https://www.youtube.com/watch?v=xDr7fi1gFco
ps: che poi, anche senza scomodare i bambini, è anche quello che pensa
*la massa di stronzi là fuori*[cit.], che poi è la massa in cui passo le
giornate...
d.
Il 08/06/2016 11:59 caparossa ha scritto:
> Ciao a tutt@,
>
> premetto in questa mia email il mio ringraziamento a chi si è sbattut@
> perché anche quest'anno ci fosse hackit.
>
> È sempre una gioia infinita questi giorni con voi, con i compagni di un
> pezzo di vita importante, e che praticamente solo ad hackit riesco a
> vedere.
>
> Finite le smancerie arrivo all'argomento:
>
> quest'anno sono arrivato ad hackit con mio figlio, 13enne
> smartphonedotato, in perenne lotta con il device per combatterne la
> dipendenza (e con i genitori che gli scassano gli organi genitali per
> non farglici passare sopra troppo tempo).
>
> Amante delle scienze (forse in risposta ai genitori umanisti), attratto
> dalle tecnologie anche se non particolarmente spippolatore, arriva
> venerdì ad hackit con me molto curioso.
>
> Facciamo un giro, conosce i miei compagni di sempre, saluti e
> presentazioni, passiamo per la lan space, entriamo nelle sale, torniamo
> indietro, chiacchieriamo. Poi io mi fermo a parlare con qualcuno e lui
> si estranea. Mi avvicino "tutto bene?" "Sisi, mi fanno male le gambe,
> sono stanco" che nel suo linguaggio significa "mi sto rompendo i
> coglioni". Sicché velocizzo le chiacchiere ed i saluti (tanto poi
> torno), mi avvicino a lui "vuoi fare un altro giro, magari c'è qualcosa
> di interessante che non abbiamo visto..." "nono, sono stanco, andiamo
> da
> xy?" "certo".
> Si esce, si chiacchiera e si arriva da chi ci ospita e lì si rimane.
>
> Sabato pomeriggio ci sono i talk che mi interessano e viene anche lui,
> la mia compagna, gli amici e i loro figli.
> Faccio un giro con lui, gli chiedo se vuole venire a sentire il talk
> sul
> libro del Forte "no, vado a giocare a ping pong".
>
> A cena si chiacchiera e ad un certo punto lui, alla domanda se gli è
> piaciuto hackit risponde "si si.... ma non c'era nulla di quello che
> piace a me, solo la stampante 3D. Sui cellulari non c'era nulla....".
>
> È stato lo spunto per parlare con gli amici di questa cosa, ed anche
> con
> qualche compagno ad hackit sabato sera, ed abbiamo più o meno convenuto
> tutte e tutti che se nel 1998 a Firenze, un 13enne sprovveduto come mio
> figlio, ma come lui appassionato di tecnologia, fosse entrato al CPA,
> avrebbe iniziato a sbavare copiosamente, perché si sarebbe trovato di
> fronte non solo e non tanto quello che gli interessava in quel momento,
> ma quello che gli sarebbe interessato da lì a qualche anno e che ancora
> non aveva manco iniziato a prendere in considerazione.
> Eravamo avanti, noi acar@ italiot@ di fine secolo, e lo siamo stati per
> un bel po' di tempo (almeno fino a metà '00).
>
> Ora un 13enne sprovveduto come mio figlio, ma come lui appassionato di
> tecnologia entra ad hackit e preferisce giocare a ping pong, per non
> annoiarsi.
>
> Chi è nato nel 2000 oggi ha 16 anni, è alle superiori e potrebbe stare
> in un collettivo. Magari frequenta un centro sociale o roba affine, è
> un
> attivista se non un militante (o dir si voglia).
> Cosa usa per comunicare con i suoi compagne e compagni?
>
> Il seminario di Pinke e Ginox ha iniziato a darci qualche risposta
> (anche se su numeri bassissimi, ma è pur sempre un inizio); così come
> chiunque di noi frequenti giovani di quell'età ha le sue.
> Nelle mie supplenze alle medie ho avuto a che fare con qualche decina
> di
> ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. NESSUNO usa l'email (e quindi mailing
> list et simila); TUTTI usano whatsapp.
>
> Tutti hanno un pc o un portatile in casa, ma quasi nessuno lo usa.
>
> TUTTI usano lo smartphone per andare in rete quotidianamente.
>
> Nel mio caso (che è particolare, perché vivo in una periferia agricola
> dove la tecnologia non è il principale stimolo possibile) alla domanda
> "che cos'è facebook" la risposta è stata "un'app". Manco sapevano che è
> un'azienda. Un'app.
>
> Quindi ci troviamo di fronte ad una massa sempre maggiore di utenti
> quotidiani di dispositivi potenzialmente connessi alla rete (gli
> smartphone), che vengono usati per comunicare, senza che ci sia la
> consapevolezza (nella massa) di cosa, come e perché.
>
> Tutti 'sti ragazzi fossero venuti ad hackit si sarebbero rotti come mio
> figlio: non c'era nulla che gli parlava della loro quotidianità.
>
> Punto: la butto lì, uno spunto su cui - penso - sarebbe cosa buona e
> giusta riflettere.
--
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