre, un marito, un nonno. Posso immaginare quello che è successo: quando è arrivata la polizia avrà risposto a quei ragazzi, così giovani - sono dell'82, io dell'85 - come si può fare con un figlio. E quelli si saranno sentiti legittimati a massacrarlo di botte.



In questi mesi difficili avete anche dovuto fare i conti con delle intimidazioni. Ce le racconti?

Siamo stati intimiditi noi da alcuni testimoni, e alcuni testimoni sono stati intimiditi a loro volta.



Chi ha intimidito i testimoni?

E' successo che un testimone sia stato seguito dalla polizia e fermato. Sembrava un fermo qualiasi ma poi, come risulta agli atti, il testimone ha raccontato che questi agenti gli hanno fatto capire che doveva stare zitto. "A cosa vi riferite, al fatto di cui sono testimone?" e gli agenti gli hanno risposto "No no, ma stai attento".



E chi ha intimidito voi?

Noi abbiamo avuto problemi con dei testimoni che quella sera c'erano e hanno visto, ma poi sono scappati. Io ho detto alla polizia subito tutto quello che sapevo. Dopo pochi giorni a mio fratello è stato riferito che me l'avrebbero fatta pagare e che non avrei dovuto metterli in mezzo. Ma io dico a tutti che non si facciano illusioni: vado avanti, vado fino in fondo.



Cos'è successo quella sera a via Varsavia, hai capito perché è stata chiamata la polizia? Si parlava di una rissa.

Nessuna rissa, mio padre stava ascoltando musica ad alto volume con alcuni amici. Erano le 21,30. Qualcuno si è infastidito e ha chiamato la polizia.


Perché è stata fatta una descrizione tanto feroce di tuo padre?
Per cercare di fermare le indagini, ma per fortuna abbiamo incontrato un pubblico ministero che si è comportato in maniera onesta, senza voler coprire niente e nessuno. E' difficile che capitino cose del genere al giorno d'oggi. E io non vedo l'ora di guardare dritto negli occhi quei quattro poliziotti che hanno ucciso mio padre. E di vederli senza divisa.

ciao
ugo