Re: [Forumlucca] Ospedale di Lucca

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Autor: Annamaria
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Para: forumlucca
Asunto: Re: [Forumlucca] Ospedale di Lucca
ricordo l'intervento di Roberta e il suo voto, quel 20 dicembre ero
presente in Consiglio comunale.
Annamaria

Il 21/05/2014 17:48, Massimiliano Piagentini ha scritto:
> In questi giorni, in molti si stracciano le vesti a proposito del
> nuovo ospedale san luca, mettendono in evidenza le "criticità".
> Nel 2005, però, ci fu una sola persona che in consiglio comunale votò
> contro la realizzazione di quel presidio: la consigliera di
> Rifondazione comunista Roberta Bianchi.
> A distanza di 9 anni, penso sia utile (e molto istruttivo) rileggere
> l'intervento con cui R. Bianchi motivò il suo no a quel progetto.
>
> massimiliano
>
> _______________________________________________________________________
>
> Lucca 20.12.2005
> Roberta Bianchi, Consigliere comunale P.R.C
>
> Come Rifondazione riteniamo che vi siano diversi motivi per dire di no
> a questo accordo.
> Innanzitutto contestiamo il metodo seguito. La Regione di fatto ha
> imposto un sistema per cui o si costruiscono tutti e quattro gli
> ospedali o non se ne fa alcuno, mettendo in questo modo i soggetti
> coinvolti, in situazione di oggettiva difficoltà perché con le proprie
> scelte condizionano l’esito anche altrove, e magari in un’altra città
> l’ospedale serve davvero.
> Il secondo punto di contrasto è relativo alla necessità di un nuovo
> ospedale a Lucca. Sicuramente l’attuale struttura presenta molte
> criticità che rendono necessari interventi seri, ma ci chiediamo
> perché non si è presa in considerazione l’ipotesi di intervenire su
> questa struttura anziché pensare di costruirne ex novo un’altra,
> cementificando altro territorio e creando ulteriori necessità di
> collegamenti adeguati e di infrastrutture. Non siamo i soli a dire che
> potevano essere individuate soluzioni alternative.
> Ma soprattutto come Rifondazione contestiamo l’idea di sanità che il
> nuovo ospedale presuppone. Si parla infatti di ospedale per acuti. Ciò
> significa che il ricovero ospedaliero sarà limitato a tre, quattro
> giorni; la fase acuta della malattia, appunto, o dell’intervento. Già
> ora i tempi di degenza si sono ridotti notevolmente, alcuni reparti
> sono stati accorpati e c’è stata una diminuzione di posti letto, ma
> con la costruzione del nuovo ospedale questo sistema verrà
> definitivamente sancito; sono previsti infatti 200 posti in meno. La
> diminuzione di posti letto è conseguente alla concezione di ospedale
> che emerge con chiarezza dalla lettura delle linee d’indirizzo della
> sanità regionale, ma che ci è stata ribadita anche stasera, e cioè che
> l’ospedale deve servire per coprire l’emergenza, la fase acuta,
> dopodiché il paziente, (meglio definito come cliente/utente) potrà
> tornare a casa o trovare accoglienza in altre strutture presenti sul
> territorio. Noi non siamo contrari al fatto che l’ammalato rimanga in
> ospedale il meno possibile, (e chi sta bene in ospedale!), il problema
> è che di strutture di supporto sul territorio non ve ne sono e non
> sono previsti finanziamenti. La legge regionale parla di ospedali di
> comunità riservati ai lungodegenti, ai malati oncologici e a malati
> con non autosufficienza temporanea ma non vi è riferimento alcuno a
> progetti in tal senso né a fondi destinati a questo tipo di
> investimento.
> L’alternativa dunque è la cura presso il proprio domicilio. Ma anche
> in questo caso non vi sono servizi sul territorio in grado di
> soddisfare le esigenze degli ammalati.
> Attualmente nella nostra USL la spesa sanitaria è così ripartita: 5%
> per la prevenzione, 43% per l’ospedale, 52% per le spese sul
> territorio. I finanziamenti sono già oggi insufficienti a garantire
> servizi minimi. Per avere garantito un adeguato servizio sul
> territorio sarebbe necessario un aumento consistente della quota
> destinata alla spesa sanitaria. Non ci pare che gli interventi del
> Governo vadano in questa direzione.
> Stando così le cose è evidente che i pazienti precocemente dimessi
> saranno a totale carico delle famiglie, sia nel caso di dimissioni
> precoci dopo un intervento chirurgico, sia per la riabilitazione o
> l’assistenza dopo il periodo acuto di una malattia, anche quando si
> tratti di malati cronici. La situazione rischia dunque di diventare
> drammatica per molte famiglie. Questo pericolo, già oggi presente, è
> chiaro ai più, tant’è che in molti, oltre noi di Rifondazione, hanno
> preso posizione sulla necessità di avere strutture adeguate sul
> territorio, il che ha indotto i soggetti coinvolti nell’operazione,
> dall’Assessore regionale, al direttore dell’Asl 2, finanche al
> Presidente della Provincia a cominciare a parlare di Cittadella della
> Salute da collocarsi in una parte dell’attuale presidio ospedaliero di
> Campo di Marte. Sarebbe però importante che chi fa delle affermazioni
> fosse in grado di supportarle con dati certi di cui al momento nessuno
> dispone, e sinceramente mi sento molto presa in giro, come cittadina e
> come consigliera comunale. Questa sera abbiamo l’onore di avere tra
> noi i massimi vertici della Regione in materia di Sanità, ad imbonire
> e blandire questo Consiglio con promesse che non abbiamo alcuna
> certezza che verranno mantenute. Lo stesso Sindaco che ha condotto le
> trattative nel più assoluto isolamento, nel senso che non ha ritenuto
> di dover informare mai il Consiglio di come stavano procedendo le
> trattative, che non ha mai ritenuto prima di questo momento di dover
> vincolare la propria firma a impegni precisi in merito alla
> realizzazione di strutture sul territorio, ora ci propone un atto di
> indirizzo che vincola l’area di Campo di Marte a utilizzo pubblico,
> con priorità per la Cittadella della Salute. Lo stesso Presidente
> della Provincia che ha sottoscritto l’accordo e che interviene sul
> giornale per dire che a Campo di Marte va realizzata la Cittadella
> della Salute e addirittura ci dice come dovrebbe essere, ma non
> chiarisce come si farà a realizzarla, perché non ha preteso che tutto
> quello che propone fosse messo nero su bianco con garanzie precise in
> merito ai finanziamenti. Perché è bene che si sappia che negli accordi
> ufficiali non vi è alcun riferimento a quanto ultimamente e,
> tardivamente, si va ripetendo che deve essere garantito. Tant’è che
> l’Accordo di Programma prevede solo la massima valorizzazione di Campo
> di Marte il che non significa proprio nulla, anzi dal momento che
> dalla vendita di Campo di Marte si debbono ricavare 23 milioni di euro
> per poter costruire il nuovo ospedale, il termine potrebbe significare
> semplicemente: cerchiamo di ricavarne il massimo utile possibile.
> Vorrei che si dicesse ai cittadini con quali soldi si pensa di
> realizzare queste strutture di supporto e soprattutto se una volta
> realizzate saranno gratuite per tutti. Dove sta scritto quanto si va
> dicendo a gran voce. Anche quando si è costruito l’ospedale della
> Versilia si è parlato di potenziamento delle strutture sul territorio,
> ma ad oggi non se ne vede nemmeno l’ombra.
> Temiamo molto che una volta incassato il voto di questo Consiglio
> accada la stessa cosa anche da noi.
> Tornando al monoblocco: il direttore generale, ma anche l’Assessore
> hanno detto che l’evoluzione tecnologica e tecnica e di approccio ai
> servizi pubblici richiede un ospedale con le seguenti caratteristiche:
> compatto per ridurre i tempi di trasferimento e flessibile, vale a
> dire con elevato grado di adattabilità e che la realizzazione del
> nuovo ospedale consentirà di risparmiare il 20% delle risorse. La qual
> cosa è assolutamente contraddetta dai costi di gestione di ospedali
> già realizzati. Basta andare a parlare con gli operatori della
> Versilia o del Valdarno, per rimanere solo nella nostra Regione. Va
> inoltre detto che la struttura compatta è oggi considerata superata,
> perché al contrario di quello che si dice non è assolutamente
> flessibile né adattabile, nel caso cambino le condizioni e le
> necessità. Oggi da più parti si parla di una struttura più piccola, un
> piccolo monoblocco, contornata e collegata ad altre strutture, una
> struttura del genere è considerata più funzionale rispetto alle
> condizioni che cambiano in continuazione. E questo è sicuramente
> realizzabile a Campo di Marte, e sicuramente con minore spesa. Se
> queste sono opinioni non dimostrabili in questa sede, ci chiediamo
> però perché se è così importante e funzionale una struttura monoblocco
> non si sia pensato di modificare in tal senso i due ospedali di Pisa,
> che sono ambedue a padiglioni e l’ospedale di Careggi, a Firenze,
> quello sì vecchio e fatiscente e anch’esso a padiglioni. Queste
> strutture ospedaliere, ben più importanti della nostra, in che modo
> potranno garantire tempi veloci di trasferimento dei pazienti da un
> reparto all’altro, come potranno intervenire con appropriatezza e
> sicurezza visto che per loro non si parla di creare una nuova
> struttura a monoblocco? Scusate ma a noi questa operazione sa tanto di
> speculazione.
> E poiché di questo siamo convinti vorrei fare una breve cronistoria dei fatti.
> Tutto sembra nascere da un “regalo” del Governo Berlusconi: un
> finanziamento di 169 milioni di euro per realizzare 4 nuovi ospedali
> nei primi mesi del 2003. In realtà qualche segnale dovremmo già
> cercarlo nella decisione della Regione Toscana della metà del 2002 di
> cambiare i 4 direttori generali delle quattro Asl dove saranno
> realizzati i quattro nuovi ospedali, perché saranno loro a decidere,
> ma al momento ancora non lo si sapeva, chi vincerà la gara per
> progetto e realizzazione.
> La Finanziaria 2004 eliminò questo stanziamento. Nonostante questo il
> presidente Martini e l’assessore Rossi andarono avanti, senza
> precisare chi avrebbe tirato fuori i soldi.
> Si fecero avanti due cordate per aggiudicarsi l’appalto. Il secondo
> gruppo edile italiano, l’Astaldi già impegnata con i progetti della
> Legge Obiettivo berlusconiana, con problemi di indebitamento
> finanziario (187,5 milioni di euro nel 2002 rispetto ai 73 milioni del
> 2001, anche a causa di un prestito obbligazionario di 150 milioni
> emesso in quell’anno dalla controllata lussemburghese Astaldi Finance,
> molto maggiore del capitale sociale che è poco più di 98 milioni di
> euro, operazione che ricorda molto Parmalat) ed una cordata toscana di
> cui fanno parte anche la lega rossa delle cooperative, l’ex
> municipalizzata pratese Consiag ed altri soggetti locali. Abbastanza
> imprevedibilmente vinse, ossia venne scelta dai quattro direttori
> generali, nominati l’anno prima dall’assessore regionale Rossi,
> Astaldi, nonostante che dal punto di vista architettonico e
> sicuramente del costo, il progetto toscano fosse migliore (a detta di
> esperti). La cordata toscana fece ricorso al Tar e rese pubblici
> particolari che rendono sconcertante l’operazione, e che chiunque può
> leggere nella sentenza del Tar toscano che dette ragione alla cordata
> toscana. In seguito il gruppo Astaldi fece ricorso al Consiglio di
> Stato che modificò la sentenza del Tar e riavviò la procedura. Nel
> frattempo il governo Berlusconi sbloccò i fondi. Questi i fatti. Ed
> allora, e mi avvio a conclusione, come Rifondazione non possiamo che
> ribadire la nostra contrarietà a questo accordo. Vorrei solo per
> ultimo mettere in evidenza il momento particolare che il nostro Comune
> sta vivendo. Abbiamo un Sindaco che non ha più una maggioranza in
> questo Consiglio come dimostrano le divergenze su tutte le questioni
> importanti di cui andiamo discutendo; un Sindaco che ha mostrato
> chiaramente che gli affari della città in questi anni sono stati
> gestiti altrove, al di fuori delle Istituzioni legittimamente elette
> dai cittadini. E se il Consiglio voterà l’accordo affiderà proprio a
> lui la responsabilità di questa operazione, perché questo prevede
> l’accordo di programma. Il Consiglio comunale, la stessa Conferenza
> dei Sindaci che pure ha il massimo di competenze in materia di sanità
> locale non potranno né controllare né indirizzare, non avranno alcuna
> voce in capitolo. Solo per questo noi dell’opposizione dovremmo
> rifiutarci di sottoscrivere questo accordo. Certo ci dispiace per le
> altre città che dell’ospedale hanno bisogno, ma non possiamo né
> dobbiamo subire questi ricatti. La Regione ha sbagliato tutto fin
> dall’inizio e noi non possiamo avallare questo sbaglio, permettendo
> che vi sia spreco di denaro pubblico, di territorio, e che i cittadini
> non abbiano garanzie sul futuro della sanità a Lucca.
>
> Lucca 20.12.2005
> Roberta Bianchi, Consigliere comunale P.R.C.
> _______________________________________________
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