Autor: Florian Datum: To: hackmeeting Betreff: Re: [Hackmeeting] remailer e privacy [ERA: mi fischiavano le
orecchie]
Il 29.08.2013 10:30 Marco Bertorello ha scritto: > Il giorno 29 agosto 2013 12:16, P@sKy <pasky@???> ha scritto:
>
>> Purtroppo non vi è la cultura della privacy ed è questo a mio avviso
>> il principale problema che va ben oltre GPG, nell'era di FaceMerda
>> tutti scrivono i cazzi personali senza rendersi conto che si è in una
>> pubblica piazza, ma siamo nella società dello spettacolo dove se non
>> hai nulla da mettere in una pubblica piazza allora non sei nessuno
>> e non esisti... bella merda...
>>
>
> Ma sei sicuro che siano così inconsci? No perchè a me, parlottando con
> i
> miei amici / compagni / colleghi / ecc... è parso che il pensiero
> dominante
> non sia "non ho nulla da nascondere", quanto "se ho qualcosa da
> nascondere,
> non lo metto su FB (leggasi FB == internet. per loro è così)".
>
> Purtroppo comincio a pensare che le pippe sulla privacy siano appunto
> solo
> pippe, perchè la gente s'è già rassegnata al "non esiste alcuna
> privacy" e
> si comporta di conseguenza
>
> D'altraparte, non vedo come instillare questa "cultura della privacy"
> alle
> persone, sopratutto se a loro frega meno di niente. O meglio, credo che
> incosapevolmente facciano già una pesatura fra i vantaggi e gli
> svantaggi
> di essere in un mondo senza privacy oppure fare gli eremiti digitali
> (ovviamente scegliendo puntualmente la prima ipotesi).
>
> Ciao,
Ma scusate, crediamo sia davvero questo il problema della privacy? Una
questione di cazzi personali?
Ora può darsi che ognuno abbia la sua visione personale, ma se penso a
come io mi sono interessato alla questione privacy è perchè ho prima
cambiato idee rispetto ad altre questioni ben più ampie, dal rivedere il
concetto di legalità (anche se non di molto), al considerare la
necessità di certe pratiche che comportano dei rischi, eccetera...
effettivamente anch io penso che se la pensassi ancora come *prima* mi
troverei a dire "perchè tutto sto can can sulla privacy?"
Ho Facebook, non ci scrivo cazzi personali e cerco di limitare
riferimenti/tag/link che mi connettano a fatti personali, *per quanto
possibile*, detto ciò non è proprio questo il mio obbiettivo...
in varie mail in questo thread ci si è chiesti perchè laggente non si
interessi a queste cose, e secondo me il motivo è questo, che sono
argomenti *secondari*, non nel senso di importanza ma nel senso di
causalità, che derivano da constatazioni fatte con altri discorsi a
monte...
poi un altra questione da sbrogliare è quanto vogliamo che una
piattaforma fornisca il piatto pronto per le esigenze e quanto invece
preferiremmo instaurare un educazione informatica negli user dei nuovi
media.
Siamo sicuri che la cosa migliore sia creare la
super-piattaforma-interfacciale-wow che permette all utente di inviare
la sua mail supercrittata senza sapere bene come, o forse questi sono i
trampolini di lancio per spingere ad un autoformazione sul tema? (chiaro
che sto ragionando per opposti, è per capirci..)
ultima cosa, tanto ormai sono in modalità random, così come pare che non
freghi nulla a nessuno di ste cose, così come il popolo di Repubblica.it
si indigna a sentir parlare del caso Snowden, ma qui ci sarebbe da
capire le motivazioni dietro questa indignazione, perchè se è l
indignazione del tipo "l nsa non deve sapere che ieri ero a mangiare un
gelato perchè sono *cazzi* miei", sinceramente non mi pare il punto, e
non mi pare un indignazione veicolabile per i nostri obbiettivi.
Idem la questione Facebook, perchè è ovvio che uno non ha nulla da
indignarsi per il fatto che FB usa i suoi dati per guadagnarci se questi
non è critico verso i processi del capitalismo di pluslavoro che ci
hanno portato in questo mare di merda, al massimo ti risponderà con un
bel "beh, meglio, hanno trovato il modo di darmi un servizio
aggratis"...
siamo alle solite, ovvero il fatto che oramai un qualsiasi problema se
analizzato all' interno dei suoi recinti non trova soluzione, con buona
pace di quelli come naif che sperano ancora di poter parlare di privacy
senza fare politica.