SIRIA: quanti venerdì di protesta (e di stragi) sono passati in otto mesi del 2011? Venticinque, trenta o di più? La sinistra italiana, nonostante le divisioni in due tronconi dell'opposizione siriana, aveva dimostrato una cauta simpatia per i dimostranti, per le proteste di piazza, ma non altro: non ha mosso un dito affinché la repressione fosse fermata e non si desse adito a interferenze straniere. Eppure non siamo più negli anni '60, quando si sussurava che il Baath socialista siriano finanziasse un partito italiano, poi discioltosi. A sinistra si sperava, fregandosi le mani, nel vaticinio che si ripetesse una nuova Libia per sussumere la rivolta di popolo sotto la cifra dell'intervento imperialista, potendosi così, tra l'altro, in qualche modo uniformarsi al linguaggio sprezzante del dittatore Assad, che da subito, di fronte a gente disarmata, aveva definito chi andava in piazza come "terrorista".
FILISTEISMO: è bastato che si formasse un nucleo consistente di militari disertori che, non solo si rifiutavano di sparare sulla folla, ma affiancavano la protesta, perché quanto accadeva in Siria fosse omologato, alla stregua delle dichiarazioni e degli interessi russi e cinesi, sotto la dizione generica di "violenze", non meglio qualificate e addebitate. Ora è un gioco da ragazzini dimostrarsi APPARENTEMENTE super partes, parteggiando invece per il regime dalle 17 polizie segrete e di altro ancora. Di Ponzio Pilato nella storia non ce ne è stato solo uno.
giacomo casarinostoricogenovacontatto skype: gcasarino