[ssf] domani pomeriggio non mancate,a Como Piazza Vittoria !

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Author: Arighi Enzo
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To: labsocialforum
CC: forumsaronnese
Subject: [ssf] domani pomeriggio non mancate,a Como Piazza Vittoria !
3 notizie x 1 appuntamento da non perdere:

per i/le pochi/e

che non ricevono ne' "Ecoinformazioni"

ne' "le news di ATTAC Italia"





DAPPRIMA L'APPUNTAMENTO DI DOMANI





1/21826 (LAVORO/PRECARIETÀ/COMO) Sabato 29 ottobre il Tavolo stop precarietà del Como social forum in collaborazione con Nidil (Nuove identità di lavoro) Cgil e Arci Como organizza a Piazza Vittoria alle 16 Un graffito contro la precarietà, la seconda delle giornate Equilibri precari. Saranno allestiti tabelloni con graffiti, si potrà ascoltare musica e sarà presente un gazebo con materiale informativo.





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ECCO IL RESOCONTO DELLA SERATA

DI IERI IN CGIL A COMO



21825 (LAVORO/PRECARIETÀ/COMO) «Il quadro attuale è poco influenzato dalle legge 30 che in parte non è ancora applicata, il livello della precarietà è ancora frutto del patto Treu» ha affermato Silvia Baratella della Rete regionale contro la precarietà e la legge 30, durante l’incontro Precarietà del lavoro e della vita: analisi e proposte per cambiare l'esistente che si è svolto giovedì 27 ottobre nella sala Noseda. Gli altri relatori erano Vittorio Rieser dell’ufficio Studi Cgil di Torino, Cecco Bellosi che ha lavorato al Rapporto sui Diritti globali. Ha coordinato Lidia Martin, del Tavolo stop precarietà del Como social forum.


Giovedì 27 ottobre si è svolto l’incontro Precarietà del lavoro, precarietà della vita: analisi e proposte per cambiare l’esistente organizzato dal Tavolo stop precarietà in collaborazione con Nidil (Nuove identità di lavoro) Cgil e Arci Como. Presenti in sala circa venticinque persone.

La serata si è aperta con l’intervento di Vittorio Rieser, dell’ufficio Studi Cgil di Torino, che ha illustrato la crescente precarietà del lavoro nel quadro generale dei cambiamenti del mondo lavorativo. Malgrado negli anni ’90 si ritenesse che il lavoro dipendente fosse superato, in questi anni è aumentato, inoltre sull’insieme di lavoratori dipendenti quelli a tempo indeterminato sono circa il 70 per cento, cioè ancora la maggioranza. Marx parlava di un esercito industriale di riserva, ovvero l’insieme di lavoratori disoccupati che premeva alle porte delle industrie e che il capitalista sfruttava per ricattare i suoi operai. «Oggi – prosegue Vittorio Reiser – l’esercito industriale di riserva è entrato in fabbrica e si è molto articolato, con diritti e salari differenti». Oggi la precarietà investe tutti i settori del lavoro, in passato era inversamente proporzionale alla qualifica. «Non dobbiamo far finta che la situazione sia meglio di quello che è – conclude il primo relatore – ma bisogna cercare soluzioni» per questo «è importante avere un ente che si occupi dei diritti non solo dei precari ma di tutti i lavoratori».

Silvia Baratella, della Rete regionale contro la precarietà e la legge 30 e sindacalista del Sincobas, che è intervenuta in sostituzione di Cristina Tajani, ha raccontato che per la proposta di legge regionale per il diritto al reddito sociale sono state raccolte più di 11 mila firme, contro le 5 mila necessarie. «Stiamo per lanciare un forum sul diritto al reddito di carattere nazionale – ha proseguito Baratella – la prima riunione sarà sabato 19 novembre a Milano» inoltre «il quadro attuale è poco influenzato dalle legge 30 che in parte non è ancora applicata, il livello della precarietà è ancora frutto del patto Treu».

Secondo Cecco Bellosi, autore della parte sul lavoro precario del Rapporto sui diritti globali, bisogna «ripensare ad un discorso di collettivizzazione del rapporto di lavoro ed uscire dalla precarietà del reddito». Ha ricordato che ci sono altri problemi nel mondo del lavoro oltre alla precarietà: un detenuto su quattro, ad esempio, che esce di prigione non ha né una casa né un lavoro.

La coordinatrice Lidia Martin, del Tavolo stop precarietà, ha quindi dato il via agli interventi programmati. Ivano Bogani, della Filtea (Federazione italiana lavoratori tessile e abbigliamento) Cgil, ha sottolineato che l’esercito di riserva non è una prerogativa italiana, questa idea è stata ripresa da Donato Supino della Cgil secondo il quale le lotte europee non devono più solo essere simboliche. Secondo Marco Servettini, presidente dell’associazione L’isola che c’è, se vogliamo mettere in crisi il capitalismo dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere: la liberazione dei consumi permette una liberazione del lavoro. Marco Lorenzini, che ha collaborato al Rapporto sui diritti globali, ha parlato di una categoria di lavoratori che producono relazioni significative di aiuto ed autoaiuto: gli operatori del Terzo settore, tra i quali molti sono precari. Questo è un settore prioritario per migliorare il welfare, chi vi opera lavora per la riproduzione di relazioni significative.

Per quanto concerne la direttiva Bolkestein tutti i relatori si sono dichiarati d’accordo che produrrà un aumento della precarizzazione e che è importante che si crei un sindacato che possa operare a livello internazionale. [Elena Capizzi, ecoinformazioni]



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e, PER NON DIMENTICARE CHE LA PRECARIETA'

PERVADE ANCHE LA TERZA ETA' ECCO UN BUON

TESTO DIRAMATO NELLA LISTA FONDI PENSIONI DI

ATTAC ITALIA



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      28 ottobre 2005


      Isae, un lavoratore su due lascerà il Tfr in azienda


      Secondo il rapporto dell’istituto solo il 12,8% dei dipendenti ha già optato per il fondo. L’analisi rivela: anni ’90 drammatici per redditi e occupazione. Crescita all’1,3% e deficit/pil al 3,9% nel 2006 


      La prima sorpresa è che più di un lavoratore su due non ha alcuna intenzione di trasferire il Tfr. Né fondi chiusi di categoria, né fondi aperti privati. In barba alle polemiche tra governo, sindacati e assicurazioni (o forse proprio a causa delle stesse) il 52,7% dei lavoratori lascerebbe la sua liquidazione in azienda. C’è poi un 34,5% che preferisce non rivelare le sue intenzioni, mentre un misero 12,8% dichiara di voler scegliere il fondo. La seconda rivelazione contenuta nel rapporto su Finanza pubblica e redistribuzione presentato ieri dall’Isae riguarda i lavoratori, autonomi e no, e le famiglie. Altro che 11 settembre, congiuntura negativa, dissennatezze berlusconiane e via dicendo. L’istituto di analisi economiche, di cui tutto si può dire tranne che simpatizzi per il governo, ha effettuato un monitoraggio approfondito sui livelli di occupazione, sul valore delle retribuzioni, del reddito e sulle disuguaglianze sociali. Ebbene, dati alla mano, la prima vera crisi per gli italiani risale al periodo ’92-’93. La seconda mazzata per lavoratori e famiglie arriva nel ’95: le retribuzioni calano ancora e la disoccupazione aumenta. Nel ’97, spiega l’Isae, il potere d’acquisto degli stipendi era ancora fermo a quello del ’91. Per il resto, l’Isae conferma i segnali positivi per l’economia e le previsioni ufficiali. Il rapporto tra indebitamento e pil dovrebbe attestarsi nel 2005 al 4,3%, per il 2006 si prevede una riduzione al 3,9%, grazie alla ripresa della crescita e alle ulteriori misure correttive, se si dimostreranno efficaci. Per quanto riguarda la manovra di bilancio per il 2006, questa è assunta al «valore facciale», mentre per le dismissioni immobiliari si ipotizza un introito inferiore di un terzo rispetto alle previsioni ufficiali. La correzione al bilancio si commisura in 11,5 miliardi (lo 0,8% del pil); altri 8 miliardi dovranno coprire i provvedimenti a sostegno dell’economia, oltre ad alcuni oneri inderogabili ed eccedenze di spesa. L’effetto lordo della manovra sarà dunque di oltre 19 miliardi. La stima del tasso di crescita nel 2005 è dello 0,2 per cento. Nel 2006 si dovrebbe realizzare un incremento dell’1,3 per cento. Il tasso di disoccupazione calerà dall’8% del 2004 al 7,6% nel 2006. Quanto all’inflazione, si stima un tasso di crescita dei prezzi del 2% per l’anno in corso (-0,2 rispetto al 2004)e del 2,2% nel 2006.