Autor: Fabio Pietrosanti (naif) Data: A: hackmeeting Assumpte: Re: [Hackmeeting] forconi a latina: fasci che rievocano la marcia
su roma.
On 1/30/12 1:51 PM, lobo@??? wrote: > On 30.01.2012 12:38, Fabio Pietrosanti (naif) wrote:
>
>> A quel punto ho iniziato ad apprezzare meno lo sport "calcio",
>> interessandomi esclusivamente ad aspetti relativi alla qualità di gioco.
>
> un po' come dire "non mi interesso di politica, ma mi interesso
> esclusivamente ad aspetti relativi alla qualita' del fare politica" ?
mmm no, direi più che quando ti rendi conto che la maggioranza delle
persone interessate ha il "profilo tipico del tifoso" (precendemente
descritto), viene meno il senso di appartenenza a quella communità per
quanto ti possa continuare ad interessare l'argomento.
>
> te lo chiedo perche' il calcio mi sta sulle palle pure a me, ma credo
> sia un problema di approccio all`italiana verso la competizione (sia dei
> giocatori/squadre sia dei tifosi) quello che lo rende uno sport stupido
> col quale controllare le masse; non lo e' invece il fare politica, anche
> localmente, fuori da dinamiche che non ti piacciono
Attenzione, anche il controllare le masse "stupide e manipolabili" per
portarle in manifestazione è una cosa simile.
Questo chi fà politica attiva lo sà, è consapevole che quando a scuola
organizza una manifestazione si sta' portando dietro una "massa di
coglioni inconsapevoli" che vengono strumentalizzati da "poche persone
politicamente consapevoli".
Fa' parte delle regole del gioco quando devi muovere delle masse, pochi
illuminati muovono tanti coglioni.
Questa regola vale sia nel calcio quanto nella politica populista.
In entrambi i casi ci sono "pochi convinti e scaltri" che manipolano
"molti convinti e coglioni":
- facendo propaganda
- facendo indottrinamento attraverso l'aggregazione mono-tematica
- fomentando le folle
Devo dire che fra il calcio e la politica attiva di tipo antagonista ci
sono molte similitudini.
Senza ipocrisie, se sei un leader politico di un movimento antagonista,
non cambia molto rispetto all'essere un leader di un gruppo di tifosi.
Sei il leader di una massa di persone eterogenea, ma tendenzialmente
livellata verso il basso, a cui devi dare dei concetti semplici da
abbracciare per fomentare i tuoi "pupazzetti" e portarli in curva,
piuttosto che in piazza piuttosto che in cabina elettorale.
Il sentimento che muove il leader magari è anche "sincero", ma
sicuramente questi è consapevole di come stia strumentalizando una massa
di coglioni che finirà per rappresentare "la maggioranza del consenso".
La maggioranza di un movimento populista è eviscerata da qualunque
capacità di senso critico, e questo è causa del modo in cui i leader del
movimento agiscono.
L'ipocrisia è per me la nemica del senso di appartenenza.