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Asunto: [peer_to_peer] Le opere che perdono il copyright nel 2019 - *Public Domain Day*
Le opere che perdono il copyright nel 2019



Non moltissime, in Europa, ma sarà un anno fondamentale per gli Stati Uniti



Ogni inizio d’anno migliaia di libri, canzoni, film e altre opere
creative diventano di pubblico dominio: possono essere quindi messe
online, trascritte, riprodotte e utilizzate liberamente senza alcuna
limitazione. Per questo motivo il primo gennaio è anche chiamato il
“*Public Domain Day*”.

In *Europa* le leggi in materia di proprietà intellettuale stabiliscono
che il copyright duri per 70 anni dalla morte dell’autore o
dell’autrice: significa quindi che il primo gennaio 2019 sono diventati
di dominio pubblico i lavori di scrittori e artisti morti nel 1948
[https://it.wikipedia.org/wiki/Morti_nel_1948], e ce ne sono alcuni di
significativi. Tra questi: Antonin Artaud, drammaturgo, attore e
saggista francese, autore tra le altre cose de Il teatro e il suo
doppio, raccolta di saggi fondamentale per la storia del teatro; Georges
Bernanos, autore del Diario di un curato di campagna, da cui venne
tratto anche un famoso film. Diventano poi libere da diritti le opere di
Osamu Dazai, scrittore giapponese autore de Il sole si spegne e Lo
squalificato, opere a cui si sono ispirati diversi anime; quelle di
Zelda Fitzgerald, autrice del romanzo autobiografico Lasciami l’ultimo
valzer e quelle della scrittrice e femminista portoghese Maria Olga de
Moraes Sarmento da Silveira. Saranno poi riproducibili le opere del
regista Sergei Eisenstein, quello de La corazzata Potëmkin, di David
Wark Griffith, celebre soprattutto per Nascita di una nazione e quelle
del compositore italiano Mario Mascagni.

Il 2019 sarà un anno particolarmente importante per il copyright
soprattutto negli *Stati Uniti*, perché dal primo gennaio sono diventate
libere le opere pubblicate nel 1923: è infatti scaduto il cosiddetto
Mickey Mouse Protection Act, così chiamato perché a sostenerlo fu
soprattutto la Disney che voleva in quel modo tutelare i diritti di
Mickey Mouse. Nel 2005 sarebbero infatti scaduti i diritti su Topolino
ma nel 1998 la Disney, insieme ad altri, riuscì a far estendere di
ulteriori vent’anni il copyright negli USA. In questo modo fu sì
possibile “salvare” i diritti su Topolino, ma anche su molte altre opere
che sarebbero dovute diventare di pubblico dominio nel 2005.

Diventeranno dunque accessibili
[http://www.openculture.com/2019/01/public-domain-day-is-coming.html],
negli Stati Uniti, opere di Marcel Proust, D. H. Lawrence, Agatha
Christie, Joseph Conrad, Edith Wharton, P. G. Wodehouse, Rudyard
Kipling, Katherine Mansfield, Virginia Woolf, Robert Frost e Wallace
Stevens, tra gli altri. Non è chiaro quante opere saranno d’ora in poi
libere da diritti, ma nel 1923 vennero registrate circa 130mila opere.
Il New York Times ha scritto
[https://www.nytimes.com/2018/12/29/books/copyright-extension-literature-public-domain.html]
che sarà un cambiamento fondamentale che avrà profonde conseguenze per
gli editori, ma soprattutto per i lettori, che avranno più edizioni tra
cui scegliere e probabilmente anche più economiche.

In altri paesi, come la *Cina*, il *Canada* e la *Nuova Zelanda* *, il
copyright si estende per cinquant’anni dalla morte dell’autore: saranno
quindi liberamente riproducibili le opere di autori morti nel 1968, come
lo scrittore John Steinbeck, statunitense, e Giovannino Guareschi, italiano.




































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"Faccio un lavoro che di fatto non è un lavoro, direi che è un modo di
vivere" L. Bertell

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