[nuovopci] Lo studio e l’assimilazione del materialismo dial…

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Author: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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To: npci.inter
Subject: [nuovopci] Lo studio e l’assimilazione del materialismo dialettico sono le armi decisive


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_ AVVISO AI NAVIGANTI 58_

21 GENNAIO 2016 - 95° anniversario della fondazione del primo Partito
comunista italiano

(Scaricate il testo (per Open Office [4] o Word [5]) e gli allegati
[6])

CELEBRIAMO LA FONDAZIONE DEL PRIMO PARTITO COMUNISTA COSTRUITO IN ITALIA
CONSOLIDANDO E RAFFORZANDO IL SECONDO!

Lo studio e l'assimilazione del materialismo dialettico sono le armi
decisive per il successo del Partito e per la vittoria degli operai e
delle masse popolari sulla borghesia e sul clero!

Noi rendiamo omaggio e siamo riconoscenti ai nostri predecessori, che
nel 1921 raccolsero l'appello dell'Internazionale Comunista e fondarono
in Italia il primo partito comunista. E, più importante ancora, ci siamo
assunti il compito di portare a compimento l'opera che essi non
riuscirono a compiere: instaurare il socialismo in Italia.

Per tener fede al nostro impegno, abbiamo anzitutto cercato di capire
perché i comunisti nostri predecessori non avevano raggiunto l'obiettivo
che si erano proposti. Noi non dubitavamo delle intenzioni, dell'onestà
e dell'eroica dedizione alla causa della stragrande maggioranza dei
fondatori del primo Partito comunista. Antonio Gramsci è la riconosciuta
esemplare personificazione di queste loro doti. I tanti eroi della
Resistenza, quelli noti e celebrati e quelli ignoti, confermano che non
si è trattato di mancanza di eroica dedizione alla causa e di coraggio.
Né ci soddisfaceva la tesi che la colpa del fallimento stava nel
tradimento di Togliatti e di altri dirigenti. Traditori ce ne possono
sempre essere in ogni movimento di una certa ampiezza. Ma perché
riescano a prendere la direzione di un movimento, bisogna che il
movimento stesso presenti condizioni che renda possibile la loro
scalata. Che per forza di cose il male prevale sul bene, il diavolo è
più astuto di dio, ecc. sono idee che appartengono alla concezione
clericale del mondo e comunque alla concezione delle classi dominanti
secondo la quale la massa è sempre stupida e ignorante, se non
depravata, "dedita a soddisfare i propri istinti animali" diceva
Churchill (quindi, sottintendono, degna del suo destino di servire alla
classe dominante).

Se in un partito di uomini dediti all'instaurazione del socialismo i
traditori sono riusciti a prendere la direzione e indurre migliaia di
comunisti a rassegnarsi, sottomettersi e adattarsi alla Repubblica
Pontificia, significa che quelli onestamente e coraggiosamente dediti
alla causa non avevano una comprensione sufficientemente avanzata delle
condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe nel nostro
paese e nel mondo. Per questo non hanno preso essi la direzione. Qui
stava il punto debole del primo partito comunista, come di tanti altri
partiti comunisti suscitati nei paesi imperialisti dalla prima ondata
della rivoluzione proletaria messa in moto dalla vittoria dell'Ottobre
1917 in Russia, dalla fondazione dell'Unione Sovietica e dall'opera di
retroterra della rivoluzione proletaria mondiale che essa svolse nella
prima parte del secolo scorso, sotto la direzione prima di Lenin e poi
di Stalin.

Per vincere dovevamo scavare qui, qui abbiamo scavato e abbiamo trovato
la risposta, riferita al caso specifico del primo partito che i
comunisti avevano costruito nel nostro paese e che tanta parte ha avuto
nella storia del nostro paese nella prima parte del secolo scorso. La
nostra risposta complessiva e le sue ragioni sono sinteticamente
illustrate nel nostro Manifesto Programma [7] e più in dettaglio nella
letteratura del Partito. Ad essa rimandiamo ogni lettore deciso a far
fronte seriamente e con successo al catastrofico corso delle cose che la
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti impone al mondo.

La conclusione pratica che abbiamo tratto è che per essere all'altezza
del nostro compito noi comunisti dovevamo studiare. Più precisamente
dovevamo assimilare il materialismo dialettico e usarlo.

In _La Voce_ 51 (novembre 2015), abbiamo riportato la dichiarazione del
CC del nostro Partito _ Bisogna praticare la concezione comunista del
mondo: non basta professarla! [8]_ In essa il CC indica lo scritto di
Marx _Il metodo dell'economia politica_ (1857) come guida all'uso del
materialismo dialettico come metodo di conoscenza e lo scritto di Mao
_Sulla contraddizione_ come guida all'uso del materialismo dialettico
come metodo d'azione.

Dopo la diffusione di _La Voce_ 51 alcuni compagni, decisi a rompere con
la diffusa prassi di leggere e archiviare e decisi ad andare invece a
fondo dell'insoddisfazione che covano per i limitati risultati del loro
lavoro, ci hanno sollecitato a mettere a disposizione i due testi
assieme all'articolo _Concreto di pensiero, concreto reale_ pubblicato a
pagg. 12 e 13 dello stesso numero della rivista. Gli stessi e altri ci
hanno inoltre fatto presente che per un lettore di media cultura è
difficile capire il testo di Marx, che per renderlo comprensibile
dovevamo corredarlo di note e spiegazioni.

Con questo AaN rispondiamo alle due richieste.

In effetti il testo di Marx risulta ai nostri lettori difficile da
capire per due motivi.

1. La prima sta nel fatto che il testo è la prima stesura, a proprio uso
persnale, non ulteriormente rivista e raffinata, in un quaderno
dell'agosto-settembre1857, di un ragionamento che Marx proseguì
successivamente in altra forma e in altra sede per anni, fino alla
pubblicazione, nel 1867, del libro I di _Il capitale_. Solo quando dieci
anni dopo pubblicò questo libro Marx ritenne di aver infine dato una
risposta soddisfacente alla domanda che affronta nella nota del quaderno
del 1857: come esporre in modo sistematico e complessivo la conoscenza
del modo di produzione capitalista in modo da farne emergere le leggi
della produzione e dello scambio della moderna società borghese e
ottenere una scienza guida della lotta per il suo superamento?

Il ragionamento riguardava il metodo da seguire per esporre il risultato
dell'accurato e lungo studio dell'economia della società borghese che
Marx aveva fatto a partire dal 1843-1844. Il contesto culturale (in
campo filosofico e nel campo delle dottrine economiche) in cui Marx si
pose questa domanda e abbozzò la prima risposta nella nota stesa
nell'agosto del 1857, è illustrato da F. Engels nella recensione [9]
(reperibile sul sito www.nuovopci.it) dello scritto di Marx _Per la
critica dell'economia politica_ (gennaio 1959) che Engels pubblicò
nell'agosto 1859, pochi mesi dopo la pubblicazione del fascicolo di
Marx. Chi leggerà la recensione di Engels avrà ulteriori aiuti a capire
meglio _Il metodo dell'economia politica_.

Dopo la nota di agosto 1857, Marx ritornò sulla questione del metodo con
la Prefazione del gennaio 1859 al fascicolo dei due capitoli di _Per la
critica dell'economia politica _e con il Poscritto della seconda
edizione (1873) del vol. 1 di _Il capitale_. Tuttavia riteniamo che la
nota del 1857 si presti meglio all'apprendimento del materialismo
dialettico come metodo di conoscenza: essa illustra l'astrazione delle
categorie semplici (lavoro, valore di scambio, denaro, capitale, ecc.)
dal concreto reale della moderna società borghese, la costruzione con
queste astrazioni del concreto di pensiero facendole sviluppare nel
pensiero in conformità alla logica desunta dal percorso storico della
società borghese, la valutazione se e in che senso queste categorie
astratte dalla società borghese hanno avuto anche un'esistenza (reale o
nel pensiero umano) autonoma dalla società borghese. Cioè mostra il
metodo della conoscenza in azione, per quanto è possibile farlo senza lo
studio del suo risultato esposto in _Il capitale_. Combinato con _Sulla
contraddizione_ di Mao, crediamo sia una buona introduzione al
materialismo dialettico.

2. La seconda ragione della difficoltà del testo di Marx proviene dal
fatto che i compagni a cui ci rivolgiamo noi oggi, i membri attuali e i
futuri membri del Partito, sono formati dalla cultura corrente della
società borghese. Questa è del tutto estranea all'uso del materialismo
dialettico, è chiusa nei confini del positivismo empirista nel campo
della conoscenza e pragmatico in quello della condotta o in quelli del
"pensiero debole" che proclama essere velleitario ogni tentativo di
conoscenza scientifica, che si fa scudo della rassegnazione a non
conoscere la verità per predicare e praticare la rassegnazione a non
cambiare la società, a subire quello che c'è. Due indirizzi culturali
(positivismo e pensiero debole) entrambi espressione del vicolo cieco in
cui da più di un secolo a questa parte si dimena la borghesia. La
scienza della società borghese segnala che la società borghese non ha
altro futuro che la sua trasformazione nella società comunista: un
responso che la borghesia per sua natura non accetta. Quindi niente di
strano che la borghesia abbia chiuso ogni ricerca in questo campo e che
cerchi con ogni mezzo (il primo pilastro del regime della
controrivoluzione preventiva [10]) di impedire che la classi oppresse vi
abbiano accesso.

Ma quello che è decisivo del nostro futuro non è che la borghesia non
accetta il risultato della scienza della sua stessa società. Decisivo è
che noi comunisti ci liberiamo dai limiti della cultura borghese e
assurgiamo alla comprensione delle condizioni, delle forme e dei
risultati della lotta di classe, al livello che ci è necessario per
spingere efficacemente in avanti la lotta della classe operaia e delle
altre classi delle masse popolari, fino alla vittoria.

Per ovviare alla difficoltà che il testo di Marx presenta ai nostri
compagni, lo abbiamo corredato di note e di annotazioni nel testo,
queste ultime tutte rigorosamente tra parentesi quadre onde distinguerle
dal testo.

In questo testo Marx illustra, riferendosi all'attività di produzione e
scambio (all'economia) della moderna società borghese, il metodo che
nell'articolo _Concreto di pensiero, concreto reale_ abbiamo illustrato
per l'attività politica. Marx spiega come passare da una
rappresentazione caotica del mondo con cui concretamente abbiamo a che
fare, ad una rappresentazione di esso come un insieme di ben definiti
elementi e relazioni: cioè in generale il problema della costruzione
della conoscenza scientifica del mondo concreto.

Una volta fatto questo, nella parte successiva del testo Marx si pone il
problema della successione della varie forme di società che incontriamo
nella storia umana. Alcuni elementi e relazioni della moderna società
borghese si presentano anche in forme precedenti, più primitive di
società, corrispondenti a gradi diversi di sviluppo della specie umana.
Egli accenna al ruolo che questi elementi e relazioni svolgono nella
differenti forme della società, cioè in un contesto diverso, relazionati
a elementi diversi; alla rappresentazione che di essi gli uomini si
erano fatti e a come interagiscono le vecchie rappresentazioni e la
nuova, relativa alla società di cui noi ci occupiamo. Marx mette in
guardia dal confondere la moderna società borghese con le forme di
società che l'hanno preceduta e quindi non capire ciò che è principale
nella moderna società borghese. Bisogna capire ciò che vi è di comune e
ciò che vi è di differente stante il contesto differente.

Imparare a usare il materialismo dialettico come metodo di conoscenza è
indispensabile per noi comunisti. Nella nostra attività a volte
otteniamo risultati insoddisfacenti. Cosa che demoralizza alcuni e che
avvalora anche nelle nostre file la propaganda e la condotta disfattiste
di tanti esponenti della sinistra borghese. Questi si riducono a
denunciare il triste presente e piangersi addosso. I migliori tra quelli
che ascoltano le loro denuncie, quasi sempre chiedono: e allora cosa
dobbiamo fare? "Per fortuna il destino dell'umanità non dipende da noi!"
ha risposto rassicurante il dottor Luciano Vasapollo a chi glielo
chiedeva dopo la conferenza che ha tenuto nella sala dell'ISPRA di Roma
il 14 gennaio 2016 con Pierpaolo Leonardi dirigente dell'USB. Noi
comunisti al contrario diciamo e spesso ripetiamo: dipende da noi!

Per lo più la pochezza dei risultati del nostro lavoro oggi è dovuta al
carattere della conoscenza che noi abbiamo della realtà, un carattere
inadeguato al ruolo che vogliamo svolgere ma che sta a noi migliorare:
dipende da noi! Ai compagni insoddisfatti dei risultati del loro lavoro
(dopo una riunione, dopo un'assemblea, dopo una dimostrazione, dopo uno
scontro, dopo qualsiasi operazione e battaglia), noi diciamo:
domandatevi se avevate una comprensione chiara del contesto in cui
avreste operato e se quindi vi siete posti obiettivi giusti. Non
rassegnatevi alla mancanza di risultati, come se partecipando aveste
comunque compiuto un dovere indipendentemente dai risultati: la buona
volontà, le buone intenzioni non bastano. Se siete insoddisfatti dei
risultati raggiunti, non trascurate questo prezioso segnale d'allarme.
Ai comunisti e a quelli che vogliono diventarlo, noi diciamo: di fronte
a ogni sconfitta, durante il bilancio dei risultati di ogni operazione,
ponetevi la questione se avevate ricostruito nella vostra mente come
concreto di pensiero l'oggetto e il contesto della vostra operazione.

Imparare a pensare con il metodo del materialismo dialettico, farci una
conoscenza adeguata al ruolo che vogliamo svolgere è gran parte del
lavoro che dobbiamo fare. Certamente è la parte più difficile, quella
che la borghesia e i suoi tirapiedi contrastano con tutti i mezzi del
primo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva, illustrato
nel nostro _ Manifesto Programma_ (pagg. 46-56) e che il compagno Marco
Martinengo ha ripreso e sviluppato in _ Controrivoluzione preventiva e
mondo virtuale [11]_ (pagg. 63-68 di _La Voce_ 51).

Auguriamo a ogni sincero nemico del corso attuale delle cose, a ogni
sincero comunista di approfittare dei documenti che mettiamo a
disposizione e invitiamo ogni lettore a non esitare a farci presente
ulteriori difficoltà. Per facilitare la comprensione, esortiamo a
studiarlo a gruppi, collettivamente. Ai compagni che ci chiederanno
spiegazioni, non esisteremo a rispondere.

Buon lavoro!

In allegato trovate i seguenti tre testi:

1. Concreto di pensiero, concreto reale - da _ La Voce_ 51 (novembre
2015) OPENOFFICE [12] - WORD [13]

2. K. Marx, Il metodo dell'economia politica, agosto 1857 - da _Opere
complete_ vol. 29 OPENOFFICE - WORD

3. Mao Tse-tung, Sulla Contraddizione, agosto 1937 da _Opere di Mao
Tse-tung_ vol. 5 OPENOFFICE [14] - WORD [15]

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [16] ], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [16] ].

LE ISTRUZIONI PER L’USO DI TOR E DI PGP SONO STATE RECENTEMENTE
AGGIORNATE. UNA VERSIONE PIÙ SEMPLICE DELLE PRECEDENTI È ORA DISPONIBILE
IN http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [16]

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[5]
http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav58/Avviso%20ai%20naviganti%2058%20-%20Assimilare%20e%20usare%20il%20materialismo%20dialettico.doc
[6] http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav58/avvnav58.html#Allegati
[7] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html
[8] http://www.nuovopci.it/voce/voce51/scossone.html
[9] http://www.nuovopci.it/classic/marxengels/crtecpol.html
[10] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_03_03_contrivol_prev.html
[11] http://www.nuovopci.it/voce/voce51/crivvirt.html
[12]
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[13]
http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav58/1.%20Concreto%20di%20pensiero,%20concreto%20reale%20-%20da%20La%20Voce%2051%20(novembre%202015).doc
[14]
http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav58/3.%20Mao%20Tse-tung,%20Sulla%20Contraddizione,%20agosto%201937%20da%20Opere%20di%20Mao%20Tse-tung%20vol.%205.odt
[15]
http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav58/3.%20Mao%20Tse-tung,%20Sulla%20Contraddizione,%20agosto%201937%20da%20Opere%20di%20Mao%20Tse-tung%20vol.%205.doc
[16] http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html