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Autor: moni.disisto@iol.it
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Asunto: [RSF] Clima, COP21. Desmond Tutu, Vivienne Westwood, Naomi Klein e un centinaio di attivisti: "Fermiamo i crimini climatici"
Clima, COP21. Desmond Tutu, Vivienne Westwood, Naomi Klein e un centinaio di attivisti: "Fermiamo i crimini climatici"
Fairwatch: "Frenare il cambiamento climatico significa        ripensare radicalmente il nostro modello di società, senza false        soluzioni"


Un centinaio di attivisti, accademici, figure di spicco della      società civile mondiale chiamano ad un'azione globale in vista      della prossima Conferenza delle Parti dell'Onu sul cambiamento      climatico, prevista a Parigi a dicembre. Personaggi come    Desmond Tutu, Vivienne Westwood, Naomi Klein e Noam Chomsky assieme    a molti altri referenti di realtà di movimento chiariscono come    questo sia un momento storico, in cui è necessaria una crescente    pressione dei cittadini per portare a un vero e proprio cambiamento    strutturale. "Siamo di fronte a un bivio" si legge nell'appello,    pubblicato nel libro "Stop Climate Crime" prodotto e diffuso da     350.org e Attac France, tra le principali realtà mobilitate contro    un modello di sviluppo insostenibile, "nel passato, uomini e donne    determinati hanno resistito e sconfitto i crimini della schiavitù,    del totalitarismo, del colonialismo e dell’apartheid. Decisero di    combattere per la giustizia e la solidarietà e sappiamo che nessuno    di loro lo avrebbe fatto per se stesso. Il cambiamento climatico è    una sfida simile, e noi stiamo alimentando un’altrettanto simile    reazione".
    Tra i firmatari dell'appello, l'organizzazione italiana Fairwatch.    "La 21a Conferenza delle Parti di Parigi è un'occasione storica" dichiara      Alberto Zoratti, presidente di Fairwatch e delegato accreditato      ONG alla COP21, "per riuscire a invertire la rotta di    politiche che, piuttosto che affrontare e risolvere il dramma del    cambiamento climatico e delle tragedie che si porta dietro, sembrano    ignorare il problema proponendo false soluzioni".
    La recente bozza di documento negoziale resa pubblica il 5 ottobre    scorso dalle reti della società civile, mostra come l'obiettivo    sostanziale sia quello di orientarsi sempre più verso un sistema non    vincolante, basato su impegni volontari di riduzione delle emissioni    e di stanziamento di risorse. Un approccio che risponde certamente    alle esigenze delle lobbies economiche ma che non è all'altezza    della sfida posta dal climate change.
    "La centralità dei mercati, la liberalizzazione dei commerci sono    sempre più proposti come la risposta alle crisi che stiamo vivendo"     continua Zoratti. "Ma frenare il cambiamento climatico    significa ripensare radicalmente il nostro modello di sviluppo,    abbandonando i combustibili fossili, focalizzando risorse sulla    crescita di economie e agricolture locali, sostenibili e adatte alle    esigenze delle comunità e dell'ambiente. Quanto i grandi gruppi    economici siano realmente interessati ad un futuro più sostenibile è    dimostrato dal caso Volkswagen e da come gli standard ambientali    siano troppo spesso considerati limiti da aggirare se non    addirittura disarticolare, a tutto vantaggio di manager e    azionisti".
    Fairwatch, tra i promotori della Campagna Stop TTIP Italia, sarà    presente alla COP21 di Parigi in qualità di osservatore e    parteciperà alle iniziative e alle mobilitazioni organizzate dalla    piattaforma di movimento Coalition 21.
Per aderire all'appello "Fermiamo i crimini climatici" cliccare      su http://350.org/climate-crimes-it/