[RSF] terzo articolo sull'incontro dei movimenti popolari

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Autor: claudia@adista.it
Data:  
Para: MST-Comitato, MST-Italia, Comitato-Italiano-MST, forumroma, sgeral, elvira_corona, sayonara.comunicacionalba2014, viacampesina.sudamerica, jpastedile
Asunto: [RSF] terzo articolo sull'incontro dei movimenti popolari
Nel segno del pessimismo della ragione (nell’analisi della
realtà), ma senza dimenticare l’ottimismo della
volontà (nel modo di pensare il futuro e le alternative):
è così, con un richiamo ad Antonio Gramsci da parte del
leader del Movimento dei Senza Terra del Brasile e di Via
Campesina Joao Pedro Stedile che si è conclusa la prima
giornata - dedicata all’analisi della realtà -
dell’incontro globale dei movimenti popolari in Vaticano,
"Terra, Labor, Domus". E’ stato il leader dei senza terra
a indicare, in una sorta di sintesi del dibattito della
giornata, alcune idee centrali “come radiografia della
realtà su cui – ha detto – portare avanti la nostra
riflessione, con l’ausilio di papa Francesco e di Evo
Morales, per poi trarne proposte concrete di impegno”.
Ma ecco i 20 punti centrali evidenziati da Stedile:

1. Un’offensiva senza eguali del capitale nazionale e
internazionale, diretto ad appropriarsi delle risorse
naturali che dovrebbero invece appartenere a tutta
l’umanità, specialmente attraverso lo sfruttamento
minerario e la costruzione di centrali idroelettriche e
nucleari: un problema di enorme portata per l’umanità,
non solo in termini di distribuzione di ricchezze, ma anche
di perdita di sovranità su tali risorse.
2. L’appropriazione delle sementi che devono invece essere
riconosciute come patrimonio dell’umanità e in
particolare l’imposizione di sementi transgeniche
combinata con l'uso di veleni agricoli, con la conseguente
distruzione della biodiversità.
3. Una crisi ambientale di portata incalcolabile, che mette
a repentaglio la vita stessa del pianeta - con conseguenze
gravissime soprattutto sui tre miliardi di persone più
povere – come frutto di un modello energetico fallimentare
a cui si può cercare di porre rimedio in appena 30 anni.
4. La mercificazione degli alimenti da parte di non più di
50 imprese transnazionali che controllano l’intera catena
agroalimentare, a fronte della presenza di 900 milioni di
persone che soffrono la fame.
5. Un dilagante processo di precarizzazione del lavoro, con
attacchi sistematici da parte del capitale ai diritti dei
lavoratori, in un processo che riguarda tutti i nostri Paesi
e che produce fasce di disoccupazione addirittura fino al
50% della popolazione giovanile.
6. La crescita vertiginosa di pratiche legate al lavoro
schiavo, alla prostituzione forzata, alla migrazione
forzata, al genocidio dei popoli: pratiche che si
configurano come crimini contro l’umanità.
7. La crescita della concentrazione della proprietà della
terra, della ricchezza (il 40% della quale si trova nelle
mani di appena 147 imprese, mentre al 70% dell’umanità
non resta che spartirsi un misero 2,9%), nonché dei mass
media e persino dei poteri dello Stato.
8. Il dominio dell’impero statunitense, con i suoi alleati
del G8, esercitato con il potere del dollaro,
dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, dei Trattati
di Libero Scambio, dei mezzi di comunicazione e naturalmente
attraverso la sua macchina di guerra, che impone gli
interessi Usa al resto dell’umanità.
9. Il ricorso a guerre stupide e inaccettabili, meri
pretesti che rispondono agli interessi economici, energetici
e geopolitici dei capitalisti.
10. Il profondo deficit democratico degli organismi
internazionali, incapaci di presentare soluzioni adeguate ed
efficaci.
11. L’assenza di un processo realmente democratico nella
maggior parte dei Paesi, resa evidente dallo svuotamento dei
processi elettorali, dalla mancanza di una vera
partecipazione popolare, dalla clamorosa inutilità della
democrazia borghese rappresentativa.
12. I limiti delle politiche pubbliche dei governi, incapaci
di curare gli interessi popolari al di là di mere
politiche compensatorie.
13. La trasformazione della città in un inferno, a causa
della speculazione immobiliare, del moltiplicarsi delle
favelas, dell’imposizione di un modello di trasporto
centrato sull’automobile privata, a scapito di un
trasporto pubblico e collettivo.
14. La violenza istituzionalizzata contro i poveri,
praticata da paramilitari, narcotrafficanti e forze di
polizia.
15. La trasformazione del potere giudiziario in uno
strumento di difesa degli interessi del capitale.
16. L’ampliamento della discriminazione nei confronti
delle donne, dei giovani, degli emarginati, della comunità
Lgbt, delle diversità religiose.
17. Il controllo monopolistico dei mezzi di comunicazione,
capaci di trasformare in merce persino la coscienza.
18. La manipolazione della scienza al servizio del capitale.
19. La diffusione di una cultura mercificata basata sui
falsi valori dell’egoismo, del consumismo e
dell’individualismo, a cui si accompagna una crisi
progettuale della stessa classe lavoratrice, spesso esposta
ai disvalori imposti dai mezzi di comunicazione e dalla
cultura globalizzata.
20. La debolezza delle organizzazioni popolari, parte di un
processo di riflusso dei movimenti di massa, i quali,
tuttora fermi ad una fase di protesta, si rivelano incapaci
di costruire progetti di società che rappresentino gli
interessi dei lavoratori.

Claudia Fanti - Adista