[Consumo critico - Milano Social Forum] DAVIDE CONTRO GOLIA.…

Delete this message

Reply to this message
Author: Rossana Papagni
Date:  
To: consumo-critico-msf@inventati.org
Subject: [Consumo critico - Milano Social Forum] DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA ALTRECONOMIA, CHE RI
Inoltro di un¹iniziativa interessante

> Da: "Sara Giorlando" <saragiorlando@???>
> Data: 02 ottobre 2007 10:51:49 CET
> A: "Forum acqua" <hyperlink@???>
> Oggetto: [hyperlink] Fwd: DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA
> ALTRECONOMIA, CHE RI
> Rispondere-A: hyperlink@???
>
>
>
> ---------- Forwarded message ----------
> From: Altreconomia <imbrocchiamola@???>
> Date: 1-ott-2007 22.33
> Subject: DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA ALTRECONOMIA, CHE RI
> To: saragiorlando@???
>
> Cari amici di Altreconomia,
> vi scriviamo perché negli ultimi mesi avete aderito alla proposta "Mettiamola
> fuori legge. La pubblicità, non l'acqua in bottiglia". Ormai siete più di 4
> mila.
> La nostra idea di regolamentare la pubblicità delle acqua minerali -pensando
> che questo contribuirà a ridurne i consumi e l'impatto ambientale- oggi si sta
> strutturando in un progetto di legge. Ne abbiamo parlato al forum di
> Sbilanciamoci!, a Marghera, con gestori del servizio idrico, avvocati, esperti
> di comunicazione e politici. Vi terremo informati.
> Intanto l'idea di limitare i profitti degli "imbottigliatori" prende piede: la
> Regione Lazio, ad esempio, ha appena istituito un canone di concessione di 2
> euro per metro cubo prelevato. È la settima in Italia. Ma non basta.
> Anche i cittadini iniziano a muoversi: in tutto il Paese continuano a nascere
> comitati che si oppongono alle nuove concessioni per l'imbottigliamento
> (continueremo a seguirli, come abbiamo fatto in questi mesi).
> La proposta cui avete aderito, in favore dell'acqua di rubinetto -buona,
> comoda, sicura e poco costosa- ha fatto rumore. "Mettiamola fuori legge" è
> arrivata alle orecchie dei grandi gruppi che controllano il mercato delle
> "minerali". A inizio agosto Ferrarelle S.p.A. ha diffidato Altreconomia dal
> continuare la sua azione d'informazione. Il gruppo -129 milioni di euro di
> fatturato e 834 milioni di litri imbottigliati nel 2006- ha chiesto alla
> nostra rivista di bloccare la nostra campagna.
> Noi, però, abbiamo scelto di continuare. Il perché lo spiega Miriam Giovanzana
> nell'articolo qui sotto. Lo inviamo a voi, prima ancora che alla stampa,
> perché ci avete sostenuto e vi chiediamo di continuare a farlo.
> Questo articolo è pubblicato anche sul sito www.altreconomia.it/acqua e sul
> numero di ottobre di Altreconomia, che verrà distribuito in questi giorni.
> Diffondetelo.
>
> La redazione di Altreconomia
>
> ******************************************
>
> Davide contro Golia
> Altreconomia "rassicura" Ferrarelle che la diffida - di Miriam Giovanzana
>
> Consumare acqua in bottiglia, se l'acqua che sgorga dal rubinetto è di ottima
> qualità, è un controsenso: costa di più, contribuisce al riscaldamento globale
> della terra (con i camion che la trasportano e la montagna di plastica che
> produce: circa 9 miliardi di bottiglie ogni anno in Italia), è più scomoda.
> Ma, a quanto pare, non si può dire. O meglio non si può dire che ridurre il
> ricorso all'acqua in bottiglia è una buona cosa per tutti.
> All'inizio di agosto infatti Ferrarelle, uno dei colossi del settore, il
> quarto gruppo in Italia, ci ha fatto scrivere dai suoi avvocati, diffidandoci
> dal continuare. Ferrarelle si sente sotto ingiusto attacco e danneggiata
> perché, nei nostri articoli, abbiamo associato l'immagine di due suoi prodotti
> (l'acqua Boario e Vitasnella) allo slogan: "Mettetela fuorilegge. La
> pubblicità, non l'acqua in bottiglia".
> Così ci diffida
> - alla immediata cessazione della divulgazione dei suindicati articoli e delle
> suindicate immagini, quantomeno con riferimento ai marchi/prodotti del gruppo
> Ferrarelle Spa;
> - alla immediata pubblicazione sul prossimo numero della rivista e sul sito
> internet di un comunicato di smentita circa lo specifico riferimento della
> opinione espressa con i suindicati articoli, ai singoli marchi/prodotti
> raffigurati di proprietà e comunque di pertinenza della Ferrarelle Spa;
> - a non pubblicare ulteriormente articoli e/o immagini che possano ledere la
> reputazione commerciale della Ferrarelle Spa.
>
> Vorremmo rassicurare Ferrarelle: la nostra "campagna di idee" non è contro di
> loro né ha per oggetto i loro marchi; quello che ci interessa, come
> giornalisti e come cittadini, è indagare il mercato delle acque minerali e
> come sia stato possibile convincere gli italiani a diventare i maggiori
> consumatori al mondo di acqua minerale.
> Ferrarelle si lamenta: "Con i suindicati numeri della Rivista è iniziato un
> vero e proprio 'accanimento' da parte della Rivista, esclusivamente nei
> confronti di due marchi del 'gruppo' Ferrarelle Spa (Boario e Vitasnella) e di
> due del gruppo Nestlé (Vera e Panna)".
> Nessun accanimento: l'immagine delle bottiglie in questione, come desume ogni
> lettore che non sia in malafede, era assolutamente esemplificativa: un
> particolare per dire il tutto del mercato.
> Come figura retorica si chiama sineddoche. Comunque, per evitare ogni equivoco
> e ogni interpretazione maliziosa, al posto delle 4 bottiglie e dei 4 marchi
> abbiamo messo, ed è quello che vedete da qualche giorno sul nostro sito, tutte
> le bottiglie e i marchi che ci è stato possibile rintracciare nei supermercati
> di Milano vicini alla redazione.
>
> Ma perché prendersela con Altreconomia?
> "La condotta posta in essere dall'Editore e dalla Direzione della Rivista
> ­scrivono gli avvocati di Ferrarelle- costituisce una chiara e temeraria
> violazione dei limiti ­ben circoscritti- posti al diritto di critica".
>
> Ecco, questa forse è la posta in gioco: abbiamo semplicemente fatto il nostro
> dovere di giornalisti, e non è una colpa ma semmai un merito quello di citare
> i fatti e i protagonisti con nomi e cognomi; certo, siamo ben consci che
> spesso siamo dei Davide di fronte ad aziende plenipotenziarie, ma questo non
> ci dissuade dall'avere il coraggio (noi preferiremmo dire semplicemente: la
> responsabilità) di chiamare le cose con il loro nome. È questo "andare oltre
> il diritto di critica"?
> A meno che l'andare oltre sia quell'immaginare il futuro, quel riflettere
> insieme sulle scelte individuali e collettive, anche sulle regole, che una
> comunità si dà per vivere insieme. Ecco, sì: forse quello che per qualcuno è
> inaccettabile è quest'idea che, per difendere l'ambiente e il bene di un'acqua
> che sgorga direttamente nelle nostre case, senza fatica e con bassi costi, si
> possa arrivare anche a immaginare di normare la pubblicità. A metterla fuori
> legge.
> Come abbiamo già scritto, esistono diversi casi di regolamentazione della
> pubblicità: è vietato fare pubblicità alle sigarette, alla maggior parte dei
> farmaci, e in decine e decine di Paesi, Italia compresa, è vietato
> pubblicizzare in ogni forma (anche su riviste mediche, anche sponsorizzando
> congressi) il latte artificiale per la prima infanzia, che pure era nato come
> un salvavita: questo perché, negli anni Sessanta, la massiccia pubblicità di
> questo prodotto aveva quasi invertito a suo favore la tendenza naturale
> dell'allattamento al seno.
> Ecco, questo è il tabù che rischia di scatenare le ire dei mercanti d'acqua:
> si può dire tutto, ma non immaginare un futuro senza pubblicità dell'acqua.
> Perché così, è chiaro, la partita sarebbe persa. Senza pubblicità i consumi di
> acqua minerale si contrarrebbero, e resterebbero alti solo là dove il servizio
> pubblico fosse inefficiente. O dove, per particolari motivi di salute, le
> acque minerali fossero indicate. O, semplicemente, per chi volesse berla.
>
> Pensavamo che i giornali italiani non avrebbero mai pubblicato nulla di
> critico sulle acque minerali, visto che gli imbottigliatori sono tra i più
> grandi investitori pubblicitari del momento; e invece l'impensabile in questi
> mesi è accaduto: il sindaco di New York, Bloomberg, ha detto in luglio:
> "L'acqua? Bevete quella del rubinetto. È sicura, gradevole, pulita, costa meno
> di quella imbottigliata, è più pratica. E soprattutto: permette di risparmiare
> e ridurre la produzione di montagne di vetro e di plastica". ( http://
> www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/11/bottigliette_ny_giornale.
> shtml).
>
> Il Corriere della sera e Repubblica hanno ripreso le dichiarazioni di
> Bloomberg e dedicato diverse pagine al tema; il caso di Gualdo Tadino e della
> sua piccola popolazione che si oppone a un nuovo stabilimento della Rocchetta
> (che abbiamo raccontato sul numero di febbraio di Altreconomia) è finito in
> prima serata al Tg1. Segno che i giornalisti e anche le grandi testate
> possono, se vogliono, non essere supini agli interessi dei loro inserzionisti.
> La campagna "Imbrocchiamola" (www.imbrocchiamola.org) per chiedere al
> ristorante e in pizzeria l'acqua in brocca, è un'idea che è piaciuta a tanti
> ed è stata ripresa in centinaia di siti e rilanciata da stampa e radio
> nazionali.
> E a Marghera, all'inizio di settembre, davanti ai ministri Mussi, Ferrero e
> Pecoraro Scanio abbiamo raccontato tutto ciò, e la possibilità di pensare a
> una "Pubblicità Progresso" a favore dell'acqua del rubinetto. Hanno alzato gli
> occhi, interessati.
> Per questo continuiamo, perché non accada come nelle zone d'Italia dove
> l'acqua pubblica non è buona, oppure semplicemente non c'è, che la gente si
> rassegni a comperare l'acqua in bottiglia. Noi preferiamo pensare che avere
> acqua potabile di buona qualità sia un diritto. Di tutti.
>
> Se siete d'accordo con noi, ora più che mai firmate il nostro appello e
> lasciate un commento (www.altreconomia.it/acqua )



------ Fine del messaggio inoltrato