Autor: Massimiliano Piagentini Data: Para: forumlucca Asunto: [Forumlucca] Inchiesta sugli accordi criminali in Toscana. Volevano
la Sinistea fuori dal Consiglio regionale
INCHIESTA SUGLI ACCORDI CRIMINALI IN TOSCANA
Ledo Gori, il capo di Gabinetto di Giani indagato per corruzione, avrebbe
aiutato gli industriali del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno
nel facilitare gli scarichi nocivi, in cambio di un appoggio di questi
ultimi alla sua campagna elettorale e alla sua nomina come capo di
Gabinetto. Gori avrebbe fatto pressione per nominare, a capo degli enti di
controllo ambientale come Arpat, dirigenti favorevoli ai conciatori e,
insieme agli altri politici indagati dell’area pisana, avrebbe giocato un
ruolo fondamentale “nel raccordo tra politica e imprenditori nell’ambito
della raccolta di contributi elettorali, orientandoli verso politici che
mostravano più attenzione verso le istanze dei conciatori”.
Un sistema che ha avuto come risultato lo sversamento di scarti inquinanti,
in varie zone della Toscana, con un risparmio per i conciatori coinvolti di
circa 28 milioni di euro. Ben 8mila tonnellate di questi fanghi sono stati
utilizzati per la costruzione del nuovo tratto della strada regionale 429
tra Empoli e Castelfiorentino.
Il fatto che Ledo Gori, mentre racimolava finanziamenti dai conciatori per
la campagna di Eugenio Giani, abbia lavorato contro Potere al Popolo,
conferma che invece il nostro lavoro sta andando nella direzione giusta.
Come risulta dalle intercettazioni, infatti, il suo ruolo nella campagna
regionale di Giani era quello di “drenare un po’ di voti alla sinistra di
Rifondazione e Potere al popolo”. Il mezzo è stato la lista civetta
Sinistra civica ecologista, promossa da una parte di Sinistra Italiana e da
Mdp, il partitino di Rossi, che serviva semplicemente a far confluire voti
verso la coalizione di Giani. Altro che ” scongiurare il pericolo della
destra”: dalle intercettazioni emerge chiaramente come gli amministratori
Pd legati ai conciatori in odor di ndrangheta avrebbero lavorato
alacremente per escluderci dal Consiglio regionale, garantendosene il
controllo totale senza opposizioni scomode.
D’altronde siamo l’unica opposizione disposta a mettere il bastone tra le
ruote al partito degli affari. Le altre “opposizioni” sembrano invece non
rappresentare un pericolo per questo intreccio di interessi, forse per
atteggiamenti ambigui nei confronti della ‘ndrangheta e dell’imprenditoria
(vedi le numerose inchieste che riguardano la destra, Fratelli d’Italia in
testa), o perché ormai assorbiti nel centrosinistra a trazione Pd, come il
Movimento 5 stelle.
Tommaso Fattori, candidato alle regionali e sostenuto anche da Potere al
Popolo, fu invece l’unico nello scorso consiglio regionale a battersi
seriamente contro l’ipersfruttamento nel settore conciario e per istituire
una Commissione di inchiesta regionale contro le infiltrazioni della
‘ndrangheta, trovando un muro di gomma particolarmente in Pieroni del Pd,
ora finito sotto inchiesta.
Potere al popolo lotta da sempre contro l’intreccio tra imprenditoria e
mafia, in particolare contro il ricorso selvaggio all’appalto, voluto tanto
dal centrosinistra quanto dalla destra, dove prolificano le infiltrazioni
mafiose. Basti ricordare il nostro contributo alla lotta dei dipendenti Avr
– azienda indagata per ‘ndrangheta e attiva nella manutenzione stradale e
nell’igiene ambientale – che chiedevano di essere internalizzati
direttamente nell’organico della pubblica amministrazione.
Dalle carte dell’inchiesta risulta infine evidente la responsabilità
politica del PD: Ledo Gori collabora con Giani come prima aveva collaborato
con Rossi.
Se le accuse della magistratura dovessero trovare conferma, come Potere al
popolo! chiederemo le dimissioni di Giani e il ritorno alle urne.
Fermiamo lo scempio dei nostri territori e le infiltrazioni criminali!